Accademia dei Lincei: la matematica è democratica, supera divario di genere
Scienziati a confronto, tra loro il premio Nobel Giorgio Parisi. Valditara: «Necessario colmare il gap che penalizza studentesse e regioni del Sud». Gli esperti: fondamentale la formazione dei prof
di Redazione Scuola
3' di lettura
La matematica è una materia profondamente democratica: mette tutti gli studenti sullo stesso piano e per questo si presta molto bene a superare le differenze di genere. E' quanto è emerso nell'evento organizzato a Roma dall'Accademia dei Lincei sull'insegnamento della matematica. «La matematica non è imparare a memoria delle formule, ma capire come applicarle» e «l'astrazione nasce più facilmente se lo studente parte da problemi concreti. Solo così si vince la sfida e si riescono ad appassionare i giovani», ha detto il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara. «Dobbiamo recuperare i gap che penalizzano in particolare le studentesse e le regioni del Sud - ha puntualizzato Valditara - per questo metteremo a disposizione 660 milioni di euro per potenziare l'insegnamento Stem». Il ministro ha anche proposto all'Accademia di contribuire alla formazione dei docenti Stem. «Valorizzeremo anche le Olimpiadi della matematica - ha aggiuntoValditara - occorre stimolare un cambiamento culturale che generi interesse ed entusiasmo nei giovani su tutto il territorio nazionale verso discipline fondamentali per una piena cittadinanza attiva e per la crescita del Paese».
Il Nobel
«Bisogna investire tante risorse e tante persone sulla realizzazione e l'ammodernamento dei laboratori scientifici, dalle scuole elementari fino alle superiori», ha rilevato il Nobel Giorgio Parisi, vicepresidente dei Lincei. E' anche importante, ha aggiunto, abbandonare l'idea che la scuola serva per selezionare l'élite della società: «In realtà, lo scopo primario dell'insegnamento deve essere preparare i cittadini del futuro, cittadini che vedranno il 22esimo secolo - ha detto ancora -. Dobbiamo dargli gli strumenti per capire quello che succede intorno a loro, prendere scelte consapevoli, rendersi conto dei problemi della società, che sono sempre più intrecciati a temi scientifici. La cosa più terribile che può capitare nella società è la sfiducia nella scienza - prosegue Parisi - e l'unico antidoto è far capire agli studenti come funziona». Per il presidente dell'Accademia dei Lincei, Roberto Antonelli, «la matematica è come una lingua straniera ma, a differenza di qualsiasi lingua, non possiamo impararla fin dai primi mesi di vita» e richiede «un impegno particolare, basato sulla capacità logica. Sarebbe sbagliato ridurne l'insegnamento ad una mera trasmissione di nozioni».
Occasione preziosa di confronto
Il convegno è stato l'occasione, per la comunità dei matematici e per tutte le figure che operano nella scuola, di confrontarsi più da vicino, affrontando questioni fondamentali come «la grave carenza di laureati in discipline Stem e quella di competenze di base per chi esce dalla scuola dell'obbligo», ha commentato Alberto Tesei, presidente della Fondazione “I Lincei per la Scuola”, che ha organizzato l'evento. «Spesso i ragazzi sviluppano una vera avversione per la matematica e per il pensiero scientifico - ha aggunto - cosa che li penalizza nel loro ruolo di cittadini». In questo odio per la matematica, che tanti ragazzi definiscono oscura, troppo astratta e inutile al di fuori della scuola, giocano un ruolo cruciale il sistema scolastico e gli insegnanti, dal momento che alcune delle pratiche didattiche più diffuse sono poi quelle più problematiche.
Importanza della formazione iniziale e continua dei prof
«Gli insegnanti devono fare in modo che i ragazzi imparino ad imparare». ha osservato ancora Parisi, perchè «chi esce dalla scuola sa fare le divisioni, ma non sa quando deve farle, non sa come applicare quello che ha imparato». Al centro dell'evento sono stati, infatti, anche i metodi didattici e l'importanza della formazione iniziale e continua degli insegnanti. «Investire nell'insegnamento della matematica ha un costo molto alto in termini economici e di responsabilità, ma porta ad un guadagno enorme», ha rilevato Samuele Antonini dell'Università di Firenze. «Evitare questo costo oggi - ha aggiunto - porterebbe poi a dover pagare un conto salatissimo domani».
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