chiesti 30 milioni al governo

Acciaio inglese vittima di Brexit. British Steel sull’orlo del collasso, a rischio 25mila posti

di Nicol Degli Innocenti

(EPA)

2' di lettura

British Steel è sull’orlo del collasso: per evitare l’amministrazione controllata il secondo gruppo siderurgico in Gran Bretagna deve ottenere 30milioni di sterline di finanziamenti di emergenza dal Governo. I posti di lavoro dei 5mila dipendenti diretti sono a rischio, così come quelli delle 20mila persone che lavorano nell’indotto.

Il gruppo siderurgico aveva chiesto al Governo britannico 75 milioni di sterline per gestire problemi che ha attribuito a Brexit ( e non sarebbe l’unico caso ). Poi la società di private equity Greybull Capital, che controlla British Steel, ha dato un contributo di 30 milioni di sterline e quindi ora la richiesta diretta a Londra è di un prestito di “soli” 30 milioni.

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Dieci giorni fa il Governo aveva già concesso un prestito di emergenza di 120 milioni di sterline a British Steel per permettere al gruppo di versare all’Unione Europea il dovuto per le sue emissioni di diossido di carbonio.
British Steel ha dichiarato che gli ordini dall’estero, soprattutto dall’Europa, sono cessati a causa delle incertezze sull’uscita della Gran Bretagna dalla Ue. Il calo della sterlina dopo il referendum del 2016 ha aggravato i problemi.

Il gruppo era in rosso anche prima di Brexit: Greybull Capital infatti aveva acquistato quello che allora era Tata Steel dal gruppo indiano per la cifra simbolica di 1 sterlina nel 2016 e l’aveva ribattezzato British Steel.
La società di private equity aveva investito nel gruppo, salvando migliaia di posti di lavoro e riuscendo a far tornare all’utile British Steel prima del recente aggravarsi della situazione a causa di Brexit .

Il partito laburista all’opposizione ha chiesto al Governo di intervenire perché «l’industria siderurgica è cruciale per il settore manufatturiero britannico e strategica per tutto il settore industriale» e perché l’impatto di un fallimento sarebbe «devastante per migliaia di lavoratori e le loro famiglie».
Il sottosegretario al Business Andrew Stephenson ha dichiarato in Parlamento oggi che si sta «facendo di tutto per salvare British Steel» e ha ricordato che ieri il Governo, assieme ai sindacati e alle imprese ha siglato lo UK Steel Charter, un impegno ad acquistare solo acciaio made in UK per sostenere il settore. Le trattative con il Governo sono in corso e la decisione se procedere con l’amministrazione controllata verrà annunciata mercoledì.

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