Ex Ilva di Taranto, accolto ricorso: l’altoforno 2 non sarà spento
Il Tribunale del Riesame ha accolto il ricorso presentato da Ilva in amministrazione straordinaria
di Domenico Palmiotti
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L’altoforno 2 dell'ex Ilva di Taranto, ora ArcelorMittal, schiva lo spegnimento ordinato dalla Procura a seguito di un nuovo sequestro. E supera anche il doppio no alla facoltà d'uso espresso dal giudice del dibattimento Francesco Maccagnano. Il Tribunale del Riesame ha infatti accolto il ricorso presentato da Ilva in amministrazione straordinaria, proprietaria degli impianti mentre ArcelorMittal è gestore in fitto, contro il primo provvedimento del giudice Maccagnano che a fine luglio aveva negato la facoltà d'uso chiesta dall'azienda per fare gli ulteriori lavori di messa in sicurezza. L'atto di Maccagnano é annullato. Col dispositivo, i giudici hanno concesso a Ilva in as 90 giorni per mettere a punto progettazione e analisi del rischio. Novanta giorni è anche l'arco temporale fissato dal custode giudiziario dell'area a caldo, Barbara Valenzano. In origine Ilva in as aveva chiesto 150 giorni. Contro lo stop dell'altoforno 2, uno dei tre attualmente operativi nell'acciaieria, lo scorso 2 settembre Ilva in as, con gli avvocati Angelo Loreto e Filippo Dinacci, aveva presentato due istanze. Una allo stesso Maccagnano, chiedendo di nuovo l'uso dell'impianto e spiegando che rispetto all'incidente mortale di giugno 2015, che fece scattare il primo sequestro, l'altoforno si presentava in condizioni più sicure, che era stata fatta anche una parziale automazione delle procedure operative e che ulteriori lavori di miglioramento si potevano fare perché, a distanza di quattro anni, le tecnologie offrivano maggiori possibilità. Al Tribunale del Riesame, invece, Ilva in as ha impugnato l'atto col quale il giudice Maccagnano aveva detto no alla facoltà d'uso e proprio il Riesame, che ha discusso il caso lunedì scorso, oggi ha acceso il disco verde per l'altoforno 2. L'origine del provvedimento negativo di Maccagnano è da collegarsi a quanto deciso a giugno scorso dal giudice dell'udienza preliminare Pompeo Carriere. In quella sede, Ilva in as ha presentato un'istanza di dissequestro dell'altoforno ma il gup gliel'ha respinta sostenendo che solo una parte dei prescritti lavori di sicurezza del 2015 erano stati effettuati. A valle del verdetto del gup, era quindi scattato un nuovo ordine di sequestro senza facoltà d'uso per l'impianto da parte del sostituto procuratore Antonella De Luca insieme all'ordine per il custode giudiziario Valenzano di attivarsi per lo spegnimento. Questo cronoprogramma era già partito e stava via via consumando le tappe di avvicinamento allo spegnimento dell'impianto che sarebbe dovuto concludersi il 10 ottobre. È stata, quindi, una corsa contro il tempo quella intrapresa da Ilva in as, dai commissari agli avvocati, per evitare che con l'altoforno 2 spento e con l'altoforno 4 da mettere in fermata per manutenzione, la situazione della fabbrica, già in pesante perdita economica e con una produzione bassa rispetto alle sue potenzialità sia per la crisi del mercato che per i vincoli ambientali, precipitasse ulteriormente. Se l'altoforno 2 fosse stato spento, non potendo protrarre ulteriormente la manutenzione dell'altoforno 4, l'acciaieria si sarebbe ritrovata con un solo impianto in attività: l'1. Il che avrebbe innescato una serie di problemi, a partire da un aumento della cassa integrazione ordinaria, ora in corso per 1.395 addetti e per la quale l'azienda ha chiesto una proroga ulteriore di 13 settimane dal 30 settembre sempre per crisi di mercato. Da rilevare che ArcelorMittal non ha presentato alcuna istanza all'autorità giudiziaria mentre la Procura, contrariamente al primo verdetto negativo di Maccagnano, aveva dato il suo benestare alla facoltà d'uso chiesta dall'amministrazione straordinaria. Va detto che anche sulla seconda istanza, quella presentata il 2 settembre, Maccagnano ha detto no, confermando così il suo diniego alla facoltà d'uso. Anche questo secondo atto è stato però impugnato da Ilva in as e la relativa udienza è fissata l'1 ottobre.
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