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Accordo Abi-sindacati sulle filiali. UniCredit ne chiude oltre il 70%

Allo sportello orari ridotti, squadre alternate e kit di protezione per i bancari. I sindacati chiedono di chiudere, oggi la risposta dell'esecutivo Abi

di Cristina Casadei

(IMAGOECONOMICA)

4' di lettura

Il Protocollo siglato il 16 da Abi e dai sindacati (Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca e Unisin) chiude il cerchio di una serie di iniziative decise dalle singole banche per proteggere i lavoratori in questa emergenza sanitaria dovuta al Covid-19 e di campagne avviate dai sindacati, ma anche da Abi, per invitare le persone a usare il più possibile l’home banking, gli Atm intelligenti e il telefono, contenendo le visite in filiale allo stretto indispensabile.

I sindacati, pur non avendo posto la richiesta come pregiudiziale, hanno proposto alla banche di chiudere tutti gli sportelli per due settimane. La decisione è stata di demandare alle aziende questo tipo di scelta.

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In ogni caso, secondo quanto ci risulta, i 290mila bancari delle sedi centrali lavorano da remoto, vengono adottati orari ridotti nelle filiali dove sono previsti anche dispositivi di protezione e kit di plexiglas: in media oltre la metà sono attualmente chiuse, UniCredit ha scelto addirittura di chiuderne quasi il 70%. L’emergenza ha costretto a una riorganizzazione davvero importante per il mondo bancario e il protocollo ne rappresenta la sintesi.

I punti principali
Al centro del protocollo sottoscritto è stata posta la tutela del diritto alla salute e l’impegno comune ad attivarsi e collaborare fattivamente per arginare l’espansione dell’epidemia Covid-19. Fermo restando il rispetto delle prassi di profilassi governative, è stata condivisa la limitazione dell’attività bancaria di sportello alla sola assistenza alla clientela, limitando ai soli canali remoti lo svolgimento dell’attività commerciale.

Sono stati fissati importanti paletti a tutela dei bancari su accesso fornitori, pulizia e sanificazione, precauzioni igieniche sanitarie, dispositivi di protezione individuale, servizi e contatto con il pubblico, organizzazione aziendale, sorveglianza sanitaria. Infine è stata prevista la partecipazione nella gestione e nell’analisi congiunta di questa fase emergenziale al tavolo nazionale anche di un rappresentante dei lavoratori per la sicurezza per organizzazione sindacale.

Il protocollo, afferma Salvatore Poloni, presidente del Comitato per gli Affari Sindacali e del Lavoro di Abi, «conferma la piena consapevolezza delle lavoratrici e dei lavoratori del settore, delle imprese associate ad Abi, delle organizzazioni sindacali e dell’associazione bancaria italiana della particolare situazione di emergenza che sta attraversando il Paese e del ruolo che singolarmente e congiuntamente rivestono a supporto dell’economia nazionale, delle imprese e delle famiglie».

Le campagne social dei sindacati e l’appello di Abi
A lanciare una sua campagna anche la Fabi, guidata da Lando Maria Sileoni: «Hai il bancomat? Hai l’internet banking? C’è un’epidemia sanitaria in corso: vai in banca solo se necessario».

Due gli hashtag con cui la Fabi sta promuovendo la campagna social: #blocchiamoilvirus e #iostoacasa. «Quando l’emergenza sarà finita, le lavoratrici e i lavoratori bancari saranno pronti ad accoglierti in filiale come hanno sempre fatto» spiega la Fabi rivolgendosi a tutti i correntisti italiani. Allo stesso modo la Fisac Cgil, solo per fare un altro esempio, ha lanciato l’hashtag #stiamoacasa, dicendo: Usa il bancomat o telefona se hai bisogno! Non andare in filiale. Pensa alla salute!

Domenica era stato lo stesso presidente di Abi, Antonio Patuelli, insieme al direttore Giovanni Sabatini a rilevare che sono diffusissime le operazioni bancarie possibili da casa tramite computer e telefono portatile. Suggerendo ai clienti, prima di andare nella filiale bancaria, di telefonare da casa in banca per consigliarsi su come risolvere il problema, ma senza uscire di casa. I sindacati attendono comunque una risposta sulla loro richiesta di chiusura di tutti gli sportelli che potrebbe arrivare dal Comitato esecutivo di Abi previsto per oggi.

La linea delle banche
Pur con sfumature e gradazioni diverse, le scelte delle singole banche sono state accomunate dalla riduzione al minimo dei contatti in filiale tra bancari e clientela. La linea più severa e vicina ai sindacati è quella del gruppo UniCredit, guidato da Jean Pierre Mustier, dove fanno sapere che «la salute e il benessere dei dipendenti e dei clienti sono la priorità assoluta» ed è per questo che secondo quanto ci risulta quasi il 70% delle filiali sono state chiuse.

UniCredit sta però lavorando attivamente per rendere tutti i servizi bancari accessibili attraverso canali remoti che serviranno anche per i servizi di consulenza. Esteso pressoché a tutti i lavoratori dei centri direzionali il lavoro da remoto, lasciando presidi minimi, mentre è stata garantita ai dipendenti l’opportunità di usufruire di permessi retribuiti ove necessario.

Dal gruppo Intesa Sanpaolo spiegano che le filiali più grandi saranno sempre aperte al pubblico, dal lunedì al venerdì, con orario 9-13. Si tratta del 26% degli sportelli, circa 900 complessivamente. Le filiali di media dimensione osserveranno orario di apertura al pubblico 9-13, a giorni alterni (lunedì, mercoledì e venerdì). Resteranno chiuse solo le filiali più piccole e situate in Comuni in cui vi siano altre filiali di maggiore dimensione aperte. Le filiali con meno di 3 persone nei comuni in cui non sono presenti altre filiali resteranno aperte a giorni alterni con orario 9-13.

Le squadre alternate
Al Banco Bpm, oltre al lavoro da remoto e alle rotazioni in tutti i casi in cui è possibile, sono state chiuse circa 500 filiali delle 1.700 che ha la banca, mentre 850 sono in turnazione e ai bancari sono stati dati appositi kit protettivi: in banca entra così il lavoro a squadre alternate di una settimana, come sulle linee produttive.

Ci sono poi 300 filiali che lavorano 2 giorni alla settimana. Il suggerimento è comunque quello di utilizzare al massimo home banking e di utilizzare anche il telefono. Il gruppo Ubi ha aperte tutte le filiali di maggiori dimensioni, circa 400, che operano con un orario completo ma hanno un presidio ridotto per consentire la turnazione del personale.

Le filiali medie e medio piccole/mini, circa 900, osservano un orario ridotto e sono aperte solo la mattina fino alle 12:50. Per consentire il presidio sugli sportelli principali, invece, circa 200 minisportelli o sportelli leggeri sono stati chiusi, per poter garantire la piena operatività alla clientela.

Nel gruppo Mps sono state adottate misure straordinarie per garantire l’operatività, tutelando clienti e dipendenti. Per questo motivo 61 agenzie, di dimensioni più grandi, assicurano il servizio al mattino quotidianamente, mentre le altre filiali restano aperte al pubblico, sempre al mattino, lunedì, mercoledì e venerdì. Le filiali, però, garantiscono i servizi essenziali e sono contattabili telefonicamente e via mail anche negli orari di chiusura al pubblico.

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