Accordo sindacale in bilico: gli operai di General Motors verso la bocciatura
Un risultato che ha del clamoroso è in arrivo dalle grandi fabbriche americane: l’intesa sembrava blindata, invece sta facendo i conti con una sonora bocciatura
2' di lettura
C’è un dietrofront che ha del clamoroso, nella storia dell’accordo sindacale fra i produttori di automobili e gli operai delle fabbriche americane. Perché a quanto pare, i voti in arrivo da alcune grandi stabilimenti starebbero controvertendo un risultato scontato, bocciandolo. Più nel dettaglio, il colpo basso sta arrivando dalle fabbriche di General Motors, dove l’accordo contrattuale fra l’azienda e il sindacato United Auto Workers sembra ora destinato alla sconfitta.
Il sindacato non ha ancora pubblicato il totale dei voti, ma i lavoratori di cinque grandi fabbriche che hanno terminato le votazioni nei giorni scorsi pare abbiano sorprendentemente respinto l’accordo raggiunto nei giorni scorsi. Secondo quanto riferisce l’agenzia AP, i funzionari del sindacato locale hanno dichiarato che i lavoratori di tutte le fabbriche hanno votato contro l’accordo. E i voti contrari negli stabilimenti variano dal 55% al 60%.
I lavoratori della GM sono in attesa dei risultati finali in un grande stabilimento di assemblaggio di Arlington, in Texas, Ma molti di loro hanno detto di essere convinti che il contratto verrà respinto.
Discorso diverso alla Ford, dove le votazioni sono in corso ma l’accordo sta per essere approvato con il 66,1% di voti favorevoli. Il contratto è stato approvato in modo schiacciante nelle prime votazioni alla Stellantis.
L’accordo, ora in bilico, era visto come una vittoria del sindacato, oltre che un precedente importante. Per le Big Three coinvolte - GM, Ford e Stellantis - la tregua era arrivata dopo settimane molto difficili. Quando a metà settembre è partito l’attacco frontale della United auto workers, la richiesta di rinnovo del contratto era di aumenti dei salari del 40%. E di una settimana lavorativa di 32 ore con 40 ore pagate. Nel complesso i preaccordi raggiunti (in attesa del verdetto dei lavoratori in arrivo in queste ore) prevedono un pacchetto della durata di 4 anni e 8 mesi, con aumenti superiori al 30% a regime. Numeri che hanno anche aperto dibattiti sulla competitività dei tre gruppi, impegnati in una difficile transizione all’elettrico, e alle prese con una concorrenza (quella asiatica) sempre più agguerrita.
loading...