Accordo triennale tra Salesiani e Confindustria Moda per superare il mismatch
La partnership è stata siglata a Valdocco, Torino: porterà alla creazione di percorsi di formazione professionale sulla base del fabbisogno delle imprese
di Filomena Greco
2' di lettura
Un accordo triennale di partenariato per promuovere la formazione professionale nel settore della Moda, in Italia e nel mondo. Lo hanno sottoscritto Confindustria Moda – la federazione che riunisce le sette associazioni italiane della Moda e dell’Accessorio – e i Salesiani di CNOS-FAP, Federazione Nazionale dei Centri di Formazione Professionale Salesiani. Obiettivo della collaborazione è quello di promuovere l’occupazione giovanile nel settore, fornendo una formazione professionale di alta qualità, aperta anche a ragazzi e ragazze provenienti da altri Paesi.
A firmare l’accordo sono stati don Giuliano Giacomazzi, Direttore Generale della Federazione CNOS FAP e Ercole Botto Poala, Presidente di Confindustria Moda, nella principale sede della famiglia Salesiana in Italia, nell’area Valdocco, a Torino. Nel concreto, la partnership porterà a definire percorsi di formazione professionale, sulla base delle esigenze espresse da aziende e distretti del comparto, nelle diverse regioni italiane.Il progetto prevede anche la possibilità di creare percorsi di scambio internazionale attraverso la rete dei DBTech Salesiani per facilitare l’inserimento occupazionale di giovani stranieri, formati nelle scuole salesiane dei Paesi d’origine.
Il coordinamento di questa partnership sarà gestito da un Comitato di Coordinamento composto da rappresentanti di Confindustria Moda e CNOS-FAP. Lo spunto per questo percorso di collaborazione è arrivato dall’esperienza realizzata in provincia di Biella, grazie alla rete formativa dei Salesiani le industrie del settore moda provano a superare il mismatch tra domanda e offerta di lavoro e puntano ad attrarre giovani talenti con proposte formative collegate ai fabbisogni delle imprese.
«Serve investire sui ragazzi e metterli al centro di un progetto di sviluppo – sottolinea don Giuliano Giacomazzi – Questo accordo va controcorrente perché scommette sul serio sui più giovani e li rende protagonisti del loro percorso. Nella nostra esperienza, l’eccellenza nasce dall’unione tra competenze formative e competenze manifatturiere».
Questo accordo vuole pianificare il lavoro dei prossimi anni spiega Ercole Botto, e «va incontro a esigenze e richieste delle nostre imprese. La situazione è drammatica, abbiamo sempre meno studenti e questo, per un paese manifatturiero come il nostro, è un grosso problema. Ecco perché dobbiamo cambiare lo Storytelling su immigrazione e integrazione, avremo sempre più bisogno di giovani da formare e dobbiamo essere attrattivi».
Gianni Brugnoli, Vice Presidente di Confindustria con Delega al Capitale Umano mette in fila le emergenze del comparto formazione: il mismatch tra domanda e offerta di lavoro è aumentato e si è strutturalmente attestato al 48%, «vuol dire che un addetto su due non è disponibile sul mercato»; il reddito di cittadinanza ha allontanato i giovani dal lavoro, aggiunge, e infine l’abbandono scolastico è a quota 16,2%, con una disoccupazione giovanile al 20%». Numeri, sottolinea Confindustria, «che remano contro la struttura manifatturiera del paese, serve allargare le opportunità». Nella convinzione che l’istruzione tecnica sia una fucina di talenti.
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