Aceto Balsamico Igp, nuovo attacco alla tutela del marchio da parte di Cipro
La notifica alla Commisisone europea risale a giugno, ma è stata rilevata solo ora: tempi stretti per il ricorso dopo quello ufficializzato per l’analogo tentativo della Slovenia
di Giorgio dell'Orefice
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Fino a non molto tempo fa si era convinti che le denominazioni d’origine almeno all’interno dei confini comunitari potessero dormire sonni tranquilli. Che in particolare l’istituto della tutela ex officio (quello che obbliga le istituzioni degli stati membri a intervenire in presenza di un tentativo di contraffazione di un prodotto Dop o Igp anche se straniero) garantisse una tutela efficace. Ma le convinzioni sono fatte per essere rapidamente smentite. E così nel giro di pochi mesi l’Aceto Balsamico di Modena Igp, uno dei campioni dei marchi Ue made in Italy con un fatturato al consumo superiore al miliardo di euro e una propensione all’export superiore al 90% ha subito ben due attacchi e da parte di altri paesi comunitari.
Il Consorzio di tutela dell’Aceto Igp è infatti venuto a conoscenza lo scorso 7 settembre, e per via assolutamente informale e casuale, del fatto che fin dal 22 giugno scorso Cipro ha notificato alla Commissione Europea una modifica alle proprie leggi alimentari, introducendo la possibilità di chiamare ‘aceto balsamico' una miscela di aceto, mosto d'uva e zucchero, esattamente come già un anno fa aveva fatto la Slovenia
«È in atto – ha commentato la presidente del Consorzio di tutela dell’Aceto Balsamico di Modena Igp, Mariangela Grosoli – un attacco inaudito all' Aceto Balsamico di Modena da parte dei Paesi europei le cui leggi non prevedono la possibilità di utilizzare la denominazione “aceto balsamico” per un aceto, e che cercano quindi di cambiarle per potersi appropriare del nome e sfruttare il successo dell'originale prodotto modenese Igp, conosciuto e consumato in tutto il mondo».
Sono previste procedure di opposizione che il nostro Paese può esperire, ma i tre mesi previsti per presentarle scadono il 22 settembre: un tempo strettissimo per poter preparare i documenti necessari, e proprio per questo il Consorzio di Tutela ritiene di estrema gravità il fatto che il ministero abbia comunicato solo ieri quanto avvenuto, anzi in verità non lo abbia ancora comunicato formalmente, visto che la scoperta da parte del Consorzio è stata del tutto casuale.
Grande è l’amarezza a Modena per questa nuova scoperta relativa al tentativo di Cipro quando ancora non è disinnescata la mina del tentativo di contraffazione sloveno. Un’amarezza grande che al Consorzio incanalano anche in precise accuse al ministero per le Politiche agricole.
«Tra giugno e luglio scorso – ha aggiunto la Grosoli – il caso sloveno era sui media, sulla bocca di tutti e sul tavolo del Governo per la procedura di infrazione finalmente autorizzata dal Consiglio dei ministri, grazie anche al lavoro e sostegno del ministro Patuanelli e del sottosegretario Centinaio. Proprio per questo dispiace verificare la scarsa attenzione data dagli uffici del Mipaaf a questo caso del tutto simile a quello sloveno. Al di là delle responsabilità che andranno comunque verificate, ora serve un cambio di passo deciso e immediato per supportare il grande lavoro svolto dal nostro Consorzio e da tutti i produttori. La cosa non danneggia solo, e gravemente, il nostro Consorzio e il prodotto, che oggi ha un valore di mercato di un miliardo di euro e dà occupazione a migliaia lavoratori del comparto, ma danneggia tutto il sistema delle Indicazioni Geografiche e la credibilità delle nostre Istituzioni. Chiediamo, quindi, il massimo sforzo e attenzione per reagire a questo ennesimo attacco rispettando i tempi strettissimi entro cui il Governo dovrà presentare la propria posizione. A questo punto non possiamo permetterci altri errori o distrazioni».
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