Acquisti Pa, lavori pubblici nella sfera della Consip
Nel bilancio dei ministeri congelato 1 miliardo, che si aggiunge ai tagli del Dl
di Marco Rogari
3' di lettura
Estensione e rafforzamento del modello “centralizzato” Consip a tutto campo, compreso il settore dei lavori pubblici. Con l’obiettivo di razionalizzare e, soprattutto, ridurre ulteriormente la spesa per acquisti Pa. Ruota attorno a questo snodo chiave il capitolo della spending review dell’ultima versione del disegno di legge di bilancio, in cui è confermata la clausola sul congelamento di 1 miliardo di voci di uscita dei ministeri a garanzia della tenuta dei conti pubblici. Se i target di finanza pubblica concordati con Bruxelles saranno rispettati, questa fetta di spesa potrà essere sbloccata la prossima estate in concomitanza con il varo, a fine giugno, dell’assestamento di bilancio.
Una clausola “taglia-spesa” che è ormai diventata un “refrain” degli ultimi appuntamenti della programmazione e della legislazione di bilancio. Lo scorso anno l’allora governo “giallo-verde” con la manovra 2019 è dovuto ricorrere, per effetto dell’accordo faticosamente raggiunto con la commissione Ue a dicembre, a un congelamento di 2 miliardi di uscite dei dicasteri, poi trasformato in taglio permanente, a partire da luglio. Nello stesso mese si è aggiunta un’altra clausola da 1,5 miliardi a garanzia degli equivalenti risparmi 2019 da Quota 100 e reddito di cittadinanza utilizzati sempre dall’esecutivo giallo-verde nell’ambito della correzione dei conti estiva, necessaria per scongiurare l’avvio della procedura d’infrazione da parte di Bruxelles. Clausola in quest’ultimo caso poi disattivata, ma subito seguita da questo nuovo congelamento di garanzia per blindare la legge di bilancio 2020.
Il miliardo di spesa dei ministeri messo in naftalina per il prossimo anno si va ad aggiungere ai circa 2 miliardi, ai fini dell’indebitamento Pa, di tagli e accantonamenti già fatti scattare con decorrenza 2019 dal decreto fiscale, che è parte integrante della manovra. Altri risparmi arriveranno dalla razionalizzazione della spesa per le forniture della Pa. Nel perimetro Consip rientreranno, ad esempio, anche gli acquisti di veicoli per amministrazioni pubbliche e forze di polizia, compresi quelli “blindati”.
Ma la vera novità è rappresentata dalla «facoltà» per Consip di attivare, come si legge nella relazione illustrativa del Ddl di bilancio, «strumenti di acquisto e negoziazione anche nel settore dei lavori pubblici al fine di garantire trasparenza, concorrenza e rispetto dei principi anticorruzione nel settore degli appalti pubblici gestiti attraverso la centrale di committenza dello Stato». Strumenti che attualmente sono limitati ai soli lavori di manutenzione. Secondo il Governo, la capacità di penetrazione sul mercato di riferimento dell’uso della piattaforma di negoziazione del Mef per tutte le procedure di gara (lavori pubblici compresi) sarebbe pari a circa 3,2 miliardi l’anno sul controvalore di 17,2 miliardi l’anno attualmente banditi dalla Pa.
Il rafforzamento del meccanismo di centralizzazione degli acquisti riguarda, oltre a tutte le amministrazioni centrali, anche gli enti di previdenza e le agenzie fiscali anche in un’ottica ispirata al criterio dei fabbisogni e dei costi standard. Vengono poi previsti risparmi dalle attività gestite dal ministero dell’Economia (in particolare quelle in Ict), dal ministero dello Sviluppo economico, e dal ministero delle Infrastrutture e trasporti e una riduzione di 14,2 milioni dal 2020 delle spese per supplenze sostenute dal Miur. Viene anche ridotto di 36 milioni il contributo italiano all’Onu. E arrivano anche obblighi e paletti rigidi per costringere le strutture pubbliche a rinegoziare gli affitti di locali uso ufficio, sempre al fine di realizzare risparmi: nel caso di aggiramento di questi vincoli scatteranno automaticamente tagli lineare dei budget assegnati.
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