Ad agosto la raccolta dei Pir rallenta ancora
l saldo è negativo per 87,5 milioni e porta i deflussi da inizio anno a quota -1,7 miliardi
di Isabella Della Valle
I punti chiave
3' di lettura
I Pir continuano a perdere consensi. Anche il dato di agosto è stato impietoso, con una raccolta negativa per 87,5 milioni. Anche se il dato è meno peggio rispetto ai saldi precedenti, la sostanza non cambia. Indubbiamente il mese scorso il fattore stagionale ha influito sul risultato finale dei gestori, ma è difficile credere che se non ci fossero state le ferie estive di mezzo, la situazione sarebbe stata migliore. La crisi dei piani individuali di risparmio ormai va avanti dall’aprile del 2022 e non accenna a rientrare (-1,7 miliardi da inizio 2023).
Cosa pensano i gestori
A discapito dei deflussi, però, la convinzione di molti gestori è che comunque quella delle piccole medie imprese sia un’asset class sulla quale puntare, proprio perché ha perso terreno nel corso del 2023. Un andamento controtendenza rispetto al mercato principale che invece da inizio anno si è rivelato il migliore di Europa, complice la galoppata del comparto bancario, settore con la maggiore incidenza sull’indice principale.
Per le small e medium cap, invece, la composizione settoriale più diversificata non ha agevolato la crescita del mercato, ma qualora dovessero ripartire le attività legate all’economia reale, lo scenario potrebbe cambiare. Certo, se stia effettivamente girando il vento per le Pmi oggi è difficile dirlo, ma l’idea che aleggia tra gli addetti ai lavori è che comunque convenga anticipare un’eventuale inversione di marcia per cavalcare la auspicata fase di ripresa.
Lo scenario
Nell’attesa, le performance dei Pir sui 5 anni continuano a essere molto positive e anche per quelle calcolate a partire da gennaio, prevalgono i segni più. Questo significa che nonostante la corsa degli indici delle aziende medio piccole mediamente sia stata più lenta delle grandi, questi prodotti sono comunque riusciti a esprimere valore. Ed è su questa capacità che puntano i gestori.
Del resto le attese per una possibile fine della stretta monetaria dopo che i tassi hanno toccato il livello massimo da quando esiste l’euro, lasciano qualche spiraglio di ottimismo nella ripresa della crescita aziendale, soprattutto per quelle realtà dove il livello di indebitamento è più incisivo.Dal versante della raccolta dei singoli prodotti da segnalare tra gli azionari il saldo di Fideuram Piano Azioni Italia nelle cui casse sono entrati 19 milioni, mentre tra gli obbligazionari è ancora una volta un Pir targato Eurizon (Edizione 3) ad aver riscosso i maggiori consensi con una raccolta di 22,12 milioni. In termini di performance, infine, sui 5 anni la pole spetta ancora ad Anthilia Small Cap Italia (58,4%), mentre da inizio anno la classifica è guidata da Lyxor Ftse Italia All Cap (18,9%).
Dal versante della raccolta dei singoli prodotti da segnalare tra gli azionari il saldo di Fideuram Piano Azioni Italia nelle cui casse sono entrati oltre 19 milioni, mentre tra gli obbligazionari è ancora una volta un Pir targato Eurizon (Edizione 3) ad aver riscosso i maggiori consensi con una raccolta di 22,12 milioni.
Le società
Fideuram è tra le poche società che hanno chiuso il bilancio di agosto con i conti in attivo. La Sgr del gruppo Intesa ha incassato 17,6 milioni confermandosi la migliore nella graduatoria delle società per raccolta. Risultato positivo anche per Arca Fondi che ha incassato poco più di 7 milioni. Tra la maggioranza di segni meno che hanno caratterizzato il settore, particolarmente significativi quelli davanti al saldo di Amundi (-55 milioni), ma è a doppia cifra anche il passivo di Mediolanum (-14,4 milioni), di Neam (-13 milioni) e di Eurizon (-11 milioni).
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