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Addio a Angelo Guglielmi, storico direttore di Rai 3

Aveva 93 anni. Fu critico letterario, saggista e giornalista e dal 2004 al 2009 anche assessore alla Cultura di Bologna, nella giunta Cofferati

di Stefano Biolchini

(Pierpaolo Scavuzzo / AGF)

3' di lettura

Angelo Guglielmi, storico direttore di Rai3. Guglielmi, 93 anni, è morto nel sonno nella sua casa.
Dal 1987 al 1994 fu direttore di Rai3, una rete che modificò profondamente. Fece nascere in quegli anni programmi cult come “Telefono giallo, Samarcanda, Linea rovente, Un giorno in pretura, La TV delle ragazze, Blob, Chi l’ha visto?, Mi manda Lubrano (poi divenuto Mi manda Raitre), Io confesso, Avanzi, Ultimo minuto, Quelli che il calcio” (passato nel 1998 su Rai2). Sotto la sua direzione vennero lanciati tra gli altri Corrado Augias, Michele Santoro, Donatella Raffai, Serena Dandini, Fabio Fazio, Piero Chiambretti, Giuliano Ferrara, Daniele Luttazzi e Franca Leosini. Lo share medio della rete passò in pochi anni da meno dell’1% a oltre il 10%.

Nel 1995 Guglielmi ha lasciato la Rai e si è trasferito all’Istituto Luce come amministratore delegato e presidente. Dal 2005 al 2009 è stato assessore alla Cultura del Comune di Bologna nella giunta diretta dal sindaco Sergio Cofferati. E’ stato anche membro (2001-2004) del Comitato di consulenza dell’Enciclopedia del cinema edita dall’Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani.

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Nato ad Arona (Novara) il 2 aprile 1929, Guglielmi si laurea in lettere nel 1951 all’Università di Bologna e subito dopo insegna per qualche anno nelle scuole medie di Cento e Ferrara. Nel 1954, come altri intellettuali della sua generazione (tra cui l’amico Umberto Eco) vince il concorso per entrare alla Rai. Come dirigente televisivo, negli anni ’60 si spende per la creazione di programmi divulgativi su grandi personaggi italiani, come Michelangelo Buonarroti (1964), Dante Alighieri (1965) e Camillo Benso conte di Cavour (1967). Da 1976 al 1987 diventa capostruttura di Raiuno: tra i programmi da lui ideati per la rete ammiraglia della tv pubblica, spicca “Bontà loro”, storica trasmissione condotta da Maurizio Costanzo. Prima di divenire direttore di Raitre nel 1987, è stato a capo del Centro di produzione Rai di via Teulada in Roma.

Gruppo 63

Pur lavorando in Rai, Guglielmi ha sempre coltivato la passione per la critica letteraria militante, nata negli anni universitari con la frequentazione del suo maestro Luciano Anceschi e continuata con la collaborazione con la rivista “Il Verri”, fino all’ingresso nel collettivo letterario Gruppo 63, fucina della neo avanguardia italiana. A questa esperienza con Renato Barilli ha dedicato il libro “Gruppo 63. Critica e teoria” (Feltrinelli, Milano, 1976; nuova edizione Testo & immagine, 2003). Per anni Guglielmi è stato critico letterario per il settimanale “L’Espresso” ed ha scritto per numerose testate e riviste, tra cui “Tuttolibri - La Stampa”, “Paese Sera”, “Il Corriere della Sera” fino al recente blog sul sito internet de “Il Fatto Quotidiano”.

Critico letterario e saggista

Come saggista e critico, Guglielmi è autore di numerosi libri, tra i quali “Avanguardia e sperimentalismo” (Feltrinelli, 1964); “Vent’anni di impazienza. Antologia di narrativa italiana dal 1946 al 1964” (Feltrinelli, 1965); “Vero e falso” (Feltrinelli, 1968); “La letteratura del risparmio” (Bompiani, 1973); “Carta stampata” (Cooperativa Scrittori, 1978); “Il piacere della letteratura. Prosa italiana dagli anni settanta ad oggi” (Feltrinelli, 1981); “Trent’anni di intolleranza (mia)” (Rizzoli, 1995); “Il romanzo e la realtà. Cronaca degli ultimi sessant’anni di narrativa italiana” (Bompiani, 2010); il testo autobiografico “Sfido a riconoscermi” (La nave di Teseo, 2019). Numerose le pubblicazioni sulla tv, alcune delle quali scritte a quattro mani con Stefano Balassone, suo vice alla guida di Raitre: “Rai-Tv: l’autarchia impossibile” (con Stefano Balassone, Editori riuniti, 1983); “Corsari e nobiluomini: la pubblicità in Italia” (con Stefano Balassone, Il Mulino, 1987); “La brutta addormentata: tv e dopo” (con Stefano Balassone, Theoria, 1993); “Senza rete” (con Stefano Balassone, Rizzoli, 1995); “Senza rete. Il mito di Rai Tre 1987-1994” (con Stefano Balassone, Bompiani, 2010). Tra i saggi più recenti di Guglielmi figurano “Cinema, televisione, cinema. L’ultima volta dell’Istituto Luce” (Bompiani, 2013) e “Finalmente la riforma della Rai!” (Bompiani, 2014, con Stefano Balassone)

A ’’Rai Tre: ancora trovavi persino nei corridoio l’aria delle idee, l’entusiasmo, l’intelligenza, la sua “rivoluzione”. E ancora “era un intellettuale che capì che la tv doveva essere alta e bassa, raccontare la realtà, vivere la contemporaneità. L’esempio inimitabile per tutti noi’’. ha commentato su Twitter il direttore del GR Rai e Radio1 Andrea Vianello.


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