Addio a Cormac McCarthy, narratore di frontiera
Scrittore al limite della leggenda, premiato dal pubblico e dalla critica che ne ha sempre evidenziato le doti non comuni
di Stefano Salis
2' di lettura
Solitario e di frontiera, come molti suoi personaggi, è morto il 13 giugno Cormac McCarthy, nella sua casa di Santa Fe, in New Mexico.
Scrittore al limite della leggenda, premiato dal pubblico e dalla critica che ne ha sempre evidenziato le doti non comuni.
Il New York Times ha scritto una volta che «i suoi personaggi erano outsider, come lui»: eppure negli ultimi anni McCarthy era spesso stato indicato come possibile vincitore del Nobel per la letteratura, e certamente, insieme a Philip Roth, era tra i più importanti scrittori americani degli ultimi decenni.
Autore di opere famose, come Cavalli Pazzi, o il post-apocalittico La Strada per cui vinse il Pulitzer, fino al celebre Non è un paese per vecchi (adattato dai fratelli Coen in un film con Tommy Lee Jones, Javier Bardem e Josh Brolin, premiato agli Academy Awards), in Italia McCarthy era pubblicato da Einaudi ed era diventato anche da noi un autore di culto.
Proprio in questo 2023, sfidando l'età, l'autore della “Trilogia della Frontiera” era tornato a scrivere e pubblicare, dopo una lunga pausa: Il Passeggero e Stella Maris, usciti negli Usa a due mesi di distanza, sono due romanzi dalla trama intrecciata che si distaccava tematicamente e stilisticamente dall’opera precedente dello scrittore per raccontare la storia dell’amore ossessivo di Bobby e Alicia Western, due fratelli tormentati dalla legacy del padre, un fisico che aveva contribuito a realizzare la bomba atomica.
Per attitudine e carattere, McCarthy era uno degli ’invisibili’ della letteratura Usa, come J. D. Salinger e Thomas Pynchon.
Il critico Harold Bloom lo teneva in altissima stima: a suo avviso McCarthy faceva parte dei ’magnifici quattro’ della narrativa contemporanea a stelle e strisce accanto proprio a Pynchon, Don DeLillo e Philip Roth.
L’uscita dei due romanzi l’anno scorso aveva chiuso un lungo periodo di silenzio da parte dello scrittore, i cui 10 libri precedenti erano usciti con regolarità a partire dal primo, “Il Guardiano del Frutteto”, pubblicato nel 1965.
Lo stesso Bloom pensava che il capolavoro di McCarthy fosse Meridiano di sangue: per il principe dei critici americani quel libro lo poneva direttamente insieme a Melville e Faulkner.
E anche se non siamo critici all'altezza di Bloom, non possiamo non rimpiangere un autore la cui prosa visionaria e potente, ha scosso come il vento di tempesta le praterie placide della letteratura, soffiando incessantemente una violenta bellezza.
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