Addio a Johnny Hallyday, l’Elvis francese che cantò «Quanto t’amo»
di Fr.Pr.
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Era la risposta francese a Elvis Presley. È morto questa notte all’età di 74 anni, dopo una lunga malattia. «Johnny Hallyday è andato via», ha annunciato la moglia Laeticia poco prima delle tre del mattino. Da circa un anno alla rockstar di Francia, idolo di generazioni, di francesi era stato diagnosticato un cancro ai polmoni.
«Scrivo queste parole - recita il comunicato della moglie - senza potervi credere. E tuttavia è proprio così. Il mio uomo non c’è più, ci ha lasciati questa notte così come ha vissuto lungo tutto il corso della sua vita, con coraggio e dignità».
Il cantante monumento della musica francese, all’anagrafe registrato come Jean-Philippe Smet, era stato ricoverato nella notte tra domenica e lunedì per problemi respiratori. Da mesi era sottoposto ad un trattamento anti-cancro a Parigi. Più volte la famiglia ha cercato di smentire le indiscrezioni allarmistiche diffuse da alcuni media. Con una carriera di 55 anni alle spalle, aveva dichiarato di recente di voler preparare un nuovo album in studio con una tournée estiva nel 2018. Nonostante la malattia, da lui stesso annunciata nel marzo scorso, mantenne l’impegno di cantare in tournée con le Vieilles Canailles la scorsa estate, assieme agli storici amici e cantanti Jacques Dutronc e Eddy Mitchell. Quella resterà la sua ultima apparizione sulla scena.
Il pubblico italiano lo ricorda soprattutto per Quanto t’amo, traduzione della sua hit Que je t’aime.
Dall’italiano al francese tradusse invece 24000 Baci, successo di Adriano Celentano che ai piedi della Torre Eiffel divenne 24000 Baisers. All’epoca del suo maggiore successo era sposato con la collega Sylvie Vartan, lei stessa popolarissima in Italia. Nel 1966 ebbero un figlio, David, destinato a seguire le orme paterne come musicista. Seconde nozze con l’attrice Nathalie Baye dalle quali nascerà Laura Smet che seguirà le orme della madre.
Per capire lo spessore del personaggio: tra i primi a ricordarlo c’è il presidente francese Emmanuel Macron. Abbiamo tutti, in noi, qualcosa di Johnny. Di Johnny Hallyday - continua Macron - non dimenticheremo né il nome, né la faccia, né la voce, né soprattutto le interpretazioni, che, con quel lirismo secco e sensibile, appartengono oggi in pieno alla storia della canzone francese. Ha fatto entrare una parte dell’America nel nostro Pantheon nazionale».
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