ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùLa riforma del Fisco

Addio alla mediazione: per 120mila liti fiscali arriva la conciliazione

Processo tributario. La bozza in preconsiglio. Misure deflattive per le Agenzie anche in Cassazione. Impugnabile in secondo grado l’ordinanza cautelare

di Ivan Cimmarusti

La riforma.

3' di lettura

L’ordinanza cautelare collegiale per sospendere gli atti del Fisco diventa impugnabile nel grado di appello, la conciliazione arriva anche per le liti in Cassazione e il processo subisce uno sprint verso l’informatizzazione. Ma soprattutto viene abolita la mediazione davanti alle Agenzie fiscali. Sono i pilastri attorno ai quali ruota la bozza del Dlgs processo tributario che ieri il viceministro all’Economia Maurizio Leo ha portato al preconsiglio, in attesa della discussione al Cdm di domani.

In ballo c’è la modifica delle disposizioni sul contenzioso (Dlgs 546/1992) con interventi che impattano sul lavoro dei professionisti, alcuni pronti a entrare in vigore con la pubblicazione in Gazzetta ufficiale ed altri rinviati a settembre 2024. Ma il tema della concreta applicazione a partire da gennaio 2024 dovrà comunque fare i conti con l’entrata in vigore del testo, che dopo il primo passaggio in Cdm dovrà poi essere sottoposto ai pareri parlamentari per la successiva approvazione definitiva da parte del Governo. Il tutto mentre si gioca la partita anche degli altri decreti attuativi della delega fiscale già sottoposti all’esame preliminare del Consiglio dei ministri.

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Si prevede l’abolizione della mediazione per liti fino a 50mila euro, istituto disciplinato dall’articolo 17-bis del Dlgs 546 (si veda Il Sole 24 Ore del Lunedì 9 ottobre 2023). Resta da capire quali saranno le intenzioni del Governo per disciplinare questa fase precontenziosa che si svolge direttamente con le Agenzie fiscali e che punta a tagliare un flusso di ricorsi che nel solo 2022 è stato pari a quasi 120mila dei totali 145.972 depositati in primo grado. Una traccia è nei documenti della Commissione nominata l’estate scorsa in attuazione della delega fiscale, che il Sole24Ore ha potuto consultare. L’ipotesi, tutta ancora da valutare, è di sostituire la mediazione con una conciliazione preventiva e con il rafforzamento dell’autotutela, che così permetterebbe ai contribuenti di spingere le Agenzie a rivedere i propri atti in caso di errore. L’istituto della conciliazione – in questo caso nella fase giudiziaria - potrebbe sbarcare anche in Cassazione, nell’ottica di filtrare il flusso incontrollato di ricorsi. Va detto che la definizione agevolata prevista dalla scorsa manovra 2023 ha comunque contribuito in parte e limare il magazzino di oltre 46mila arretrati, attraverso la chiusura di 7.203 atti impositivi. Ma non basta, considerato che agli arretrati vanno aggiunte le nuove cause pari a 10mila su base annua. Per capire come sarà impostata si dovrà attendere il decreto attuativo. Tuttavia nei lavori preparatori si fa riferimento all’ipotesi di istituire un collegio terzo rispetto alla Cassazione, nominato su impulso del Cpgt (si veda Il Sole 24 Ore del 6 ottobre), l’organo di autogoverno che martedì scorso ha eletto presidente l’avvocata ed ex deputata della Lega, Carolina Lussana.

Eppure, la norma che più di tutte farà discutere è la possibilità di impugnare l’ordinanza cautelare collegiale che boccia l’istanza dei contribuenti per far sospendere l’atto del Fisco. Contrariamente a quanto previsto attualmente, sarà possibile ricorrere contro il provvedimento direttamente nella Corte di secondo grado, mentre per quella emessa dal giudice monocratico nella Corte di primo grado. Il particolare non è di poco conto per i contribuenti ma rischia di creare un imbuto di procedimenti dinanzi al grado di appello.

Arriva poi un nuovo impulso verso l’informatizzazione degli atti, allo scopo di rendere sempre più telematico il processo. Si prevede, tra le altre cose, che la notificazione dell’intimazione e del modulo di deposizione testimoniale sia fatto in formato telematico. Anche le comunicazioni avvengono esclusivamente per mezzo Pec comunicata dai difensori nel ricorso o nel primo atto difensivo.

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