LUTTO IN VATICANO

Addio a Navarro Valls, per 22 anni portavoce di Papa Wojtyla

di Carlo Marroni

Joaquin NavarroValls in un'immagine dell'11 aprile 2011 (Ansa)

3' di lettura

Joaquin Navarro Valls, storico portavoce di Papa Woitjla, è morto. Lo si apprende dalla sala stampa Vaticana. Aveva lasciato l'incarico nel luglio 2006 dopo 22 anni di servizio e al suo posto era arrivato padre Federico Lombardi (in carica fino al luglio di un anno fa). Spagnolo di Cartagena, per ventidue anni era stato la “voce” del Papa, contribuendo, durante il lungo pontificato di Giovanni Paolo II a un rinnovato rapporto del Vaticano con i media di tutto il mondo. Nel delicato compito di direttore della sala stampa della Santa Sede era stato chiamato da papa Wojtyla il 4 dicembre del 1984 e aveva svolto questo compito con discrezione e stile, forte di un rapporto strettissimo col pontefice polacco.

Il mondo lo ricorda emozionato, con le lacrime agli occhi, quando in sala stampa vaticana a fine marzo 2005 annunciò che Giovanni Paolo II era gravissimo. Il legame con il Papa polacco ha segnato la sua vita ma ha anche cambiato un pezzo di storia della Chiesa cattolica. Joaquin Navarro Valls fu incaricato da Wojtyla di cambiare il modello di comunicazione della Santa Sede, e lui interpretò per oltre venti anni questo mandato con totale dedizione e una notevole dose di innovazione.

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Si deve forse anche al suo lavoro dietro le quinte - ma neppure troppo nascosto per la verità - lo straordinario appeal planetario di Giovanni Paolo, che iniziò a girare il mondo e a incontrare i giornalisti, anche senza di fatto dare interviste individuali, ma solo risposte a getto collettive. Nascono le conferenze stampa in aereo, gli incontri personali, ma nulla e' casuale: Navarro, dietro la cordialita' spagnola, aveva una forte presa sulla stampa, e tollerava poco le critiche (qualcuno ne fece anche le spese).

Ma va detto che erano anche tempi duri, specie nella prima parte del pontificato, quando il muro di Berlino era ancora in piedi e oltrecortina si monitorava l’attività del Papa con dedizione spasmodica. La sua forza fu in sostanza l'accesso diretto all'Appartamento, e in particolare con il potentissimo segretario papale don Stanislaw, oggi cardinale di Cracovia: fino ad allora nessun laico con incarico nella Santa Sede aveva avuto un accesso così, il che lo rendeva non solo molto autorevole ma anche sempre ben informato e “in charge”.

Il suo ruolo andò oltre quello di portavoce: fu il mediatore con il regime di Fidel Castro che porto' al viaggio di Wojtyla a Cuba nel 1998, un fatto davvero storico, che ha contribuito a modificare il corso degli eventi in quella terra. Dopo la morte di Giovanni Paolo II papa Ratzinger lo confermò per un anno in quel ruolo, ma fu subito chiaro che il modello di comunicazione sarebbe cambiato radicalmente, e quindi lo sostituì con padre Federico Lombardi, gesuita, direttore di Radio Vaticana, che poi dovette gestire a differenza del pontificato precedente, delle crisi continue interne e la rinuncia di Benedetto, e lo fece con straordinaria abilita', fino allo scorso anno.

Navarro Valls quando fu nominato nel 1984 (la chiamata del Papa arrivò senza preavviso) era presidente della stampa estera, e rappresentava un figura di spicco nella comunità giornalistica romana, visto che era (e lo è rimasto) un membro numerario dell'Opus Dei, come lo è il successore di Lombardi, il giornalista americano Greg Burke, che guida la sala stampa dall’agosto 2016. Negli ultimi anni Navarro insegnava al Campus Biomedico - ateneo dell'Opera - teneva conferenze ed era stato anche presidente della Fondazione Telecom

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