Addio a Raffaele La Capria, lo scrittore aveva 99 anni
Vinse il premio Strega nel 1962 con il suo capolavoro “Ferito a Morte”
di Stefano Biolchini e Marco Onnembo
2' di lettura
Il prossimo 3 ottobre avrebbe compiuto 100 anni. Raffaele La Capria è morto ieri sera a Roma, dove viveva da 72 anni. Eppure, tutta la sua opera era incentrata su Napoli, sua città natale. Una sorta di palcoscenico con il quale si è sempre confrontato con i suoi romanzi, i suoi saggi, le sue sceneggiature. La “Foresta Vergine”, come la chiamava, perché nella sua visione era capace di inghiottire ogni cosa.
Eclettico
Eclettico è un aggettivo banale se accostato a lui, che è stato uno dei grandi della Letteratura del secondo Novecento.A Napoli, per esempio, era ambientato il romanzo “Ferito a morte”, con cui aveva vinto il premio Strega nel 1961, nella quale il maestro napoletano sperimenta una narrazione che abbraccia piani temporali diversi e una complessità concettuale non facile da trovare (e accettare) per il gusto letterario del tempo. Ma, l'opera incontrò un immediato successo di pubblico, tanto da essere tradotta in molte lingue. Come anche “Le mani sulla città”, con cui insieme al suo amico regista Francesco Rosi – che lo trasformerà in un meraviglioso film di denuncia sul malgoverno della città partenopea -, La Capria si aggiudicherà il Leone d'Oro per la migliore sceneggiatore al Festival del Cinema di Venezia. Con il regista, da allora, condividerà sempre una solida amicizia
E ancora a Napoli era dedicata “L'Armonia perduta”, la sua più importante opera saggistica che indagava le cause della decadenza civile della sua città natale che, come diceva nella sceneggiatura del film di Rosi, è “una città che ti ferisce a morte o t'addormenta, o tutte e due le cose insieme”. Un saggio di sociologia e storia e antropologia di una modernità disarmante. Perché forse è questa la cifra che più di ogni altra emerge dalle pagine di La Capria che, tra l'altro, per anni è stato editorialista del Corriere della Sera: una profonda modernità. Sempre molto apprezzato dalla critica, nel 2001 ha ricevuto il Premio Campiello alla carriera, mentre nel 2005 ha vinto il Premio Viareggio per la raccolta “L’estro quotidiano” e nel 2012 il Premio Brancati
Nato a Napoli il 3 ottobre 1922, dopo la laurea in giurisprudenza all'Università degli Studi di Napoli Federico II nel 1947, soggiorna in Francia, Inghilterra e Stati Uniti, trasferendosi nel 1950 a Roma. Nel 1957 ha frequentato a Harvard l'International Seminar of Literature. Condirettore della rivista letteraria Nuovi Argomenti, La Capria è stato anche autore di radiodrammi per la Rai e sceneggiatore per il cinema.
Francesco Rosi
Con l’amico Francesco Rosi aveva realizzato da sceneggiatore oltre al film “Le mani sulla città” altre pellicole, tra cui “Uomini contro” (1970). La Capria ha collaborato anche con Lina Wertmüller per “Sabato, domenica e lunedì” (1990) e “Ferdinando e Carolina” (1999).Voce e anima di Napoli, nelle sue opere ne aveva cantato le bellezze e le asperità.
La sua opera più nota ““Ferito a morte è considerato da critici e lettori in classico della letteratura italiana del secondo Novecento.
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