I punti chiave
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La scomparsa del teologo svizzero Hans Küng (nato nel 1928) rende orfano il mondo cristiano di uno studioso attento, critico, profondo. Impossibile ricordare dettagliatamente quanto fece e quanto scrisse. Diremo che studiò filosofia e teologia alla Gregoriana, insegnò dogmatica, diventò perito al Vaticano II e soprattutto seppe ricordare le responsabilità delle fede cristiana verso il mondo moderno e la necessità di dar vita al dialogo interreligioso.
Küng è stato un teologo tra i più grandi del ‘900 e un'autorità morale per i credenti contemporanei. Ordinato sacerdote a Roma nel 1954, non si perse in ricerche tipiche della teologia politicamente impegnata, ma seppe porsi domande fondamentali sull'esistenza di Dio, sull'infallibilità del Papa, su cosa si debba intendere quando si parla di Chiesa, sui rapporti tra fede e scienza.
Ha studiato a fondo i tre monoteismi – Ebraismo, Cristianesimo e Islam – e nulla ha risparmiato al magistero romano. Non a caso fu sollevato, per sue posizioni dottrinali, dall'incarico di professore.
Progetto per un'etica mondiale
Libri quali “Dio esiste? Risposta al problema di Dio nell'età moderna” o “Vita eterna?” (entrambi tradotti da Mondadori) restano dei classici; un'opera come “Progetto per un'etica mondiale. Una morale ecumenica per la sopravvivenza umana” (Rizzoli) è indispensabile per capire le questioni del presente. Gran conoscitore del fugace mondo delle note e dell'importanza che esso ricopre, lo ha dimostrato in “Musica e religione. Mozart, Wagner, Bruckner” (Queriniana).
Fermezza dinanzi ai pontefici Pio XII, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI
Con Küng c'è da perdersi. Anche parlando soltanto delle proposte da lui avanzate per il rinnovamento e il mutamento della Chiesa, potremmo elencare una bibliografia sterminata. Ma più ancora si dovrebbe rammentare la sua fermezza dinanzi ai pontefici da Pio XII all'attuale, soprattutto con Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Quest'ultimo lo incontrò a Castel Gandolfo il 24 settembre 2005. Anche se si scambiarono sorrisi, in seguito Küng nulla risparmiò al pontefice teologo, arrivando persino a criticarlo per gli abusi sessuali che esplosero durante il suo pontificato (un esempio: l'articolo uscito su “Repubblica” il 18 marzo 2010 con il titolo “Ratzinger reciti il mea culpa sulla pedofilia”).
Inflessibile e combattivo
Inflessibile, combattivo, alla ricerca ostinata di una verità che sembrava aver smarrito i suoi pastori, Küng fu un gigante in un'epoca di teologi sempre più in crisi. Conversatore delizioso, chi scrive ricorda una cena con lui e Giovanni Reale a Milano, in cui i due parlarono magistralmente di filosofia antica. Küng citava direttamente in greco Platone, Reale non era da meno. Un teologo che fu grande anche in questo.
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