ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di piùIl ricordo

Addio a Valerio Castronovo, storico infaticabile dell’impresa e firma autorevole del Sole 24 Ore

L’eredità intellettuale dello studioso piemontese va ben oltre alla sua opera più famosa: la biografia del fondatore della Fiat Giovanni Agnelli

di Paolo Bricco

4' di lettura

Ogni studioso di valore ha scritto, nella sua vita, almeno un grande libro. Il libro di Valerio Castronovo, scomparso ieri a Torino all’età di 88 anni, è Giovanni Agnelli, la biografia del fondatore della Fiat, pubblicata nel 1971 da Utet e considerata tuttora uno dei prodotti migliori della ricerca storica sulla figura del Senatore e sulle élite italiane del Novecento. Giovanni Agnelli è un capolavoro che, ancora oggi, deve leggere chiunque desideri capire che cosa sia stata l’Italia del secolo scorso: nello sbocciare delle famiglie del capitalismo privato, nella definizione di una cultura della fabbrica, nel rapporto fra la politica e l’economia.

Basterebbe questo saggio per assegnare a Castronovo una posizione rilevante fra gli storici contemporaneisti che hanno contribuito alla cultura italiana, hanno formato allievi, hanno mescolato i generi e si sono confrontati, animati da impegno civile e da divertimento intellettuale, con l’attualità più stretta: nella sua generazione Castronovo è stato fra i più brillanti cultori delle ricerche di archivio e, allo stesso tempo, fra i più rapidi e sagaci autori di interventi sui giornali.

Loading...

Dal 1976 al 1999 ha scritto sulle pagine culturali della Repubblica di Eugenio Scalfari. Nel 2000 è passato al Sole 24 Ore contribuendo con dedizione e sistematicità al dibattito sulle colonne dei Commenti e del Domenicale. Nel suo ultimo intervento, uscito a fine 2021 («Banche e imprese: la manovra del 1931 e il cordone da recidere»), Castronovo tornava ancora sul complesso rapporto fra investimenti e capitalizzazioni, credito bancario e crisi industriali.

Professore a Torino

Dal 1967 al 1971 professore incaricato di Storia moderna all’Università di Torino, prima di dedicarsi alla storia dell’impresa e alla storia delle classi dirigenti economiche e politiche italiane del secolo scorso, ha firmato studi e comparazioni sulla cultura e l’amministrazione degli Stati italiani fra il Cinquecento e il Seicento. Non a caso, secondo una genealogia intellettuale versatile e molteplice, lui indicava in Keynes e Bobbio i due autori che più lo avevano influenzato. Questa specificità culturale è stata, anche, alla base della sua capacità di comprendere un fenomeno come la Fiat che, fin dall’origine, ha avuto una componente politica fortissima, tanto da risultare una Impresa-Stato e una Impresa-Istituzione che ha lasciato un’orma fondamentale nel sentiero della storia italiana.

Il lavoro intellettuale e professionale di Castronovo si è svolto soprattutto in due luoghi. Il primo è naturalmente Torino, dove era arrivato dalla città natale di Vercelli e dove si laureò con Guido Quazza. E dove, dal 1972 al 2004, è stato ordinario di Storia contemporanea. Il secondo è Roma, dove aveva collocato la sede del Centro studi per la documentazione storica ed economica dell’impresa, un pensatoio che ha seguito di persona fino al 2020 e la cui missione culturale era lo studio della storia delle imprese in Europa dall’Ottocento a oggi.

Il rapporto con la Fiat

Castronovo ha studiato molto la Fiat. In un ambiente culturale e sociale complesso come Torino si è mosso con signorilità ed educazione, ma senza sottomissioni o vassallaggi. Per esempio, non ha mai sentito l’attrazione per il potere duro di Cesare Romiti che a un certo punto, a Torino, ha assunti tratti preponderanti rispetto al rito sabaudo della vecchia Fiat e dei vecchi Agnelli. Anche per questo, nella non semplice dialettica fra vita privata e vita intellettuale, ha pubblicato libri che rimarranno, come Fiat, 1899-1999. Un secolo di storia italiana (Rizzoli).

Non è stato, però, esclusivamente uno studioso di Fiat. Con una metodicità e una capacità organizzativa invidiate da molti colleghi, ha scritto decine di saggi di storia dell’impresa, che partendo da occasioni aziendali hanno composto una vera e propria biblioteca dell’economia italiana: case history trattate con rigore, precisione e autorevolezza.

Storico dell’imprenditoria italiana

La sua ricerca ha incrociato la storia della rappresentanza, letta attraverso il caleidoscopio della complessità sociale ed economica, politica e culturale di un Paese frastagliato e dinamico come l’Italia. Castronovo ha infatti pubblicato per Laterza nel 2010 Cento anni di imprese. Storia di Confindustria 1910-2010 e, nel 2013, L’Italia della piccola industria. Dal dopoguerra ad oggi.

Nella sua vasta produzione, si è misurato con gli strumenti più diversi. Non soltanto i libri e i giornali. Ma, anche, la televisione. Negli anni Novanta, insieme a Renzo De Felice e a Pietro Scoppola ha realizzato il documentario commissionatogli dall’Istituto Luce, «L’Italia del Novecento»: una serie in 50 puntate.

L’eredità intellettuale

Castronovo, prima di andarsene, ha regolato le sue cose, organizzando la sua eredità intellettuale. Ha conferito tutte le sue carte private all’Istituto di Studi Storici Gaetano Salvemini di Torino, di cui era ancora presidente onorario dopo esserne stato a lungo presidente esecutivo: carte che confluiranno nel Fondo Valerio Castronovo. Ha donato una parte consistente della sua biblioteca di storia economica all’impresa Arti Grafiche Boccia, con l’obiettivo della apertura di un centro culturale: lo spazio a Salerno è stato trovato, i 25mila libri sono stati collocati, ora dovranno essere catalogati per rendere questa biblioteca, che sarà intitolata a lui, fruibile entro la fine dell’anno. Infine, ha scelto che i grandi classici – da Keynes a Marx, da Gramsci a Tocqueville – restino in dote alla nipote Caterina, giovane studiosa.

Le ultime gocce di energia di Castronovo, che da tempo aveva dovuto rinunciare alla passione per i giornali, si sono concentrate sugli amati libri. Fino allo scorso dicembre, ha faticosamente corretto le bozze della nuova edizione del volume per le scuole superiori MilleDuemilaTrenta.

Valerio non c’è più. Ma il 7 aprile la Luiss pubblicherà il suo ultimo, inedito, libro: Inter pares. L’Unione europea e il problema della autonomia strategica (Luiss University Press). Infaticabile Valerio.

Riproduzione riservata ©

loading...

Loading...

Brand connect

Loading...

Newsletter

Notizie e approfondimenti sugli avvenimenti politici, economici e finanziari.

Iscriviti