«Adesso la priorità è completare le opere per Milano-Cortina 2026»
Presidente Confindustria Lombardia
di Giovanna Mancini
3' di lettura
«Le infrastrutture sono la voce più importante per dare valore a un territorio. Le faccio un esempio che riguarda la mia provincia,il Cremonese: appena è stata completata la tangenziale esterna di Milano ed è stato aperto un casello a Paullo, abbiamo assistito al ripopolamento industriale di quell’area, dove oggi lavorano 3mila dipendenti». Francesco Buzzella, presidente di Confindustria Lombardia, riconosce che il 2022 è stato un anno abbastanza positivo per l’avanzamento dei lavori infrastrutturali in Lombardia, come rileva l’ultimo Rapporto Oti Nord. Tuttavia richiama l’attenzione sulle tempistiche, che definisce «incredibili».
Bene ma non benissimo?
Parliamo di decenni per fare opere fondamentali: 20 anni per allargare la A4 da Torino a Milano, altrettanti per il completamento della tangenziale Nord tra Rho e Monza, 15 anni per terminare
la variante della Varesina.
Sono tempi inconciliabili
con il mondo odierno.
Mancano i soldi oppure c’è un problema di governance?
C’è una frammentazione di competenze sulle singole opere che non aiuta e questo è il nodo principale, messo in evidenza anche dal Rapporto Oti. Non è un caso infatti che infatti, laddove arrivi un commissario, i tempi diventino più veloci, e lo stesso sta accadendo per i cantieri legati al Pnrr. Non è accettabile che in Italia ci sia sempre bisogno di un commissario o di una situazione di straordinarietà per riuscire
a fare le cose.
La priorità è semplificare
i processi decisionali?
La direzione deve essere quella
di semplificare e riorganizzare la macchina. Un modello efficace è quello delle Zes, le Zone economiche speciali in cui, oltre
a una fiscalità agevolata sugli investimenti, c’è anche una semplificazione burocratica
che rende gli iter autorizzativi molto più rapidi.
Quali sono gli interventi su cui è prioritario accelerare?
In questo momento è necessario mettere un’attenzione particolare a tutte le opere che interessano la preparazione delle Olimpiadi Milano-Cortina del 2026 . Questo è un obiettivo strategico, per noi come territorio ma anche come Paese. È una vetrina internazionale importantissima e non possiamo permetterci di fare una figuraccia e perdere credibilità. Poi c’è il tema dei grandi corridoi europei, uno su tutti il Reno-Alpi, che rappresenta uno degli assi strategici più importanti per il nostro territorio, ma è anche uno dei punti più critici: il rischio l’area milanese ne diventi il collo di bottiglia.
Parliamo di risorse: quelle previste dal Pnrr sono sufficienti?
Sono sicuramente un contributo determinante, ma sul tema dei fondi europei andrebbe fatta una riflessione di carattere più generale: queste risorse sono state stanziate con criteri e obiettivi che andrebbero rivisti, perché nel frattempo il mondo è cambiato. Ad esempio, i costi delle materie prime e dell’energia hanno fatto aumentare quelli delle opere infrastrutturali anche del 30-40%, perciò, a parità di fondi, si possono realizzare meno interventi. Lo stesso vale per le tempistiche: i ritardi nell’approvvigionamento delle materie prime degli ultimi due anni rende in molti casi impossibile rispettare le scadenze del il 2026. Credo, ed è quello
che chiediamo come industriali, che un minimo di revisione
sarà necessario.
Il Pnrr dà priorità alle opere
su ferro rispetto a quelle su gomma: la Lombardia è allineata a questo obiettivo?
Partendo dal presupposto che le infrastrutture devono essere fatte bene, in modo non impattante sul territorio, ma funzionale al suo sviluppo e benessere, in questo momento a noi serve tutto. Siamo indietro di decenni rispetto a Paesi anche vicini, come Francia o Spagna. Perciò io dico: portiamo avanti tutto. Poi, quando ci saremo messi in pari, potremo discutere quale tipologia di infrastruttura è migliore.
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