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Adolescenti sui social più di 4 ore al giorno. Non riescono a ridurre tempo online

Usano lo smartphone per contattare gli amici, ascoltare musica e vedere film. Reagiscono male se interrotti

di Chiara Di Cristofaro

Entro fine 2020 accesso al 5G per 1 miliardo di persone

4' di lettura

Più di 4 ore al giorno sui social, fanno fatica a ridurre il loro tempo online anche se sanno che è eccessivo. Una situazione che certo non migliora con le misure restrittive e la chiusura dei licei nelle zone più colpite dalla pandemia di Covid-19. E' la fotografia scattata su un campione di 2mila ragazzi e ragazze tra gli 11 e i 18 anni dalla ricerca condotta dall’Osservatorio scientifico della no-profit Movimento Etico Digitale. Proprio l'isolamento forzato legato alla pandemia, infatti, rivela tutta l'ambivalenza degli smartphone, dei social media e del web in generale, che hanno garantito le relazioni anche quando queste erano vietate, ma possono anche portare ad aumentare, nei fatti, quello stesso isolamento.

Contattano gli amici, vedono film o ascoltano musica

Secondo i numeri della ricerca, il 79% dei ragazzi tra gli 11 e i 18 anni trascorre più di 4 ore al giorno sui social, ossia 28 ore a settimana, 120 ore al mese, due interi mesi in un anno. Hanno tentato invano (il 52%) di ridurre il tempo on line e sono abbastanza consapevoli (il 33%) di fare un utilizzo eccessivo dello smartphone. Lo sbloccano in media 120 volte al giorno e lo usano, oltre che per essere connessi ai loro coetanei tramite i social, anche per vedere film o ascoltare musica fino a tarda notte. E guai ad interferire: un ragazzo su 2 dichiara che gli capita di scattare, rispondere male o alzare la voce se disturbato.

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In molti casi si vedono segnali di una possibile dipendenza

“Sono tutti segnali che rimandano alla dipendenza dallo smartphone: sono talmente assorti mentre sono on line da percepire ogni interferenza esterna come intromissione indebita o attacco personale, hanno necessità di portare lo smartphone con sé ovunque si vada; hanno difficoltà a lavorare, concentrarsi, relazionarsi con gli altri a causa dell'uso continuativo dello smartphone che usano per sopperire a sensazioni di ansia e tristezza” commenta Davide Dal Maso, fondatore del Movimento etico digetale e insegnante, che ha portato l’educazione civica digitale in classe.

Con il Covid-19 aumenta l'uso degli smartphone

Durante il lockdown dovuto all’emergenza Covid-19 per molti lo smartphone è diventato l’unico mezzo di comunicazione con il mondo esterno e, di conseguenza, l’uso dei dispositivi mobili è aumentato esponenzialmente durante i mesi trascorsi in isolamento.
Gli smartphone, il web, i social media “capaci di semplificare la vita, abbattere i confini, creare aggregazione sociale e molto altro se usati in modo corretto e consapevole", dice Del Maso, possono diventare "portatori di ansia, depressione e senso di inadeguatezza se utilizzati in maniera smodata o poco consapevole". In una fase nella quale i contatti umani sono molto limitati, lo smartphone rivela così tutta la sua ambivalenza.

Sempre connessi, anche di notte

Andrea, 14 anni, si addormenta con i suoi youtuber preferiti e lo smartphone non lo spegne mai: “Lo uso sempre, da quando mi sveglio a quando dormo”. Giorgia, 16 anni, non si accorge di quanto tempo passa on line e fatica a distinguere tra quando è connessa e quando è off line: “Me ne accorgo solo quando mi vietano lo smartphone e l’ultima volta che non l’ho usato per più di sei ore stavo impazzendo”. E il disagio cresce anche tra i genitori, che non sanno come gestire i tempi sugli schermi. Anche perché uno dei segnali più preoccupanti è quello legato al sonno: il 40% degli intervistati dichiara di perdere ore di sonno perché rimane connesso e attivo online anche di notte. "Un numero impressionante di giovani - dice Del Maso - riduce benessere e produttività, sono schiavi di ciò che succede online, della paura di perdere una storia su Instagram o un contenuto su TikTok. Non a caso si parla di FOMO, Fear Of Missing Out, come di una vera e propria patologia dei nostri tempi”.

I quattro consigli per evitare la dipendenza

La no-profit Social Warning - Movimenti etico digitale, ha elaborato anche quattro consigli utili, per le famiglie. Primo: attenzione al tempo di uso. Esistono numerose funzionalità e app che permettono di tenere traccia delle ore passate davanti allo schermo, è possibile anche impostare notifiche o blocchi quando si eccede un determinato numero di ore (utile specialmente nel caso di dispositivi utilizzati dai più giovani). Secondo, stabilire delle “no-smartphone-zones”: creare delle vere e proprie zone della casa dove il telefono “non può entrare” può dare un aiuto significativo nel limitarne l’uso. Vietato tenere il telefono sul tavolo durante i pasti. Terzo: tenere lontano il telefono quando siamo alla guida e, quarto: disattivare le notifiche. Questo è un modo semplice ed efficace per frenare il circolo vizioso che ci spinge a controllare il telefono in continuazione.

Un crowdfunding per lavorare nelle scuole sulla dipendenza

A due anni dalla nascita e grazie al lavoro di 150 formatori volontari, la no-profit ha raggiunto, tramite incontri in presenza e corsi e-learning, oltre 35mila ragazzi e 13mila genitori, sensibilizzandoli su come approcciare la rete in maniera corretta. Lancia ora una campagna nazionale di sensibilizzazione contro la dipendenza da smartphone, con l’obiettivo di raccogliere fondi per raggiungere cento nuove scuole in tutta Italia. anche in modalità di e-learning. Il Movimento punta a formare anche migliaia di genitori per affrontare insieme tematiche legate ai Social Network, ai rischi (fake news, cyberbullismo) e alle opportunità (influencer, e-commerce).

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