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La torinese Advice ha alle spalle due anni di espansione con due round di investimenti e due acquisizioni. L’obiettivo è stato quello di cambiare il modello industriale portando l’azienda a irrobustirsi grazie ad una tecnologia proprietaria che permetta, attraverso il cloud, di servire direttamente i clienti a livello globale. Advice rappresenta un player di riferimento in materia di loyalty in Italia, con una forte anima tech e una altrettanto forte attenzione al mercato che l’ha portata, poche settimane fa, a passare dal 51% al 100% di Leevgia, azienda di Milano che ha sviluppato una piattaforma con oltre 20 tool di ingaggio per attivare la relazione tra brand e utenti.
«Abbiamo superato la soglia dei 10 milioni di ricavi – racconta il ceo di Advice, Fulvio Furbatto – con una crescita organica del 25% all’anno a partire dal 2020, trend accelerato dalle acquisizioni di due società realizzate nell’ultimo biennio». Advice opera nel settore del MarTech, caratterizzato da un forte approccio tecnologico al Marketing, con un totale di 70 persone, in modalità completamente full remote e con la settimana corta.
Fidelizzare i clienti attraverso la gestione dei dati è la mission industriale di Advice che si presenta con una forte connotazione di azienda Data Driven e con un patrimonio interno di Data Scientist. «Nella nostra strategia abbiamo pensato di rafforzare il nostro business grazie all’acquisizione di un’azienda, e-leads, focalizzata sulla generazione di lead di prima e seconda parte sul mercato, senza passare da cookies di terze parti. Questo ci permette di lavorare meglio con quei clienti per i quali l’acquisizione dei dati è più complessa, penso ad esempio alle energy company o al mondo bancario».
Allargare i servizi e adottare una modalità end-to-end ha avvicinato Advice a nuovi player che l’hanno scelta proprio per acquisire tecnologicamente il proprio cliente e fidelizzarlo in settori più complessi di quello tradizionale della Grande distribuzione. «Oggi gestiamo direttamente i programmi di engagement di sette energy company, le principali in Italia – spiega Furbatto – grazie anche alla creazione di una nuova Unit pensata per quelle aziende che, per il loro modello di business, fanno più fatica a fidelizzare i clienti e a far passare il messaggio “più spendi più ti fidelizzo” perché invece si basano su una proposta commerciale che punta al risparmio».
In questo complesso sistema di loyalty, Advice si è inserita con un approccio innovativo tanto da vincere ad esempio con Sorgenia premi nazionali e internazionali. «Abbiamo completato la fase di trasformazione tecnologica di Advice che rappresenta in realtà la base per l’internazionalizzazione dell’azienda» spiega il ceo Furbatto. La differenza tra lo sviluppo di una tecnologia realizzata sulla base del singolo cliente e invece la possibilità di basarsi su una piattaforma sas significa maggiore scalabilità e più ampie possibilità di mercato. «Siamo arrivati al punto – conferma Furbatto – di poter offrire ai nostri clienti una copertura anche a livello internazionale. Il primo obiettivo che abbiamo è iniziare con alcuni clienti a garantire loro la proprietà del dato anche sul consumatore estero». Si tratta di un valore aggiunto, soprattutto nel settore alimentare, spiega Furbatto. «Abbiamo iniziato con Lavazza e proseguiremo con altri clienti» aggiunge. La proprietà del dato utente sta diventando il “nuovo petrolio” ammette Furbatto, meno numerosi e più qualificati.
Il canale della ricerca e sviluppo è affidato ad una Academy interna, che sviluppa un programma in collaborazione con TedX, «che ci permette di lavorare con marketing manager delle industrie anche se non sono nostri clienti, per stimolare un confronto» spiega il ceo. L’azienda inoltre ha attivato due collaborazioni sul campo, la prima con lo IAB nella market Academy mentre da dieci anni continua la collaborazione con l’Osservatorio Fidelizzazione e ricerca dell’Università di Parma. Advice inoltre si avvale di una società interna che sviluppa servizi tecnologici. «L’anno scorso abbiamo prodotto un servizio che si chiama OCR per mappare gli scontrini e definire con l’intelligenza artificiale, tendenze di consumo dei clienti. Nuove forme di ricerche di mercato attraverso gli scontrini e non più interviste».
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