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Advisor ambientali sotto pressione per i ritardi Pnrr

Più lavoro dalla partenza delle comunità energetiche rinnovabili e dall’M&A di settore

di Massimiliano Carbonaro

3' di lettura

Ci si attendeva che nel 2023 la partita infrastrutturale legata al Pnrr sul fronte dell’Energy entrasse nel vivo, ma i primi mesi dell’anno su questo fronte sono stati una delusione visti i tanti ritardi accumulati.

Questo non ha fatto venir meno l’attenzione delle law firm sul settore che anzi continua ad essere considerato cruciale e su cui si attende per il secondo semestre una accelerazione sul fronte delle comunità energetiche, nell’accompagnamento alle aziende per quanto riguarda il macrotema della sostenibilità e sui progetti di sviluppo infrastrutturale.

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Una grande propensione ad investire in infrastrutture, una continua ricerca di aree adatte per realizzare impianti e novità tecnologiche che si susseguono: sono questi gli elementi che stanno facendo da propulsore all’Energy, che però si scontrano con una risposta in termini amministrativi non compatibile con la velocità che già lo stesso Pnrr richiede.

Le semplificazioni che si sono succedute in quest’ultimo periodo sono considerate apprezzabili, ma creano anche confusione perché non dialogano tra di loro e perché si scontrano con l’inadeguatezza cronica di molte amministrazioni locali.«La durata degli iter autorizzativi – commenta David Röttgen, partner di Ambientalex – continua ad essere un problema nonostante la normativa preveda tempistiche scandite, spesso disattese dalle amministrazioni. Certo, spesso – ma non sempre – le amministrazioni sono sottodimensionate. E da parte dei soggetti industriali a volte c’è una ridotta cura nel redigere i dossier autorizzativi. Comunque sia, in Italia continua a mancare la certezza dei tempi del procedimento autorizzativo, al netto dei rischi Nimby».

Occorre, secondo Ambientalex, ottimizzare la connessione tra economia circolare e produzione di energia elettrica. Mentre si registra una cronica carenza di impianti in certe zone d’Italia. Un ulteriore flusso di clienti arriva allo studio da aziende attente a profili di compliance ambientale oppure intente a realizzare progetti per la sostenibilità nelle loro filiere: «Nel mercato si continua a parlare di temi Esg – aggiunge Röttgen – e di sostenibilità, a volte con uno sbilanciamento sugli aspetti ambientali. La sostenibilità non è solo di carattere ambientale, ma anche economico-sociale. C’è ancora molta strada da fare per evitare di limitarsi ad audit fatti solo sulla carta, o peggio, ricadere nel greenwashing».

Ci sono all’orizzonte grosse novità legate alle nuove tecnologie e alle tipologie di impianti con la possibilità di interconnessione tra diversi sistemi. «Purtroppo - commenta Claudio Vivani co-fondatore di Renna & Vivani - sono visioni del futuro che vanno coniugate con la realtà amministrativa. Bisognerebbe che un ente pubblico nel valutare un progetto arrivasse anche a considerare la correlazione del singolo impianto con il contrasto al cambiamento climatico. È una valutazione da introdurre». Per il resto del 2023 si immagina un grande impulso sulle comunità energetiche. «Occorre studiare dei meccanismi per fare ricadere i benefici della produzione di energia sulle comunità locali- aggiunge Vivani - che farebbe il paio con il concetto di comunità energetica».

Anche per Herbert Smith Freehills questo è l’anno dello sviluppo delle comunità energetiche mentre rileva un interesse notevole degli investitori su progetti di sviluppo greenfield. «Stiamo osservando nel panorama dei player - commenta Francesca Morra, responsabile del team Energy - l’ingresso di nuovi soggetti che si affiancano alle imprese energetiche e ai fondi, realtà che da consumatori vogliono diventare protagonisti della produzione. Anche le piccole comunità e le Pmi si stanno affacciando su questo mercato».

Un altro trend molto forte nel settore ambientale è, e soprattutto sarà, l’M&A, con importanti operazioni all’orizzonte non solo sulle rinnovabili.

L’innovazione di settore trascina con sé la valorizzazione dei beni immateriali, in tutti i campi, compresa l’energia e una delle novità più attese sarà il debutto a Milano del Tribunale unico dei brevetti atteso dal primo giugno prossimo. Da Hsf sottolineano che il tribunale avrà un forte impatto sulla professione, ma restano ancora da capire nel dettaglio, anche a livello politico, quale sarà il suo raggio di azione.

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