Aerei, forte domanda e prezzi alti: è l’estate d’oro dei big
Nonostante le incertezze dell’economia, torna il boom dei viaggi unito a rincari dei biglietti a due cifre percentuali: dopo la crisi Covid le compagnie aeree rivedono al rialzo i target
di Mara Monti
I punti chiave
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E’ l’estate della ripresa per le compagnie aeree: il boom dei viaggi e gli alti prezzi dei biglietti aerei non mostrano segni di rallentamento nonostante l’incertezza economica e l’inflazione che sta erodendo i risparmi delle famiglie. Mentre permangono i dubbi sulla sostenibilità a lungo termine, le compagnie aeree e gli analisti non vedono cedimenti in questo trend che continua a considerare il viaggio una priorità assoluta. Meno il business travel ancora lontano dai livelli raggiunti prima della pandemia: la ripresa c’è anche in questo comparto, ma meno accentuata rispetto a settore leasure per il permanere del lavoro da remoto negli uffici.
Risultati oltre le aspettative
I viaggi internazionali hanno raggiunto quest’anno circa il 90% dei livelli pre-pandemia, secondo la Iata (International Air Transport Association) mentre Moody’s nel suo ultimo report sul trasporto aereo stima che la domanda globale crescerà del 22% su base annua nel 2023 e del 6% nel 2024. Nonostante le previsioni di rallentamento, l’agenzia di rating continua ad essere positiva sul settore.
Le compagnie gongolano in questo primo anno senza pandemia e senza scioperi, evitati con l’aumento degli stipendi di piloti, personale di volo e di terra: la combinazione della forte domanda e dell’aumento a due cifre dei biglietti aerei hanno spinto i vettori a rivedere al rialzo i risultati finanziari dell’anno in corso dopo un secondo trimestre migliore delle previsioni.
Come nel caso della tedesca Lufthansa che ha superato il 90% delle prenotazioni rispetto ai livelli pre-pandemia, mentre il gruppo Air France-KLM prevede di tornare alla capacità pre-Covid nel 2024, obiettivo già raggiunto dalla low cost Ryanair nell’ultimo trimestre che con 123.5 milioni di passeggeri trasportati, ha superato del 23% i livelli pre-Covid in termini di capacità offerta. Il vettore low cost Wizz Air ha cominciato ad estendere il suo network verso il Middle East per trovare nuovi sbocchi di crescita e easyJet prevede di aggiungere il 15% della capacità nel prossimo inverno dal momento che le prenotazioni già oggi sono superiori rispetto allo scorso anno. Lo stesso vale per compagnie americane e asiatiche: Cathay Pacific, la compagnia di riferimento di Hong Kong, ha annunciato profitti semestrali ai massimi dal 2010.
Ancora i aumento i prezzi dei biglietti
A sostenere il settore tra i più colpiti durante la pandemia, l’aumento a due cifre dei prezzi dei biglietti aerei, un trend destinato a consolidarsi anche il prossimo anno. Secondo un report di UBS «Despite fare moderation still double digit fare growth yoy in 4Q», in media per un biglietto di economy andata e ritorno nel terzo trimestre il costo è stimato in crescita del 19% dopo un secondo trimestre salito del 32% e nel quarto trimestre - il periodo delle ferie natalizie - salirà del 36 per cento. Se per le leading companies si prevedono incrementi tutti in linea tra il 33% e il 39% nel quarto trimestre, al contrario tra le low cost gli aumenti possono andare da un minimo del 16% fino a toccare il 50 per cento. Più contenuti gli aumenti delle tariffe in premium economy attorno al 19% con il business travel in recupero, ora all’80% rispetto a pre-pandemia.
La reazione della Borsa
In Borsa I titoli delle compagnie aeree hanno recuperato dall’inizio dell’anno da un minimo di +13% per Lufthansa a un massimo di +39% per easyJet, ma nell’ultimo mese hanno perso terreno: gli analisti temono che nei prossimi trimestri gli effetti della contrazione dell’economia comincino ad avere un impatto anche sul trasporto aereo. Tuttavia, l’agenzia di rating Moody’s resta positiva, prevedendo una continua espansione dell’utile operativo aggregato destinato a raddoppiare per toccare 29 miliardi di dollari nel 2023 dai 15 miliardi nel 2022, prima di superare i 40 miliardi di dollari nel 2024, superando il dato prepandemia del 2019 quando l’utile operativo si era attestato a 30 miliardi di dollari.
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