Aeroporti, conto da 150 milioni per le norme post coronavirus
Le stime di Pwc sull'impatto della messa in sicurezza delle procedure d'imbarco
di Mara Monti
2' di lettura
Serviranno almeno 150 milioni di euro per adeguare i 39 aeroporti italiani alle nuove norme di sicurezza post Covid-19 per i passeggeri, dipendenti e operatori. La stima preliminare è di PwC in un report sull’analisi delle azioni da intraprendere negli scali italiani per fare fronte all’emergenza. Misure importanti dal momento che l’aeroporto è il primo spazio condiviso prima dell’imbarco dalle fasi del check-in, al controllo passaporti, agli imbarchi. Gli stessi dipendenti degli scali continuamente a contatto con i passeggeri, richiedono un’attenzione specifica. La stessa Sea, la società che gestisce gli aeroporti milanesi sta valutando l’introduzione di test sierologici per i suoi dipendenti.
«La gestione dell’utenza aeroportuale nel nuovo scenario post-Covid pone sfide operative importanti per i gestori», sottolinea Paolo Guglielminetti, partner di PwC: dalla sorveglianza sanitaria al momento dell’imbarco e dello sbarco dei passeggeri fino ai controlli della temperatura. Sempre all’interno delle aeree aeroportuali vengono richiesti il monitoraggio dei flussi dei passeggeri e il rispetto del distanziamento sociale al fine di evitare assembramenti. Le soluzioni adottate sono in linea con le restrizioni dei singoli paesi. L’aeroporto di Vienna, ad esempio, mette a disposizione test sierologici per i residenti in arrivo al costo di 190 euro nel caso non possano presentare certificati sanitari. La stessa Enac, l’autorità italiana di controllo del traffico aereo nelle sue linee guida per la ripartenza non esclude la possibilità di introdurre test in aeroporto. Nell’attesa della scoperta di un vaccino antivirus, agli aeroporti è demandata la responsabilità di mettere in sicurezza passeggeri e dipendenti.
«Gli investimenti sono indipensabili in particolare in questa fase di ripresa del traffico aereo - spiega Guglielminetti -. Possono essere sostenuti attingendo dai fondi comunitari e in Italia dal fondo per la sicurezza istituito presso il ministero degli Interni: l’obiettivo 2 mira alla gestione dei rischi e delle crisi legate alla sicurezza ed all’incolumità delle persone, così come alla predisposizione di piani di protezione delle infrastrutture contro gli attacchi terroristici ed altre criticità».
È prevedibile che gli aeroporti specialmente quelli secondari siano alla disperata ricerca di traffico nei prossimi mesi: «Il sistema di incentivi ai vettori in Italia ha funzionato bene valorizzando scali secondari creando domanda e turismo - aggiunge PwC -. In questa fase diventa cruciale rivedere la catena dei costi che pesano sulle compagnie aeree dalle tariffe aeroportuali a quelle di sorvolo per incentivare a ripresa del traffico».
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