Affitti brevi, governo verso la stretta: sindaci favorevoli, frenano i proprietari
Il ministro del Turismo Santanchè: «Il far west deve finire ma prima serve una mappatura»
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Il ritorno massiccio dei turisti, il tutto esaurito nelle città d’arte registrato nei giorni di Pasqua e i numeri che si annunciano in crescita anche per il ponte del 25 aprile riportano all’attenzione il tema degli affitti turistici brevi. Per la ministra del Turismo Daniela Santanchè servono nuove regole, perché «il far west deve finire». Un intervento sollecitato da tempo dai sindaci delle principali città chiedono un intervento a livello nazionale. Intanto organizzazioni del settore (tra cui Confedilizia) sottolineano però che non c’è bisogno «di ulteriore regolamentazione» ma di «una sistemazione di quella in essere».
Santanchè: serve una regolamentazione
Per la ministra Santanchè «le poche regole esistenti non vengono applicate. Serve una regolamentazione vera e stiamo anche aspettando ciò che elaborerà l’Europa. Ho attivato un tavolo con tutte le associazioni di categoria, ascoltando le varie istanze, e andremo a definire nuove regole». Prima, però, «dobbiamo capire quanti sono gli affitti brevi e dove sono. Dobbiamo fare una mappatura, perché ad oggi non esiste. Altrimenti parliamo del nulla. Dopo che avremo una fotografia completa, interverremo».
Il fronte dei sindaci
Da tempo i primi cittadini di alcune città portano avanti una proposta di regolamentazione delle piattaforme per gli affitti brevi turistici. «L’idea è autorizzare gli affitti brevi sopra i 90 giorni all’anno emettendo delle licenze che dureranno 5 anni. Questo all’interno di una programmazione della città dove si individuano le zone dove queste autorizzazioni possono essere emesse», ha spiegato il sindaco di Bologna Matteo Lepore.
«Il turismo non deve essere considerato un problema ma va governato. Si parla di un fenomeno globale e l’idea che un sindaco da solo possa risolvere un problema globale che riguarda intere nazioni è una assurdità. Per questo chiediamo un intervento a livello nazionale, spero di poterne parlare presto con la ministra del Turismo Santanchè», ha detto il sindaco di Firenze Dario Nardella, tra i più impegnati a trovare una soluzione al fenomeno.
Le organizzazioni dell’edilizia: no a ulteriori regole
Intanto Confedilizia e altre 12 organizzazioni rappresentative del settore hanno presentato al ministro del Turismo un documento con alcune proposte partendo da una premessa: serve una «sistemazione della normativa vigente di riferimento» e non nuove regole. Anzi, le organizzazioni chiedono l’abrogazione di due norme: la prima è quella che permette al comune di Venezia di limitare gli affitti brevi nel centro storico. La seconda quella che «trasforma obbligatoriamente in imprenditore il proprietario che intenda locare per periodi brevi più di quattro appartamenti». Tra le proposte quella di ridurre a un unico adempimento «a carico del proprietario (o al gestore professionale del suo immobile), la comunicazione telematica alla Questura circa i dati e le informazioni normativamente richiesti con l’assegnazione di un codice identificativo o numero di registrazione»; «uniformare la normativa nazionale con le diverse normative regionali e comunali» e, per una maggiore trasparenza del settore e a garanzia degli inquilini, l’attivazione del “Codice identificativo nazionale” (Cin), introdotto nel 2019 ma non ancora attivato.
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