Studenti fuori sede, cresce l'offerta di stanze in affitto: prezzi in salita nelle città secondarie
Cresce la disponibilità sul mercato (+34% di alloggi in un anno), segno che i piccoli proprietari preferiscono questa forma di locazione a quelle tradizionali. Stabili i prezzi delle singole a Roma e Milano (che resta comunque la più cara)
di Laura Cavestri
I punti chiave
4' di lettura
Crescono (di un po’ e non ovunque) i prezzi degli affitti delle stanze per studenti. Ma soprattutto cresce l’offerta dl mercato (+34% per le singole), segno che i piccoli proprietari – quando non vogliono o non possono entrare nel business delle locazioni brevi – virano più di prima verso un mercato, quello delle stanze, appunto, percepito come più redditizio, sicuro e reattivo rispetto a quello tradizionale. A scattare la prima fotografia del mercato immobiliare per gli studenti universitari del nuovo anno accademico è l’ultimo rapporto di Immobiliare.it Insights, società del gruppo di Immobiliare.it, che evidenzia un aumento dell’offerta molto importante soprattutto nei centri satellite, come Brescia (+75%), Latina (+68%), Bergamo (+49%), che ora si propongono come alternativa ai poli di maggiore dimensione, grazie anche alla presenza di collegamenti rapidi con la grande città e un’offerta didattica spesso similare.
Il quadro complessivo
Milano – con i suoi molti poli universitari e le scuole di specializzazione che attraggono sempre più studenti, italiani e stranieri – per la prima volta negli ultimi anni, frena sui rincari. vale la legge della domanda e dell’offerta. Rimanendo comunque la più cara, con un costo medio delle singole di 626 euro al mese, segna “appena” il +1% rispetto all’anno scorso riconducibile all’aumento dell’offerta (+36%), pur conservando ancora un incremento nella domanda (+15% per cento). Mentre Roma vede una crescita importante nella domanda (ben +55% verso l’anno passato) collegata anche alla difficile mobilità verso la città. Questo porta a una minor crescita dell’offerta, subito assorbita dal mercato e a un costo medio, per una singola, che si ferma a 463 euro al mese.
Le tre città con forte storia universitaria Bologna, Padova e Venezia registrano in comune l’aumento dell'offerta (+33%, +30% e +47% rispettivamente), ma hanno comportamenti diversi sulla domanda che ne determina andamenti diversi sui canoni. Bologna, con i suoi 482 euro al mese per la stanza, ancora in crescita (+8% rispetto a un anno fa), mostra una diminuzione dell’interesse (-14%) con una domanda che continua a spostarsi nel primo hinterland. In quarta posizione (dopo Milano, Roma e Bologna) c'è Firenze con i suoi 435 euro. Padova registra, invece, ricerche in forte aumento (+87%) grazie anche alla riduzione di prezzo (-12%) legata all’ingresso di una nuova offerta. Venezia è comunque atipica per la sovrapposizione della domanda turistica di breve periodo: vede una crescita di prezzo del 10% (396 euro per la singola) pur registrando un minor incremento dell’interesse rispetto ad altre città (+25%) e un aumento dell’offerta del 47 per cento. Quasi appaiate Modena e Bergamo, 412 euro e 411 euro rispettivamente. Superano, appena, la soglia dei 400 euro anche Padova e Verona (404 euro e 401 euro, rispettivamente). Poco al di sotto, Brescia (385 euro).
Dove l’offerta anticipa la domanda
Interessante, infine, considerare le città che registrano crescite nel numero di alloggi disponibili superiore al 50% rispetto a un anno fa. Sono Brescia, Latina, Trieste, Modena, Messina e Catania. I piccoli proprietari stanno valutando con interesse queste formule di locazione e qui l’offerta sta anticipando la domanda, con una ragionevole attesa a settembre di prezzi calmierati dalla competizione di mercato.
«Nel momento in cui i proprietari decidono di entrare nel mercato delle stanze o dell’affitto turistico di breve termine – spiega Carlo Giordano, board member di Immobiliare.it – ne risulta una diminuzione degli immobili proposti in quello dell’affitto tradizionale di lungo periodo (i contratti 4+4 o 3+2 del canone concordato). In Italia lo sviluppo immobiliare è fermo da anni e questo aumenta la probabilità di trovarsi ad affrontare, nel medio periodo, un nuovo caro affitti legato alla scarsità di offerta destinata ai giovani lavoratori o nuove coppie che cercano la loro casa in queste città».
I costi delle doppie
In forte calo d’interesse rispetto alla singola (soprattutto dopo il covid), è diversa la situazione dei prezzi del posto letto in doppia: se il capoluogo lombardo conserva la prima posizione a 348 euro, al secondo posto si trova invece Roma con 272 euro. Terza posizione per Napoli, fuori dalle prime 10 per quanto riguarda le singole, a 258 euro. Seguono Firenze (255 euro) e Bologna (249 euro). Sesta Padova a 231 euro, seguita da Modena dove un posto letto costa 226 euro di media. Tra i 220 e i 210 euro, infine, le città di Torino, Verona e Pavia, che supera di poco la città di Venezia, fuori quindi dalla top 10.
Dove sono saliti di più i prezzi
Alcune città registrano oscillazioni importanti dei prezzi delle stanze anche in questo 2023. È il caso di Bari che rispetto al 2022 guadagna ben il 29%. Prezzi in aumento, del 18%, anche a Brescia e Palermo. Parma e Pescara vedono un incremento del canone della singola del 16% in un anno. Sono invece principalmente le sedi universitarie più note a mostrare un rallentamento della corsa dei prezzi, quando non una diminuzione: è il caso di Padova, dove i prezzi in un anno sono scesi del 12%, ma anche Firenze e Trento, al -4% e -2% rispettivamente. La città di Siena si attesta al -1%, mentre Roma non mostra variazioni rispetto allo scorso anno. La stessa Milano, la più veloce di sempre nella corsa ai rincari, nel 2023 ha visto crescere i prezzi “solo” dell’1%; Bologna dell’8 per cento.
«L'attenzione degli ultimi mesi verso la tematica del caro affitto – ha concluso Giordano – ha risvegliato l’interesse dei piccoli proprietari verso un mercato, quello delle stanze, appunto, percepito come più redditizio, sicuro e reattivo rispetto a quello tradizionale. Nel lungo periodo vedremo anche i risultati degli investimenti previsti dal Pnrr oppure nuove iniziative private di sviluppo per gli studentati, ma nel breve è la piccola proprietà ad aver compreso l’opportunità di proporre i suoi immobili in un’ottica di condivisione, raccogliendone i vantaggi. Questa crescita degli alloggi disponibili porterà a un miglior equilibrio tra domanda e offerta che, finalmente, darà un freno alla risalita dei canoni di locazione».
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