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Affrontare il tempo che passa con un approccio olistico

Il centro Cerva 16 di Milano studia un percorso ad hoc sulla persona che combina diverse discipline: la genetica, la nutrigenomica, la nutrigenetica, la nutraceutica e l'epigenetica

di Monica Melotti

3' di lettura

Nella società odierna le donne tra i 50 e i 70 anni di oggi rappresentano la generazione di donne più sana, più ricca, più attiva e più influente della storia. Occupano posizione di rilievo, basti citare: Ursula Von Der Layen, presidente della Commissione Europea, Angela Merkel, quattro volte cancelliere federale della Germania, Michelle Obama, la prima first lady afroamericana. Se verso i 50 anni si raggiunge il picco della carriera e della remunerazione, bisogna anche ammettere che qualcosa cambia nel corpo e nello spirito una volta superata la fatidica soglia.

«I 50 anni ci colgono d'improvviso, prima eravamo nel pieno dei 40 anni e improvvisamente scatta il mezzo secolo - dice Federica Almondo, nutrizionista specializzata in scienza dell'alimentazione e co-founder di Cerva 16 di Milano, il primo centro italiano di successful aging -. «Il corpo cambia, aumenta la stanchezza, a volte ci si sente inadeguate, le richieste si accavallano e cresce il timore di non riuscire a gestire il tutto come una volta. Per questo è importante riuscire ad affrontare al meglio questo cambiamento, attuare le migliori strategie, ricominciare a stare bene e sentirsi in forma. Ed è proprio quello che facciamo al nostro Centro con l'aiuto della medicina del benessere e di quella antiaging, proponendo percorsi olistici».

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L'importanza dell'epigenetica

Il concetto di olismo ha iniziato a concretizzarsi circa 20 anni fa con la scoperta delle Zone Blu. Nel mondo ci sono 5 aree Blu dove la longevità della popolazione è molto più alta rispetto al resto della Terra, le persone superano i 100 anni e sono autosufficienti. Le 5 aree sono: Loma Linda in California, Nicoya in Costa Rica, Ogliastra in Sardegna, Icaria in Grecia e Okinawa in Giappone.

«Grazie a questi studi ci siamo chiesti se anziché continuare a studiare solo i malati e le malattie, non fosse più utile capire perché questi vecchietti vivessero così a lungo – continua l'esperta - . E si è scoperto che queste aree avevano in comune alcuni fattori, quali: l'alimentazione, il movimento, la gestione dello stress, le relazioni personali. In pratica il benessere di oggi dipende in primis da questi fattori. E qui entra in gioco l'epigenetica. La medicina tradizionale si basa sulla genetica, mentre quella del futuro sull'epigenetica. Il rischio di sviluppare una malattia, o quanto “bene” invecchiamo dipende da due aspetti: il primo è la suscettibilità individuale verso la malattia legata al nostro codice genetico, per il 20%-40%; il secondo è lo stile di vita, compreso l'ambiente, che influisce attraverso meccanismi epigenetici , per il 60-80%. In pratica, l'epigenetica è una regolazione esterna dei nostri geni, senza alcun cambiamento nella sequenza del DNA, ma permettendo alle nostre peculiari caratteristiche di esprimersi in modo diverso».

Come affrontare il tempo che passa con un approccio olistico

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Un percorso personalizzato

Invecchiare è un processo naturale e inarrestabile, che inizia a rivelarsi proprio verso i 50 anni, sia per gli uomini che per le donne. Ma la novità è che questo processo si può controllare, mettendo in atto stili di vita che ci fanno vivere il presente con maggior energia e dinamismo.

«Il nostro Centro studia un percorso olistico sulla persona per individuarne i punti di forza e le fragilità. Questo percorso combina diverse discipline: la genetica, la nutrigenomica, la nutrigenetica, la nutraceutica e l'epigenetica - continua Almondo -. +Un aspetto fondamentale è l'alimentazione che deve essere accompagnata da un piano d'integrazione nutraceutica mirata e da uno stile di vita attivo». Chi si rivolge al Centro vuole intraprendere un radicale cambiamento del proprio stile di vita, per avare maggiore cura di sé.

«Il primo passo è il test del Dna, un tampone buccale, per ricercare informazioni genetiche predittive - precisa Fabrizio Golonia, specialista in endocrinologia e medicina antiaging -. Per completare le informazioni si possono eseguire degli esami ormonali di endocrino-senescenza e di medicina antiaging. Grazie a tutte queste indagini, lo specialista riesce ad individuare le fragilità genetiche latenti del paziente e impostare un'azione mirata di prevenzione e un piano personalizzato di alimentazione, attività fisica e nutraceutica. Laddove la dieta personalizzata e lo stile di vita non siano sufficienti, il trattamento dell'aging prevede anche l’ottimizzazione dell’assetto ormonale, adottando sia trattamenti di integrazione ormonale come il DHEA, l'ormone dell’eterna giovinezza, sia rodotti a base di iodio selenio per migliorare la performance tiroidea».

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