“exploding africa”

Africa, solo lo sviluppo potrà disinnescare la mina politica e sociale

Reuters

2' di lettura

Crescita demografica esponenziale con una popolazione che arriverà a 4,3 miliardi di persone nel 2100 dagli 1,2 attuali, povertà e sperequazione sociale con più del 70% delle persone che vive con meno di un dollaro al giorno, stallo economico, urbanizzazione, disoccupazione (60% dei giovani), assenza di servizi e classe politica inadeguata e corrotta. Con un solo aspetto positvio ma che potrebbe fornire la base per la ripartenza: la ricchezza sconfinata in termini di risorse e opportunità .

Sono sette i “fattori esplosivi” e uno quello “potenziale” denunciati in “Exploding Africa” (Fausto Lupetti Editore, 20 euro) scritto da Diego Masi, presidente dell’Ong “Alice for Children”. Il volume punta a coinvolgere l’Europa, intesa sia come istituzioni che come società civile, in una riflessione sulle dinamiche che potrebbero innescarsi come conseguenza dell'esplosione del continente africano, a partire dalle migrazioni.

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«Il risultato delle elezioni italiane del 4 marzo - spiega Masi, già parlamentare e sottosegretario agli Interni con delega all'immigrazione - è stato influenzato in modo massiccio, specie al Nord, dal fenomeno dell'immigrazione: vera o percepita, è stata senza dubbio l'elemento trainante della vittoria di Salvini e della Lega. L’Italia è stata la prima vittima politica del disinteresse europeo e dell’incapacità di previsione del “fenomeno Africa”. L’Africa è spesso sulle prime pagine dei giornali, nella mente di tanti e nelle preoccupazioni inattive dei governi, con i riflettori puntati sui flussi migratori. Un continente le cui vicende sono di attualità. Se ne parla tanto, ma la si conosce poco».

Oggi tutta l’Africa pesa più o meno come la Francia a livello di economia,ha un reddito procapite di 1.800 dollari e la sua popolazione rischia di essere condannata a non arricchirsi mai. Il problema è destinato a essere enfatizzato dall’urbanizzazione: oggi il 30% della popolazione vive nelle città, ma nel prossimo futuro questa quota raggiungerà il 70% andando a ingrossare a dismisura gli slum, agglomerati infernabili e invivibili.

La carenza di crescita andrà ad alimentare la disoccupazione, già oggi al livello del 60% tra i giovani e non riuscirà a colmare la carenza di servizi, dalle infrastrutture alla sanità, dalle pensioni ai trasporti pubblici. Come se non bastasse la mancanza di una classe politica adeguata, caratterizzata da corruzione e inefficienza.

Tutte piaghe che rischiano di dissipare la grande ricchezza di risorse naturali di cui gode il continente: materie prime, terre da coltivare, sole, vento e acqua per l’energia rinnovabile, tecnologia moderna e creatività.

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