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«Agcom ha anticipato fair share, tra le ipotesi un fondo con contributi degli Ott per le reti»

Parla il commissario Massimiliano Capitanio, facendo un punto sul rapporto tra Telco e Over the top

di Simona Rossitto

Massimiliano Capitanio, commissario Agcom

5' di lettura

(Il Sole 24 Ore Radiocor) - Per Milan-Inter, mandata sul canale Tv8, l'Agcom ha applicato la delibera che prevede, riguardo a una lista di eventi, la trasmissione in chiaro, obbligando Prime Video all'accordo con Sky. Sul fenomeno della pirateria on line , «è in dirittura d'arrivo un regolamento che permetterà una maggiore efficiacia per gli eventi sportivi». Quanto al dibattito sul fair share, ovvero l'equa quota che gli operatori europei di telecomunicazioni richiedono agli Ott per potenziare le loro reti, l'Autorità ha anticipato il tema con il caso Dazn. Sono i punti fermi di Massimiliano Capitanio, commissario Agcom, nell'intervista a DigitEconomy.24, report del Sole 24 Ore Radiocor e di Digit'Ed, nuovo gruppo attivo nella formazione e nel digital learning.

Uno strumento, quello del fair share che, spiega Capitanio parlando a titolo personale, potrebbe avere la forma di «un fondo una tantum a cui gli Over the top sono chiamati a contribuire per sostenere l'implementazione della rete in Italia».

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S u quali principi si basa l'obbligo imposto ad Amazon di trasmettere Milan-Inter in chiaro?

C'è una quindicina di categorie di eventi che, essendo ritenuti importanti da un punto di vista sociale, sportivo, culturale, vanno per legge trasmessi in chiaro per renderli fruibili ad almeno l'80% della popolazione. L'Agcom, fin dal 2012, ha approvato una delibera con la lista di questi eventi, tra cui figura la semifinale di Champions League, qualora vi siano coinvolte squadre italiane. Con il comunicato del 27 aprile, l'Agcom ha ricordato come Amazon, assegnataria in esclusiva della partita Milan – Inter, doveva avviare una procedura per cedere i diritti a un operatore che garantisse la visione dell'evento in chiaro, visto che Prime, evidentemente, non lo consente. Procedura avviata e conclusa, grazie all'accordo con Sky,che ha permesso di trasmettere la partita sul canale Tv8. Anche in passato quando i diritti di simili partite li possedevano Mediaset o Sky non si faceva altro che far trasmettere anche in chiaro; con le tv in streaming, a cui si accede con abbonamento, la differenza si nota di più.Il principio applicato per Amazon è quello che naturalmente vige anche per Sanremo, i cui diritti appartengono al Comune e non alla Rai; viene applicato alla Prima della Scala di Milano, al concerto di Capodanno alla Fenice, al Gran Premio di Formula 1 di Monza.


Le piattaforme streaming consumano banda e occupano la rete, durante la pandemia si è notato un balzo di questo consumo. Il trend prosegue oggi?

Il consumo della banda a livello di compagnie telefoniche e l'utilizzo di servizi in streaming hanno registrato un boom durante la pandemia, un periodo che, per ragioni obiettive, fa storia a sé. In quel contesto si è verificato anche un boom della pirateria on line. Su quest'ultima tematica è ormai in dirittura di arrivo un nuovo regolamento che consentirà una maggiore efficacia dell'Agcom per gli eventi live sportivi, anche grazie alla realizzazione di una piattaforma digitale che consenta di accelerare il percorso tra la segnalazione del detentore del diritto e la nostra comunicazione agli Isp di "buttar giù" il sito pirata.

Che tempistiche prevede per il regolamento sulla pirateria on line?

Il nuovo regolamento ottimisticamente potrebbe essere disponibile a breve, occorre fare un passaggio con l'Europa entro l'estate, tra giugno e luglio. La modifica delle regole prevede che, mentre prima si impiegavano circa tre giorni, adesso si agisce inaudita altera parte entro 30 minuti dalla segnalazione; il presunto pirata potrà in caso, successivamente, fare reclamo. Da parlamentare, nel mio precedente incarico, avevo presentato un emendamento che consentiva di multare le piattaforme, anche se basate all'estero, fino al 2% del fatturato se non avessero rimosso i contenuti. Come Agcom, sulla base di questa norma, abbiamo modificato il Regolamento sul diritto d'autore che risaliva al 2013 e varato numerosi provvedimenti, come nel caso di Telegram. Sulla pirateria, come principio, la nostra azione dovrebbe essere ispirata ottimisticamente al modello Spotify. Dal mio punto di vista personale se pagano tutti si potrebbe arrivare a pagare tutti meno. Fenomeni come Spotify hanno inferto un duro colpo alla piaga della pirateria a livello musicale. Non si tratta, quindi, di avviare una campagna punitiva, ma una campagna di legalità con l'auspicio che, rendendo più sicuri e meno contraffatti i prodotti, possano essere anche abbassati i prezzi.

Com'è cambiato negli anni il rapporto tra le autorità italiane ed europee e le piattaforme?

L'Autorità in questo periodo vive un momento aureo, molto innovativo per quanto riguarda il rapporto con le piattaforme, anche perché la regolamentazione a livello europeo è stata rivoluzionata con Dsa e Dma, rispettivamente il Digital Services Act e il Digital Markets Act che hanno un impatto sul rapporto con le piattaforme. L'Italia si sta preparando ad armonizzare il proprio quadro regolamentare, come avvenuto dopo il recepimento della direttiva Copyright. Il Dma è maggiormente di competenza Antitrust, il Dsa è di competenza Agcom, così come la direttiva Copyright.

Che cosa ne pensa dell'utilizzo del fair share per riequilibrare il rapporto Telco-Ott?

A questo proposito l'intervento di Agcom su Dazn meriterebbe uno studio particolare; l'Italia a livello mondiale ha, infatti, anticipato il tema del fair share. Noi abbiamo obbligato la società a contribuire al mantenimento dell'infrastruttura, in modo che il segnale arrivasse in maniera più nitida, anticipando in un certo senso il dibattito sul fair share. Un'autorità indipendente come Agcom ha agito in modo tale che la piattaforma non solo onorasse il contratto con gli abbonati, ma intervenisse sul potenziamento della rete. In generale, il dialogo con le piattaforme riguarda oggi una platea sterminata di fattispecie. Agcom sta seguendo, ad esempio, in maniera molto ravvicinata la controversia tra Siae e Meta sul diritto d'autore e la remunerazione dei diritti. Noi non ci occupiamo solo della tutela del copyright in quanto tale ma anche della trasparenza della contrattazione. Vigiliamo cioè affinché la condivisone dei dati avvenga in maniera corretta e trasparente. Ed è proprio il Digital Services Act che rivoluziona questi concetti. A livello europeo è stata poi avviata una consultazione generica, nel pacchetto di misure denominato Connectivity Package, che riguarda una svariata platea di temi - i quesiti sono 62 -, alcuni toccano il tema del fair share che va impattare sul concetto di neutralità della rete. È un tema complesso, dai tanti risvolti anche tecnologici. A titolo personale credo che dovrebbero essere previste delle modalità diverse; un conto è stabilire una tassa fissa, ipotesi che non piace a nessuno, un conto è che lo Stato decida di istituire un fondo una tantum a cui gli Over the top sono chiamati a contribuire per sostenere l'implementazione della rete in Italia. Lo Stato potrebbe, cioè, usare questo fondo per detassare le compagni telefoniche. Negli Usa, ad esempio, si va verso l'istituzione di un contribuito di solidarietà.

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