Agenas, ecco i criteri per gestire i malati nei 5 livelli di gravità
Il documento predisposto da un gruppo di esperti è oggetto di una consultazione pubblica con strutture sanitarie pubbliche e private, Regioni, società scientifiche e associazioni tecnico-professionali
di An.C.
2' di lettura
Nell’attesa di avere un quadro completo sulla diffusione delle varianti sul territorio - la pubblicazione del nuovo report da parte dell’Istituto superiore di sanità è attesa per i prossimi giorni, probabilmente venerdì 26 febbraio - un gruppo di esperti istituito dall'Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) e coordinato dall'infettivologo Matteo Bassetti ha messo a punto un documento che individua i criteri di appropriatezza per gestire i malati dal domicilio all'ospedale. In estrema sintesi, i valori soglia da usare per classificare la malattia da Covid-19 lieve o grave sono: febbre a 38° e 92% di saturazione di ossigeno. Sono cinque i livelli di gravità della malattia: asintomatica, lieve, moderata, grave e critica.
La tabella illustra in maniera schematica le caratteristiche dei singoli livelli, e i setting assistenziali suggeriti:
Malattia lieve e moderata
I pazienti con malattia lieve e moderata vanno preferibilmente seguiti a domicilio o in strutture extra-ospedaliere dedicate, come alberghi assistiti, Rsa, Lungodegenze, e ospedali di comunità. I malati dovrebbero disporre di strumenti di misura della saturazione dell'ossigeno marchiati CE, anche di tipo non ospedaliero. Quindi oltre ai saturimetri sono ammessi anche i braccialetti o pulsossimetri digitali. Nel caso di gestione in ospedale, per un corretto inquadramento del paziente con Covid-19 e possibili co-infezioni da virus o batteri, ci sono alcuni esami da fare sia in pronto soccorso che nei reparti degenza.
Malattia grave e critica
Nell’ambito della terapia intensiva, si legge nel documento, il paziente potrà essere sottoposto a tutte le motodiche ventilatorie anche invasive . L’accesso in terapia intensiva è di limitare ai pazienti che non rispondano in maniera adegutata al supporto respiratorio non invasivo, a quelli con compromissione emodinamica con necessità di vasopressori, e a quelli con pneumotorace o pneumomediastino associato alla necessità di supporto ventilatorio anche solo non invasivo, visto il rischio di rapido peggioramento.
Esami standard per tutti i pazienti
A tutti i pazienti vanno fatti gli esami del sangue standard, emogasanalisi, radiografia del torace, o ecografia o tac torace (sulla base dei parametri clinici e biochimici). Se si sospettano co-infezioni, va fatto l'esame per Legionella e Streptococcus pneumoniae e tampone per altri virus respiratori. Per la dimissione a casa, si richiede un solo tampone negativo fatto dopo 10 giorni l'inizio dei sintomi ed essere asintomatici da almeno tre giorni. Se si è ancora sintomatici, si può essere dimessi se non si ha febbre e saturazione superiore al 92% da almeno 48 ore, non essere in ossigenoterapia ed essere autosufficienti nelle attività quotidiane.
Consultazione pubblica sul documento fino al 15 marzo
Sul documento è prevista, da oggi, 23 febbraio, fino al 15 marzo, una consultazione pubblica con strutture sanitarie pubbliche e private, Regioni, società scientifiche e associazioni tecnico-professionali. De gruppo che ha elaborato il documento fanno parte esperti con competenze in malattie infettive e tropicali, malattie dell'apparato respiratorio, medicina interna, medicina d'emergenza e urgenza e l'anestesia, rianimazione e terapia intensiva e del dolore, coadiuvate da competenze medico legali ed epidemiologiche.
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