Agenda 2030, Coopfondo si allinea ai goal dell’Onu
Primo bilancio di sostenibilità per la struttura che fa capo a LegaCoop e ha un patrimonio da 460 milioni di euro
di Vitaliano D'Angerio
I punti chiave
2' di lettura
«Il ruolo e l’impatto sociale del sistema cooperativo è noto ma bisogna andare avanti e non cullarsi su questo dato. Per tale motivo abbiamo fatto un monitoraggio sul nostro portafoglio degli investimenti così da allinearci ai parametri della sostenibilità». Simone Gamberini è il direttore generale di Coopfondo. Quest’ultimo è il fondo mutualistico per la promozione e lo sviluppo cooperativo dove affluiscono il 3% degli utili annuali di tutte le cooperative aderenti a Legacoop e i patrimoni residui di quelle poste in liquidazione, oltre agli utili di gestione del fondo stesso.
Coopfondo, vigilato dal Ministero dello Sviluppo economico (Mise), ha un patrimonio di 460 milioni e nel 2019-2020 ha raccolto 15,6 milioni di euro. La struttura investe via equity o finanziamento nelle cooperative, soprattutto in start-up. Il sistema è a rotazione: dopo massimo 7 anni, il fondo esce per cercare altre realtà da sostenere.
Gli obiettivi Onu
Cooperazione e sostenibilità vanno a braccetto. Nonostante ciò si è deciso dunque di fare un passo ulteriore. A partire dal bilancio. «Abbiamo preso a riferimento l’Agenda 2030 dell’Onu – ricorda Paola Bellotti, direttore area sostenibilità Coopfondo – e in particolare sette dei 17 obiettivi». I goal individuati sono: 2 (lotta alla fame), 7 (energia pulita e accessibile), 8 (lavoro dignitoso e crescita economica), 10 (ridurre le diseguaglianze), 11 (città e comunità sostenibili), 12 (consumo e produzione responsabile), 17 (partnership per obiettivi). Una griglia importante in cui inserire i numeri e le informazioni del fondo.
Cambio di copione
I goal Onu non sono sufficienti per cambiare il paradigma. La svolta avviene con la gestione dei rischi finanziari relativi ai fattori ambientali e sociali e la successiva rendicontazione. Indicazioni riportate nel bilancio di sostenibilità, il primo del genere per il fondo di Legacoop.
Due le indicazioni che emergono in maniera importante dal rendiconto di sostenibilità: il percorso di ascolto degli stakeholder e l’analisi di materialità. Due elementi chiave per qualunque bilancio di questo tipo ma che per il mondo cooperativo assumono una particolare valenza. Soprattutto l’ascolto degli stakeholder ovvero dei soci delle cooperative. Ecco dunque la realizzazione di focus group e di seminari anche con i top management di Coopfondo.
Analisi di materialità
Dopo aver considerato ciò che è rilevante per i soci delle cooperative e per i manager del fondo si è tirato le fila con l’analisi di materialità. Per la parte green, è emerso che la priorità di Coopfondo è la gestione degli impatti ambientali: oltre a minimizzare l’impatto delle proprie attività, il fondo deve incentivare le controparti, ovvero le cooperative che vuole finanziare (o in cui entrare come socio) ad adottare opportuni criteri ambientali.
Quindi in fase di valutazione dell’investimento, Coopfondo farà sentire il proprio peso sul versante green. Per l’aspetto sociale, molto gettonati i temi della gestione della comunità locale e della valorizzazione del capitale umano. Infine nella parte business&governance, emerge la richiesta di integrità ed etica nella conduzione del business.
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