ServizioContenuto basato su fatti, osservati e verificati dal reporter in modo diretto o riportati da fonti verificate e attendibili.Scopri di più“Impresa domani”

Agenzia per coordinare le partecipate nel piano Pd per la politica industriale

Il documento messo a punto dal responsabile economico Antonio Misiani punta a raccogliere proposte, valutazioni, e integrazioni utili a definire una possibile strategia industriale italiana

di Emilia Patta

«Le politiche industriali spingeranno le performance delle azioni legate alle infrastrutture»

3' di lettura

Come sostenere la nostra industria nella sfida della doppia transizione energetica e digitale? È troppo tempo che in Italia non si fa vera politica industriale, è la premessa da cui parte il Pd. Che il 6 luglio presenta il suo piano “Impresa domani” che il Sole 24 Ore è in grado di anticipare.

Messo a punto sotto la regia del responsabile economico Antonio Misiani, già viceministro all’Economia nel Conte 2, «Impresa domani è una proposta aperta, una base di partenza su cui avvieremo un confronto con le forze economiche e sociali, il mondo dell’università e della ricerca, gli amministratori locali - è scritto nel documento -. Con l’obiettivo di raccogliere proposte, valutazioni, integrazioni utili a definire, insieme, una strategia di politiche industriali in Italia». Strategia che naturalmente sarà a disposizione delle forze politiche, sia i possibili alleati delle opposizioni sia le forze di maggioranza.

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Modello francese

Tra le proposte maggiormente innovative e qualificanti del piano del principale partito d’opposizione c’è senza dubbio un’Agenzia per coordinare le società partecipate dallo Stato posta sotto la vigilanza del Mef: «L’Agenzia, che ha come modello di riferimento l’Agence des partipations de l’Etat (Ape) creata nel 2004 in Francia, esercita le funzioni dello Stato come azionista, con l’obiettivo di individuare e definire le missioni strategiche, sostenere le società a partecipazione statale nel loro sviluppo o trasformazione, rendere coerente l’azione delle amministrazioni pubbliche con le strategie delle singole imprese partecipate, nel quadro di un’unica visione-Paese».

Conversione ecologica del manifatturiero

Da segnalare anche la proposta di un fondo per la conversione ecologica del manufatturiero da finanziare con il gettito aggiuntivo dalla cosiddetta global minumun tax (stimato per l’Italia in circa 3 miliardi di euro l’anno dal 2024): «Va definito un Programma per la conversione ecologica dell’industria manifatturiera (“Italia 2035”) attraverso il confronto con gli stakeholder in un Tavolo permanente di partenariato al quale partecipano i rappresentanti delle parti sociali, del Governo, delle Regioni, delle Province autonome, degli Enti locali, del sistema dell’università e della ricerca». Molta attenzione è rivolta poi alla formazione con un piano che prevede un “patto per la formazione” per facilitare la cooperazione tra pubblico e privato, corsi mirati per competenze Ict e digital crash per le le Pmi, il potenziamento degli istituti tecnici e professionali, un incremento delle borse di studio per laureati Stem e il ripristino e il potenziamento di Formazione 4.0.

Credito d’imposta “destinazione futuro”

Da segnalare infine alcuni punti del lungo documento che il team economico del Pd, con l’aiuto dei gruppi di Camera e Senato, ritiene particolarmente necessari e qualificanti: una riorganizzazione degli incentivi per gli investimenti in beni strumentali materiali e immateriali tramite un credito d’imposta unificato “destinazione futuro”; l’introduzione di un voucher per la trasformazione digitale (uno strumento destinato a sostenere le imprese nell’acquisto di soluzioni progettuali, servizi o tecnologie che migliorano la produttività); “accelera rinnovabili” per incentivare l’autonomia energetica delle Pmi, ossia l’istituzione di un credito di imposta di durata almeno triennale con percentuali da applicare in modo inversamente proporzionale alla dimensione dell’impianto sulla base delle diverse classi di potenza degli impianti (con un extra incentivo per chi decide di bonificare tetti e coperture d’amianto).

E le coperture? Oltre al già citato gettito aggiuntivo della global minimun tax, il documento del Pd cita le risorse per la riconversione del settore automotive previste dall’articolo 22 del decreto-legge n. 17 del 2022 (1 miliardo di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2030); le risorse derivanti dalla rimodulazione del Pnrr; le risorse derivanti dalla progressiva riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi di cui all’articolo 68 della legge n. 221 del 2015 (stimati in 21,6 miliardi nel 2020 dal quarto Catalogo pubblicato il 18 maggio 2022).

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