Agricoltura 4.0 sfonda il tetto dei 2 miliardi di giro d’affari (+31% nel 2022)
Secondo l’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano la superficie agricola coltivata con strumenti digitali è arrivata all’8% del totale
di Giorgio dell'Orefice
3' di lettura
In Italia le tecnologie di Agricoltura 4.0 superano il tetto dei 2 miliardi di fatturato con un ulteriore balzo rispetto allo scorso anno del 31%. La nuova decisiva spinta è venuta dall’ondata di rincari dei costi produttivi che hanno così incentivato la sperimentazione di tecnologie digitali proprio nell’ottica di limitarne l’impatto. Parallelamente in Italia è aumentata anche la superficie agricola coltivata con strumenti smart che è arrivata ormai all'8% del totale (era al 6% nel 2021).
Sono i principali risultati dell’annuale monitoraggio effettuato dall’Osservatorio Smart Agriood della School of Management del Politecnico di Milano e del Laboratorio Rise (Research & Innovation for Smart Enterprises) dell’Università degli Studi di Brescia.
Dai dati dell’Osservatorio Smart Agrifood emerge che tra le tipologie disponibili sul mercato ben il 65% del giro d’affari è coperto da macchinari connessi e sistemi di monitoraggio e controllo di mezzi e attrezzature. In forte crescita (+15%), anche i sistemi di monitoraggio da remoto di coltivazioni, terreni e infrastrutture.
«Secondo le imprese utilizzatrici – spiegano all’Osservatorio Smart Agrifood – tra i fabbisogni maggiormente soddisfatti dalle soluzioni di Agricoltura 4.0 ci sono quelli legati all’efficienza, con la riduzione dell’impiego dei principali input produttivi. Più della metà delle aziende agricole utilizzatrici implementa più di una soluzione; in media, vengono adottate tre soluzioni per azienda, dato in forte crescita rispetto al 2021 (+21%)». Modalità che chiariscono come la spinta alla sostenibilità non sia dettata semplicemente da un orientamento green ma soprattutto dalla prospettiva di ottenere un significativo efficientamento della gestione aziendale.
La corsa alle tecnologie di Agricoltura 4.0 aumenta prendendo poi in considerazione le aziende di trasformazione agroalimentare: ben l’82% di queste realtà ha utilizzato o sperimentato almeno una soluzione digitale. Quasi la metà ne ha implementate quattro o più in contemporanea, registrando un aumento del 30% rispetto al 2020. Le aree nelle quali si sta più cercando di innovare sono quelle della tracciabilità alimentare, della produzione e del controllo della qualità (sia della materia prima che del prodotto finito).
«L’innovazione tecnologica e digitale applicata ai processi della produzione agricola è un tema sempre più rilevante e attuale – ha commentato Andrea Becchetti condirettore dell’Osservatorio Smart Agrifood, insieme con Chiara Corbo –. Le aziende hanno messo a fuoco che nel contesto difficile nel quale sono chiamate a operare, le tecnologie digitali possono aiutare a gestire la scarsità e il rincaro dei costi, in agricoltura, degli input produttivi e dell'energia».
«Nelle scelte delle imprese prevalgono – ha aggiunto Chiara Corbo – le tecnologie per raccogliere, memorizzare, analizzare dati in mobilità e nel cloud, con soluzioni tecnologiche trasversali ai diversi comparti e focalizzate sulle fasi di coltivazione, semina/piantamento e raccolta in campo, anche se crescono pure quelle volte a supportare le fasi di pianificazione e logistica. E diventa sempre più importante l’interoperabilità tra le soluzioni. È fondamentale infatti consentire l'integrazione di dati raccolti dai diversi sistemi, interni o esterni».
Nelle industrie alimentari, ed esclusi i software gestionali, le soluzioni più utilizzate sono quelle basate sulla tecnologia cloud computing (58%), i QR Code (56%), quelle abilitate da tecnologia mobile (45%) e le soluzioni di advanced automation come robot e cobot, ovvero gli strumenti meccanici che interagiscono con l'uomo (34 per cento).
Nell’industria di trasformazione continuano a intercettare investimenti tecnologici gli ambiti della tracciabilità alimentare e del controllo qualità. «L’88% delle imprese – aggiungono all’Osservatorio – utilizza o sperimenta soluzioni tecnologiche, come software gestionali integrati (56%), soluzioni mobile (26%) e cloud (21%) per ridurre i tempi richiesti per la rintracciabilità dei prodotti in caso di criticità e snellire i processi di inserimento dei dati, riducendo il margine di errore. La tendenza all’innovazione è confermata anche guardando all’offerta tecnologica: in Italia, il 75% delle soluzioni digitali per la tracciabilità alimentare è abilitato da tecnologie innovative e il 17% di queste è proposto da start up, che in questo ambito offrono soluzioni basate su tecnologia blockchain».
Nonostante i numeri positivi non mancano però le criticità. «Le opportunità di sviluppo di tecnologie ancora poco impiegate e conosciute appaiono limitate – concludono all’Osservatorio Smart Agrifood – poco meno del 30% delle aziende dichiara di voler investire in nuove soluzioni entro i prossimi tre anni. L’80% che non intende investire perché ha già implementato una o più soluzioni digitali e quindi ora intende misurarne i benefici prima di procedere con nuovi investimenti».
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