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Agricoltura, da «braccia rubate» a «cervelli dedicati»: primi 10 diplomi per i super-viticoltori

Corso di Crea e Regione Veneto sulle tecniche più innovative: i 10 studenti che hanno concluso il percorso sono stati tutti assunti dalle aziende coinvolte nel progetto

di Emiliano Sgambato

(W PRODUCTION - stock.adobe.com)

2' di lettura

Non vanga e pala, ma computer, satelliti e gps. Passare dal vecchio modo di dire “braccia rubate all’agricoltura”, a “cervelli dedicati all’agricoltura”. È l’obiettivo del “Corso di formazione tecnica superiore in pratiche innovative ed ecosostenibili per la gestione dell’agroecosistema vigneto”, promosso da Crea (Consiglio della ricerca in agricoltura e analisi dell’economia agraria), i cui primi diplomi sono stati consegnati oggi al ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare.

«Un corso di alta formazione per preparare giovani tecnici della viticoltura e accompagnarli nel mondo di lavoro, della durata di un anno e per un totale di 800 ore, di cui la metà di spendere nei campi», affermano al Crea.
Il corso – che è stato finanziato dalla Regione Veneto e dal Fondo Sociale Europeo è aperto a diplomati e laureati e si è tenuto presso l’Istituto tecnico Cerletti di Conegliano Veneto – ha una durata di 800 ore, la metà di attività pratiche, e nasce dalla necessità di formare giovani con conoscenze frutto delle più recenti innovazioni in viticoltura, dal miglioramento genetico alle biotecnologie verdi ecosostenibili, dalla viticoltura di precisione alla robotica, dall’interazione del sistema pianta-microrganismi-suoli alla zonazione. Il corso approfondisce anche tem come sicurezza, capacità psicologica di gestione di gruppi di lavoro (anche culturalmente diversi), gestione del magazzino, economia circolare.

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Dieci gli studenti, tra 20 e i 29 anni, che hanno concluso il percorso, di cui 7 maschi e 3 femmine, tutti sono stati assunti dalle aziende coinvolte nel progetto.

«L’Istituto Cerletti è un punto di riferimento dell’enologia, in quanto prima scuola in Italia a dedicarsi nel modo specifico al settore», ha ricordato il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Ora l’obiettivo ora è ampliare il progetto. «Questa esperienza è un’eccellenza che vogliamo portare in altre regioni – ha detto Carlo Gaudio, presidente Crea – stiamo pensando ad esempio anche a una scuola sull’olivicultura e una sulla cerealicoltura, in regioni come Lazio, Marche, Calabria».

«Bisogna passare dal concetto di Bra - “braccia rubate all'agricoltura” a quello di Cda - Cervelli dedicati all'agricoltura», ha sintetizzato Gaudio, esprimendo una «soddisfazione grandissima visto che i ragazzi sono stati assunti in corso d'opera a tempo indeterminato e questo permette a ventenni di avere una vita più serena».

Tra gli studenti al Masaf anche Eleonora Vit, giovane perito agrario di Portogruaro (Ve), che già svolge la professione: «Un percorso di formazione in ambito agrario costituisce una novità e ho avuto la possibilità di partecipare a questo in questa scuola che è più specifica di altre– ha commentato –. Questo lavoro rappresenta un senso di libertà e dà la possibilità di vedere tutto il ciclo di produzione dalla vigna alla bottiglia».

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