AGRIcoltura100: l'agricoltura italiana è sempre più sostenibile
Migliorano le performance registrate da AGRIcoltura100, il progetto di Reale Mutua e Confagricoltura per misurare il livello di sostenibilità delle imprese nel settore primario. E rispetto al periodo pre-Covid, l'attenzione all'ambiente è cresciuta nel 57% delle aziende
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Anche nel 2021, la sostenibilità è la direzione di marcia dell'agricoltura italiana, che sta dando un apporto decisivo allo sforzo di ripresa e rinnovamento dopo l'emergenza della pandemia.
La nostra agricoltura, oggi, è terza nell'Unione Europea per valore della produzione, ma è prima per valore aggiunto e ha consolidato ulteriormente la sua leadership nei prodotti certificati. Anche se nel 2021 il contributo dell'agricoltura al Prodotto interno lordo italiano è stato in flessione rispetto all'anno prima, secondo le stime del ministero delle Politiche Agricole, le misure del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per il settore agroalimentare porteranno a un aumento del Pil e dei consumi di circa 3 punti entro il 2026, grazie al connubio tra sostenibilità e innovazione.
Come mette in luce il Rapporto AGRIcoltura100 2022 , voluto da Reale Mutua e Confagricoltura e realizzato da Innovation Team – Gruppo Cerved, giunto quest'anno alla seconda edizione, le imprese agroalimentari sostenibili italiane non sono “una nicchia produttiva che rifugge dalla modernità”: si tratta invece di aziende che hanno scelto la sostenibilità come linea guida dello sviluppo e che a questo scopo investono più delle altre nell'innovazione.
Una sostenibilità, inoltre, che non è soltanto ambientale. Ci sono ovviamente la sicurezza alimentare, la responsabilità sociale dell'impresa verso i lavoratori e la comunità locale, l'impegno nella tutela del patrimonio aziendale, delle persone e dell'ambiente dai rischi che li minacciano. La sostenibilità si propone insomma come valore guida per la ripresa, orientandola verso modelli di produzione e di consumo capaci di correggere gli squilibri sociali e ambientali che minacciano la nostra epoca e il Pianeta.
E, come lo scorso anno, AGRIcoltura100 ha premiato le tre aziende più impegnate nella sostenibilità. Si tratta della Cantina Produttori Valdobbiadene dell'omonimo Comune veneto, dell'abruzzese Azienda Agricola Iori, specializzata nella produzione di carote IGP, e della Società Agricola Fratelli Robiola Paolo e Lorenzo di Caluso, in provincia di Torino.
Sono inoltre state premiate sei imprese che si sono distinte per il proprio impegno in ambiti specifici della sostenibilità: Attenzione all'impatto ambientale: Arnaldo Caprai Srl (Montefalco, Umbria); Qualità e salute alimentare: Società Agricola Barberani & C. (Orvieto, Umbria); Gestione del rischio e protezione dei lavoratori: Società Agricola Eredi Scala Ernesto & C. (Caorle, Veneto); Rapporti con le reti, la filiera e la comunità locale: Agricola Lenti Società Cooperativa (Lamezia Terme, Calabria); Qualità del lavoro e occupazione dei giovani: Ronco Calino Società Agricola Srl (Adro, Lombardia); Agricoltura al femminile: Azienda Agricola Fagiolo di Laura e Antonella Fagiolo (Fara Sabina, Lazio). Clicca qui per l'elenco completo delle 100 migliori imprese.
Il nuovo rapporto, basato su dati raccolti nel 2021, ha coinvolto oltre 2.100 aziende (+16,9% rispetto all'edizione precedente), distribuite in modo uniforme su tutto il territorio nazionale e anche tra i vari settori di attività. Rispetto al periodo precedente all'emergenza Covid-19 e alla recessione da questa provocata nel 2020 - sebbene proprio l'agricoltura in Italia abbia contribuito in modo significativo a mitigarla - gli imprenditori dichiarano che nella propria azienda è decisamente aumentata l'importanza attribuita alla sostenibilità ambientale (56,7%), alla sostenibilità sociale (47,9%), alla gestione del rischio e delle relazioni di filiera (45%).
Le imprese con un livello elevato e medio-alto di sostenibilità sono passate dal 48,1% al 49,1% del totale; le attività con un livello di sostenibilità ancora embrionale o limitato, invece, scendono dal 17% al 12,7%. La fascia di livello medio è passata dal 34,8% al 38,2%.
Gli ambiti in cui sono più diffuse le iniziative aziendali sono il miglioramento nell'utilizzo di acqua, suolo ed energia (98,8%); la tutela della qualità e della salute alimentare (91,5%), la gestione dei rischi (76,5%), la tutela della sicurezza nel lavoro (66,8%) e la valorizzazione del capitale umano (64,4%).
La ripresa internazionale, come è noto, ha portato con sé un aumento dei costi legati all'energia e alle materie prime che ha un impatto negativo sulle imprese agricole, spinte dalla concorrenza internazionale a mantenere bassi i prezzi. Ma i dati del rapporto indicano che generalmente la sostenibilità è un fattore di forza per la tenuta e per la crescita del business. Facendo un confronto tra il 2019 e il 2020, le imprese che crescono di più nel fatturato e nell'occupazione sono tendenzialmente anche quelle più sostenibili e tra quelle dove l'attenzione ai temi ESG è a livello massimo, il giro d'affari e l'occupazione è tre volte maggiore. Le aziende sostenibili - che sono anche quelle mediamente con la più forte presenza femminile, in un settore dove invece è generalmente limitata - sono dunque meglio attrezzate per affrontare le crisi.
La stessa gestione dell'emergenza sanitaria ha rafforzato la cultura della sostenibilità nelle imprese agricole, secondo gli imprenditori. Ne hanno beneficiato soprattutto la qualità del prodotto a tutela della salute alimentare, considerata fondamentale o molto importante dall'86,4% degli agricoltori. Seguono il consolidamento delle relazioni di filiera e la costruzione di reti (71,9%), l'investimento nella innovazione di prodotto, di processo e di filiera (70,4%), la partecipazione alla promozione del territorio e alla valorizzazione della comunità locale (67,2%), il rafforzamento del ruolo sociale dell'impresa verso i lavoratori e la comunità (63,7%).
E, nonostante le difficoltà, quasi il 90% delle imprese hanno sostenuto investimenti negli ultimi due anni, scommettendo in innovazione: dalla meccanizzazione al rinnovamento delle tecniche di coltivazione e di allevamento, passando per la diversificazione delle attività (per acquisire maggiore capacità competitiva), nell'aggiornamento delle dotazioni informatiche e digitali, nel rinnovamento delle modalità di commercializzazione e marketing, nel potenziamento dei sistemi logistici.
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