Agrintesa si difende con kiwi e ciliegie
di Natascia Ronchetti
2' di lettura
Ha neutralizzato la chiusura del mercato russo, a causa dell’embargo sui prodotti ortofrutticoli freschi, diversificando l’offerta sui mercati: ha scommesso sulla qualità nella grande distribuzione italiana, con la ciliegia Igp di Vignola e ha investito con il kiwi, di cui è il primo produttore del Paese, in mercati lontani come gli Usa, il Canada e la Cina. Una strategia che ha permesso ad Agrintesa di chiudere l’esercizio 2016-17 con un valore della produzione superiore ai 290 milioni, contro i 277 del precedente esercizio. Per la maxi coop di Faenza – lavorazione e commercializzazione di ortofrutta fresca e vino, 4mila aziende agricole associate e 2mila dipendenti – il bilancio si è chiuso in crescita per il secondo anno consecutivo, nonostante «da tre anni – dice il direttore generale Cristian Moretti – non possiamo più esportare in un mercato per noi importante come la Russia, che da solo rappresentava 6 milioni di fatturato, e nonostante le tensioni geopolitiche nell’area del Nord Africa e le barriere fitosanitarie che ancora ci impediscono di presidiare sbocchi come il Giappone e il Messico». Condizioni che hanno aumentato la competizione, tra i produttori di ortofrutta fresca, su mercati maturi come quelli dell’Europa Occidentale, ma anche negli Stati Uniti, in Cina e nel lontano Far East.
«È una crisi di mercato - prosegue Moretti – determinata dall’assenza di 200 milioni di consumatori russi; assenza che riguarda tutto il settore dell’ortofrutta europeo, con una conseguente flessione dei prezzi». Per Agrintesa, nata nel maggio del 2007 dall’aggregazione di tre grandi cooperative, l’annata si è chiusa con la commercializzazione di 295mila prodotti ortofrutticoli e di oltre 1,3 milioni di ettolitri di vino. Numeri che consentono al colosso romagnolo di festeggiare il decimo anno di attività proseguiendo con un piano di investimenti che dopo l’ammodernamento tecnologico delle sale di lavorazione della ciliegia Igp di Vignola (2 milioni di euro), prevede l’ampliamento della cantina di Russi di Ravenna (10 milioni), per impiantare nuove tecnologie di lavorazione dell’uva e aumentare la capacità di stoccaggio del vino.
Già in cantiere, per il prossimo autunno, anche nuove linee di lavorazione e confezionamento del kiwi, nello stabilimento di Castel Bolognese. Agrintesa fa capo al Consorzio bolognese Conserve Italia e al consorzio vinicolo Caviro. Tra i marchi prodotti, Cirio, Tavernello, Yoga, Valfrutta.
loading...