Meloni: basta fare «Tafazzi», l’economia italiana va molto bene
Lo ha detto, parlando in inglese, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, partecipando a un evento sull’agrifood all’Ambasciata italiana di Londra
I punti chiave
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“I mercati preoccupati? Questa preoccupazione non la leggo, che quel che vedete è uno spread sotto la media dello scorso anno, la borsa sale, abbiamo una previsione di crescita del Pil più alta di Francia e Germania e di quel che era stato previsto. Ai mercati interessano i fatti. E i fatti dicono che l’economia italiana sta andando molto bene e che i provvedimenti presi da questo governo sono efficaci”. Così la premier Giorgia Meloni in un punto stampa all’ambasciata italiana. “C’è una ripresa dell’ottimismo, non si può sempre fare il Tafazzi di turno anche quando le cose vanno bene perché non ci aiutiamo”.
«C’è una forte amicizia tra Italia e Regno Unito. Le nostre nazioni sono tradizionalmente legate da un’ampia convergenza di interessi e valori, da forti partenariati economici e industriali e da stretti rapporti culturali e con la società civile, favoriti anche dall’esistenza di una numerosa comunità residente. Ne abbiamo parlato anche nell’incontro che ho avuto ieri pomeriggio con il primo ministro Sunak. Abbiamo parlato di una nuova fase di cooperazione bilaterale firmando un Memorandum of Understanding che guiderà le nostre relazioni per i prossimi anni. C’è pieno accordo sugli obiettivi comuni e sul percorso che Italia e Regno Unito possono intraprendere insieme per rafforzare ulteriormente un legame già solido». Lo ha detto, parlando in inglese, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, partecipando a un evento sull’agrifood all’Ambasciata italiana di Londra
Italia-Gb, Meloni; partner chiave ma potenziale inespresso da rafforzare
«Il Regno Unito - ha proseguito il presidente del Consiglio - è un partner chiave per l’Italia in una serie di settori trasversali per la cooperazione economica e industriale: dall’energia alla sostenibilità ambientale e all’innovazione. Emblematico è il lavoro svolto oggi dalle nostre rispettive imprese nel settore agroalimentare, che tradizionalmente è uno dei punti di forza del nostro rapporto bilaterale. Eppure, entrambe le nazioni sono consapevoli che c’è un potenziale inespresso che possiamo ancora sfruttare», ha rimarcato Meloni indicando soprattutto il settore agroalimentare.
Agroalimentare, Meloni: possiamo andare oltre i 60 mld di export del 2022
«Siamo all’inizio, ma abbiamo introdotto contributi per i giovani agricoltori, fondi per la innovazione tecnologica, voucher per supportare i nuovi imprenditotori. Tradizione e innovazione sono gli elementi chiave del know how italiano. Il sistema agroalimentare italiano è forte e sano, ha superato i 60 miliardi di euro di export nel 2022, ma possiamo raggiungere traguardi ancora più alti, a partire dal rapporto tra Italia e Regno Unito» ha aggiunto la premier. L’agroalimentare italiano, ha rimarcato Meloni, è «alta qualità e il mio Governo lo sta proteggendo fortemente e promuovendo attraverso i mercati internazionali». Meloni ha posto l’accento sulla «produzione di qualità e i valori che sono identificati nella tradizione, nei metodi e nei territori della nostra Nazione. Tutti elementi che fanno del Made in Italy agroalimentare un asset strategico della nostra economia e un elemento chiave del nostro know how a livello internazionale»
Meloni: non penso a sostituzione di chi ha doppi incarichi
in un punto stampa all’ambasciata italiana a Londra a proposito del voto sul Def giovedì con la maggioranza che è andata sotto, Meloni ha dichiarato: «Credo che dobbiamo fare i conti con il fatto che il taglio dei parlamentari incide perché il doppio incarico rende più facile che in Aula manchino i numeri. Bisogna parlare con i capigruppo e trovare un modo per garantire che si riesca a fare il doppio lavoro, lavorando di più se necessario perché purtroppo riguarda tutti ma non prevedo ipotesi di sostituzioni di doppi incarichi, credo che il governo stia lavorando bene e non è nelle mie intenzioni adesso assolutamente rivedere qualcosa. Bisogna però garantire i numeri».
Migranti in Ruanda? Noi non lo prevediamo
Quanto all’iniziativa presa dal governo inglese di trasferire i migranti illegali in Ruanda, la premier ha detto: «Lo spostamento di migranti in Ruanda? Non è una iniziativa che stiamo prevedendo noi. Però sicuramente anche nei Paesi africani o in altri Paesi, se si trovano soluzioni per evitare che la congestione avvenga tutta negli stessi luoghi questo aiuta. Il fatto che sia un Paese terzo non vuol dire, più soluzioni si trovano per alleggerire la pressione e meglio è»
E comunque «Io non sono d’accordo sul principio di deportazione, non vi rendete conto della gravità del temine utilizzato. Io non la vedo come una deportazione ma come un accordo tra Stati liberi nei quali viene garantita la sicurezza delle persone e credo che parlare di deportazione o lasciare intendere che il Ruanda sarebbe un paese che non rispetta i diritti e sarebbe una nazione inadeguata o indegna credo che questo sì sia un modo di razzista di leggere le cose»
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