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Ai Millennial piacciono gli Etf

Questa fascia di utenti ha l’atteggiamento più positivo nei confronti dei cloni rispetto alle altre generazioni

di Andrea Gennai

(AdobeStock)

2' di lettura

I Millennial (i nati da metà anni 80 ai primi anni 2000) hanno l'atteggiamento più positivo nei confronti degli Etf rispetto a qualsiasi altra generazione. L'81% di loro afferma che gli Etf hanno migliorato la performance complessiva del loro portafoglio, rispetto al 73% della Generazione X e al 48% dei Baby Boomer. Il 67% dei Millennial ritiene che gli Etf siano prodotti maggiormente diversificati, contro il 53% della Generazione X e il 34% dei Baby Boomers. Infine il 66% prevede di investire in Etf nei prossimi 12 mesi, contro il 46% della Generazione X e il 20% dei Baby Boomers.

I dati emergono dall’indagine Etf Impact Survey condotta da State Street Global Advisors. Lo studio condotto a livello globale tra 1.700 investitori di 8 Paesi analizza la propensione e la percezione degli investitori in merito agli Etf e il sentiment relativo ai mercati e ai driver macroeconomici.

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A livello globale la percentuale di uomini che detengono Etf in portafoglio è maggiore di quella di donne (45% contro 39%) e gli uomini sono più propensi delle donne (68% contro 54%) a dichiarare che acquistare e vendere Etf sia facile. Gli uomini sono anche più propensi a ritenere che la volatilità del mercato persisterà (71% contro 64%) e a concordare sull'importanza di avere investimenti più liquidi durante i periodi di incertezze sui mercati (65% contro 55%).

I vantaggi

È emerso che chi detiene già delle partecipazioni in Etf indica che tali strumenti hanno contribuito a migliorare la performance generale del portafoglio (73% a livello globale rispetto al 78% nell'area Emea, che include l’Europa), mentre la maggior parte degli intervistati ritiene che gli Etf abbiano migliorato la loro capacità di investimento (67% a livello globale rispetto al 72% nell'area Emea). In particolare, la maggioranza (53%) degli intervistati nella regione Emea (rispetto al 44% a livello globale) ritiene che il lancio del primo Etf rappresenti l'innovazione più significativa in materia di investimenti nella storia recente nel mondo della finanza.

Le prospettive

A livello globale, quasi sette investitori su dieci sono convinti che la volatilità del mercato azionario persisterà almeno per i prossimi 12 mesi, e tre su cinque concordano sul fatto che, in un contesto del genere, è fondamentale disporre di investimenti più liquidi. Nonostante gli investitori di tutte e tre le regioni si stiano preparando a una più elevata volatilità nel 2023, la maggioranza ritiene che la performance dell'S&P500 sarà positiva o nulla entro la fine dell'anno. Meno di un quarto crede che la performance sarà negativa.

Anche nell'area Emea, il sentiment degli investitori in merito alla potenziale crescita del mercato è contrastante: Il 37% è rialzista sull'S&P, ritenendo che registrerà un rialzo, il 35% è neutrale reputando che rimarrà stabile, mentre il 20% è ribassista e ritiene che registrerà un calo.A livello macroeconomico, la maggiore preoccupazione degli investitori a livello globale è rappresentata dall'aumento dell'inflazione (72%), seguita dall'outlook economico (61%) e dalle tasse più alte (60%). Negli Stati Uniti si riscontra il pessimismo più elevato in merito alle previsioni sull'economia del Paese nei prossimi 12 mesi.

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