Ai posti di partenza: portare al polso l'ebbrezza della Formula 1
Il Monza è un orologio nato per celebrare la vittoria della Ferrari nel mondiale F1 del 1975 e il più famoso circuito italiano. L'ultima rinnovata versione scheletrata è già pronta a scattare.
di Paco Guarnaccia
3' di lettura
La stagione 1975 di Formula 1 non si era aperta benissimo per la Scuderia Ferrari. La nuova monoposto, la 312 T, non era ancora pronta e i due piloti, l'austriaco Niki Lauda e lo svizzero Clay Regazzoni, non potevano fare altro che affrontare le prime gare con la vettura del 1974, la 312-B3. Era stata una macchina comunque veloce che aveva vinto 3 volte, ma che, giunta al 1975, aveva problemi ad adattarsi ai nuovi pneumatici in dotazione. La Ferrari pertanto aveva conquistato qualche punticino nelle prime gare di Brasile e Argentina: non abbastanza per mettersi in gioco per la conquista del mondiale.
A quel punto, a Maranello non si poteva fare altro che accelerare la discesa in pista della 312 T che, con tutta una serie di novità tecniche sostanziali, prometteva benissimo, ma che in quel momento della stagione aveva ancora qualche particolare da sistemare. La 312 T debuttò in Sudafrica con Lauda arrivando quinta. Poi, fin dai primi test dopo questa gara, cambiò tutto con la nuova monoposto che cominciava a performare alla grande. Lauda tagliò così il traguardo per primo tre volte consecutive (Monaco, Belgio e Svezia), si piazzò secondo in Olanda e poi vinse ancora in Francia. Una volta raggiunto il primo posto della classifica, con due successivi terzi posti, il primo in Germania e il secondo, decisivo, a Monza, divenne il campione del mondo.
Anche Regazzoni in quella stagione si toglierà la soddisfazione di vincere le gare in Italia e negli Stati Uniti, dando un contributo fondamentale per far fare doppietta al Cavallino Rampante che trionferà anche nel Mondiale Costruttori. Quelli erano tempi in cui il cronometraggio sportivo era appannaggio delle scuderie e, fin dal 1971, Heuer era il partner esclusivo di Ferrari. Nel 1976, quindi, per celebrare quello che Lauda stesso considerava come “l'anno incredibile”, la maison orologiera svizzera presentò il modello Monza che nelle intenzioni iniziali avrebbe dovuto chiamarsi Modena, la città dove ha le sue radici la Ferrari. Ma, visto che Monza era il nome della cittadina del più famoso circuito italiano, uno dei templi del motor-sport nel mondo, alla fine la spuntò.
Oggi, con Tag Heuer che è invece partner in Formula 1 del team Oracle Red Bull Racing, l'orologio Monza non ha smesso di correre e anzi, ha toccato nuove velocità con la recentissima versione Flyback Chronometer. Questo modello monta una cassa in carbonio di 42 mm di diametro, impermeabile fino a 100 metri di profondità, che protegge un quadrante scheletrato che ha gli indici laccati blu, a ore 3 il contatore dei 30 minuti cronografici e, a ore 6, quello dei secondi continui (entrambi impreziositi da un vetro zaffiro blu). A ore 9 il datario è in blu luminescente: una soluzione mai usata prima dalla maison. Direttamente dal quadrante scheletrato, è possibile vedere parte del movimento, il Calibre Heuer certificato cronometro COSC, le cui funzioni di cronometro flyback sono azionate dai pulsanti sul lato della cassa a ore 2 e a ore 4 in acciaio annerito con tratta-mento DLC (Diamond like carbon), lo stesso della corona a ore 3. Altro materiale di questo nuovo Monza è il titanio grado 5, annerito anche questo ma in PVD, usato per il fondello a vite (la cui parte centrale è in vetro zaffiro bombato). A completare il tutto è il cinturino in tessuto, nero con cuciture a contrasto blu, e fibbia in carbonio. Passati 47 anni dal primo lancio, grazie alla sua evoluzione, anche oggi il Monza di Tag Heuer è pronto ancora una volta a scattare dalla griglia di partenza.
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