PMI in borsa

Aim Italia, capitalizzazione raddoppiata in cinque anni

Secondo l’Osservatorio di IRTop Consulting delle 127 quotate nel 2019 il 77% mostra ricavi in crescita del 17%, l'85% un Ebitda positivo e il 73% un bilancio in utile

di Lucilla Incorvati

3' di lettura

Dieci anni di vita di cui gli ultimi cinque di corsa con società aumentate del 76% (da 72 a 127) e una capitalizzazione passata da 3 ai quasi 6 miliardi. È il listino Aim, quello a cui guardano le Pmi che vogliono finanziarsi sul mercato dei capitali che dal 2010 con 180 Ipo ha messo in pista risorse per 4 miliardi. Delle 127 quotate nel 2019 il 77% mostra ricavi in crescita del 17%, l'85% un Ebitda positivo e il 73% un bilancio in utile, mentre il giro d’affari è di 5,6 miliardi. Senza contare che dal 2013 16 società sono passate all’Mta/Star, aumentando il valore. Dulcis in fundo con oltre 20mila risorse, gli impatti occupazionali mostrano che dalla quotazione le società registrano un incremento del 50% della forza lavoro e lo status di “quotata” richiama talenti.

VII Osservatorio Aim IRTop Consuting

Sono alcune delle evidenze del VII Osservatorio Aim di IRTop Consulting che riunisce esperti e istituzioni, un vero think-tank per affiancare i soggetti e le autorità nello sviluppo del mercato dei capitali e nel renderlo più efficiente. «Mai come ora il tema della finanza alternativa e le misure governative a favore delle Pmi sono decisive per il rilancio e la competitività dell’Italia - sottolinea Anna Lambiase, fondatore di IRTop Consulting -. L’Osservatorio mostra come nel periodo 2015/2020 l’efficienza del mercato espressa secondo le principali variabili (governance, liquidità, coverage, trasparenza, attenzione alle tematiche Esg) sia aumentata. Uno stimolo, questo, che dovrebbe far riflettere le aziende private nel valutarlo come modalità per crescere e migliorare tutti i ratio finanziari. La misura del Credito di Imposta sui costi di quotazione ha fornito una spinta per le quotazioni sul mercato Aim e rivolgiamo un appello al Governo e al MISE perché misura sia estesa al triennio 2021-2023».

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Migliora la corporate governance

Sul fronte della Corporate Governance migliorano i principali parametri standard: il 98% delle società presenta almeno un componente indipendente nel board (91% nel 2015), il 61% almeno una quota rosa nel CdA (42% nel 2015), l'83% il voto di lista per la nomina del CdA (59% nel 2015), il 70% ha almeno un comitato consiliare (40% nel 2015). Sale nel periodo di riferimento 2015-2020 il controvalore medio giornaliero (+79%), passando da 47 a 79 mila euro; aumentano i giorni con scambi: +15% nel 2020 rispetto al 2015; sale al 74% la quota delle società AIM con copertura analisti (48% nel 2015). Un dato che beneficia della revisione della normativa che ha reso obbligatoria la ricerca per gli emittenti quotati dopo il gennaio 2018».

Aim, listino resiliente nell’anno del Covid

Nel 2020, in un anno non facile per effetto del Covid-19, Aim è stato più resiliente rispetto al mercato principale sia in termini di performance sia di quotazioni: dopo un 2019 in cui è stato primo hub finanziario europeo con 35 Ipo, alle prime 3 quotazioni 2020 se ne aggiungeranno a breve altre (Montefarmaco, Fabilia, Reti, Franchi Marmi con TheSpac). Ma non è tutto oro quello che luccica. Proprio un anno fa il fondo americano Quintessential smascherava la truffa di Bi-on, fino ad allora considerato l’unicorno dell’Aim, visto che in cinque anni aveva raggiunto una capitalizzazione di 1,3 miliardi. Se alle truffe non c’è rimedio,la scarsa trasparenza di alcune aziende secondo molti su Aim va risolto. A questo proposito da lunedì Borsa Italiana ha apportato alcune modifiche regolamentari rendendo obbligatori alcuni presidi: la nomina di un investor relator e un indipendente nel cda, presidio in verità già adottato da molti, oltre all’introduzione del segmento riservato agli investitori professionali, nato per soddisfare le esigenze di listing di una platea più ampia di emittenti, riservandone però l'investimento ad investitori con profilo di rischio coerente.

Un segmento riservato agli investitori professionali

Esclusivamente ideato e riservato agli investitori professionali per rispondere alle esigenze di quotazione di un più ampio numero di imprese. Il segmento è rivolto, in particolar modo, a società che preferiscono accedere con gradualità al mercato, dotandosi progressivamente delle strutture necessarie. È un segmento che è a disposizione anche di start-up e scale-up che hanno attivato la commercializzazione di prodotti/servizi da meno di un anno e/o devono ancora avviare fondamentali funzioni/processi strategici previsti dal modello di business, a società che desiderano aumentare la visibilità con gli investitori prima di procedere all'offerta (‘just listing').

Chi investe su Aim

Gli investitori sui Aim sono per il 54% italiani (i primi tre sono Banca Mediolanum con 69 milioni, Azimut Holding con 61 milioni e Julius Bär Gruppe con 49 milioni di euro investiti) per il 46% esteri

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