Aim Italia sotto pressione. Bio-On valeva un quinto del listino. Titolo sospeso
In tre mesi, dopo l'esposto di Quintessential, l'azienda di bioplastiche ha perso l'80% della capitalizzazione. Il ruolo di Envent, advisor garante della società, e il potere ispettivo di Borsa Italiana
di Vitaliano D'Angerio e Marzia Redaelli
3' di lettura
Il caso Bio-On mette sotto pressione l’Aim, il listino delle aziende ad alto potenziale di crescita, e ne mostra le fragilità. La società emiliana, prima che a fine luglio scoppiasse lo scandalo, capitalizzava un miliardo di euro, un quinto dell’intero Aim. Però in tre mesi ha perso l’80% del valore di borsa (è a 196 milioni) e ha ridotto la capitalizzazione totale del listino delle startup a 6,5 miliardi. Il titolo giovedì mattina è stato sospeso a tempo indeterminato. Eppure in questo periodo il numero delle società quotate è aumentato di una decina (a 127).
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Effetto reputazionale
Le conseguenze finanziarie e reputazionali sono già evidenti. Bio-On è un caso singolare di successo, perché finora nessun’altra società è stata protagonista di una parabola prima ascendente e poi discendente di tale forza: l’88% delle società capitalizza meno di cento milioni di euro e soltanto tre aziende superano i 200 milioni (Antares Vision a 579, Ideami a 245 e Comer Industries a 244). Aim è un mercato non regolamentato che consente di accorciare le lungaggini burocratiche, ma allo stesso tempo non prevede l’autorizzazione di Consob e Borsa Italiana al documento di ammissione, cosa diversa dal ben più articolato prospetto informativo. L’assenza di tale autorizzazione, e l’alto rischio delle aziende negoziate sull’Aim, è pubblicato a chiare lettere sulla prima pagina del documento. La differenza tra mercato regolamentato e sistema multilaterale di negoziazione è sostanziale per il risparmiatore: alla possibilità di investire in aziende dinamiche e con elevate potenzialità di crescita, magari molto innovative come Bio-On, fa da contraltare una rete di protezione a maglie un po’ più larghe.
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Le società quotate all’Aim, infatti, non sono sottoposte alla vigilanza di Consob, ma affidate alla cura di un Nomad (Nominated adviser). L’authority dei mercati finanziari interviene solamente in caso di irregolarità nelle negoziazioni che possano condurre a reati di aggiottaggio, insider trading e manipolazione.
Nomad e Borsa Italiana
È invece il Nomad, il vero garante della bontà dell’azienda quotata, perché la affianca sul mercato, a partire dalla fase di approdo sul listino. Il Nomad valuta le informazioni e attesta che la società abbia capitale sufficiente a garantire l’operatività ordinaria, una responsabilità che condivide con la società di revisione incaricata di certificare i bilanci. Se poi il Nomad è una Sim o una banca, è sottoposto alla vigilanza di Banca d’Italia e di Consob, che hanno un ampio potere ispettivo e sanzionatorio. A fine settembre EnVent, il Nomad che ha portato in borsa Bio-On, ha rinunciato al suo ruolo e il 29 ottobre sarà sostituito da Baldi Finance. Borsa Italiana ha il potere e l’onere di chiedere conto al Nomad del rispetto del regolamento dell’Aim da parte di un’azienda quotata, ma ieri non ha fornito risposta alla domanda su eventuali interrogazioni o provvedimenti nei confronti di Envent.
Gli indicatori-spia
Ci sono alcuni indicatori-spia che possono aiutare l’investitore ad investire sulle società dell’Aim. Per stare tranquilli il rapporto tra margine operativo e vendite dovrebbe essere almeno del 20%; poi si può vedere di quanto cresce il fatturato e la capacità di ripagare il debito almeno in tre anni. Infine, la cessione di quote del proprietario che sbarca in Borsa, soprattutto se sproporzionata rispetto all’aumento di capitale, deve far sorgere qualche sospetto nell’investitore.
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