Pmi ad alto potenziale

Aim ai raggi X: la “benefit” Labomar ha distribuito un dividendo di 0,11 euro per azione

La società veneta è attiva nel settore degli integratori e dispositivi medici. Ha pubblicato la sua prima relazione ad impatto e vuole diventare anche B Corp

di Valeria Novellini

(Eugenio Marongiu - stock.adobe.com)

6' di lettura

Non è ancora un vero e proprio bilancio di sostenibilità, ma ci si sta avvicinando: recentemente Labomar ha pubblicato la sua prima relazione d’impatto, presentata insieme al bilancio 2020. La società è attiva nello sviluppo di integratori, dispositivi medici, alimenti speciali e cosmetici. Nel documento sull’impatto, richiesto anche dallo status di società benefit conseguito già prima del debutto all’Aim Italia il 5 ottobre 2020, Labomar delinea 4 progetti di sostenibilità da avviare già nel 2021:

1) progetto gestione ambientale: elettrificazione parco auto aziendale, riduzione plastica nelle aree ristoro e raddoppio al 70% della quota di carta certificata da filiera sostenibile

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2) progetto packaging sostenibile : incremento al 5% del volume di packaging acquistato con criteri di sostenibilità e circolarità anche tramite partnership coi fornitori)

3) progetto supply sostenibile: valutazione del 50% degli attuali fornitori con criteri socio-ambientali, percentuale che sale al 100% per i nuovi fornitori, e codice di condotta da sottoscrivere da parte del 20% dei fornitori

4) progetto zero waste: aumento della differenziazione dei rifiuti da aree ristoro e uffici, riduzione del 10% dell’utilizzo della carta, oltre alla citata riduzione della plastica nelle stesse aree grazie a una rete di distributori di acqua potabile filtrata.

La richiesta per diventare B Corp

Già a febbraio 2021 Labomar aveva diffuso una presentazione della società basata sulle tematiche Esg, ed è in corso il processo per l’ottenimento della qualifica di B Corp che finora, considerando le società italiane, è stata ottenuta (proprio a febbraio 2021) solo da Reti, azienda IT anch'essa presente all'Aim Italia dal 10 settembre 2020.

Un precedente passo in direzione dei target di sostenibilità era stato conseguito a gennaio 2021, con la sottoscrizione di un contratto con A2A Energia che garantisce a Labomar di potersi fregiare del segno distintivo “Energia A2A Rinnovabile 100%”.

Tax rate in flessione anche nel 2021 grazie al Patent Box

Intanto Labomar ha chiuso l'esercizio 2020 con ricavi caratteristici in crescita del 26,3% a 61,1 milioni, un ebitda salito del 24,5% a 11,3 milioni (su base rettificata in entrambi gli esercizi degli oneri non ricorrenti, +27,1% a 12,3 milioni), un incremento dell'ebit pari al 25% a 7,3 milioni e un utile netto balzato del 46,9% a 6,1 milioni.

Va sottolineato però che il 2020 non è perfettamente comparabile con l'esercizio precedente in quanto include per l'intero anno la società canadese Entreprises Importfab, acquisita a ottobre 2019, che ha dato luogo in quell'anno a oneri di acquisizione per 0,57 milioni mentre nel 2020 i costi di ammissione all'Aim Italia sono ammontati a 0,97 milioni.

Inoltre il tax rate è sceso dal 25,5% all'11,6%, percentuale molto bassa dovuta all'ottenimento di benefici fiscali relativi a investimenti effettuati nonché all'accordo Patent Box siglato con l'Agenzia delle Entrate a marzo di quest'anno.L'accordo siglato è relativo agli esercizi 2016 – 2020, e ha determinato una riduzione del 40% delle imposte Ires e Irap per il 2016 e del 50% per il quadriennio 2017 – 2020, con un beneficio complessivo di circa 0,9 milioni che sarà conteggiato fino al 2025.

Labomar ha anche richiesto il bonus dei costi di consulenza sostenuti per la quotazione nella forma del credito d'imposta sul 50% di tali oneri, che la società si attende possa ammontare all'importo massimo ottenibile previsto dalla normativa, pari a 500.000 euro.

Grazie alla brillante performance in termini di utile netto, Labomar ha potuto pagare agli azionisti, dal 12 maggio 2021, un dividendo di 0,11 euro per azione, corrispondente a un monte dividendi di circa 2,07 milioni, corrispondente a un pay-out del 46% sull'utile netto della capogruppo (4,5 milioni) e del 34% se si considera l'utile netto consolidato.

Nessun problema di tensione finanziaria dato che al 31/12/2020, anche grazie agli introiti dell'Ipo (23,5 milioni al netto delle spese e commissioni di collocamento), l'indebitamento finanziario netto ammontava a soli 3,4 milioni dando luogo a un rapporto Debt/Equity di circa 0,09 volte, pertanto su valori irrisori.

Che farà adesso Labomar? Apparentemente l'anno della pandemia è stato quello del boom per le aziende farmaceutiche (e di conseguenza anche per le società terziste), ma non è proprio così: chi produceva vaccini, farmaci e dispositivi medici legati al Covid-19 ne ha certamente beneficiato, ma ad esempio le vendite di prodotti per le “normali” infreddature, come sciroppi per la tosse e pastiglie per la gola, sono scese del 20% - 30% rispetto al 2019.

Strategia di crescita incentrata su partnership e cosmesi

Labomar però si è rapidamente “reinventata”, e oltre ad avviare la produzione di gel igienizzanti ha potenziato la ricerca e sviluppo sui prodotti attualmente più richiesti (per l'aumento delle difese immunitarie, energizzanti, contro l'ansia e l'insonnia).

In questa direzione va l'accordo con il gruppo farmaceutico italiano Alfasigma per la produzione di un nuovo integratore della linea Biochetasi Digestione e Acidità, ma, dato che gradualmente si sta tornando alla normalità e anche in vista della futura stagione autunnale, è stata stipulata una partnership esclusiva con il colosso tedesco Bayer per la produzione di 4 referenze della linea “Aspi Gola Natura”.

La strategia di sviluppo dell'azienda veneta (la sede è a Istrana, in provincia di Treviso) delineata nel documento di ammissione prevede tra l'altro lo sviluppo di una linea di probiotici “ready to market” di cui vi è grande richiesta, ma è stata anche presentata una domanda di brevetto “ATProtector” finalizzato a mitigare gli effetti gastrici dei farmaci antinfiammatori non steroidei.

Labomar intende poi ampliare la struttura commerciale, rafforzare la divisione Ricerca e Sviluppo e incrementare la presenza nel segmento cosmetico (anche tramite la controllata Importfab). Non esclude inoltre la crescita per linee esterne, per lo più al fine di presidiare nuovi mercati e acquisire nuove tecnologie.

Labomar (insieme a CY4Gate) è l'unica azienda italiana ad aver ottenuto la nomination all'edizione 2021 dell'European Small and Mid-Cap Awards; la shortlist sarà definita a metà giugno e la premiazione delle vincitrici avrà luogo a novembre. La società è inclusa nella categoria Star of 2021, ed il premio ha lo scopo di far conoscere le migliori Pmi quotate europee.

Come di consueto per le aziende dell'Aim Italia, uno dei “punti critici” è rappresentato dal basso flottante (attualmente pari al 17,1% del capitale sociale). Labomar non ha emesso warrant in concomitanza con l'Ipo, ma nella compagine azionaria sono presenti due “anchor investor” entrati in tale occasione: la lussemburghese Master Lab Sa (6,3% del capitale sociale) e Value First Sicaf del gruppo First Capital, che detiene il 2,7% di Labomar tramite il veicolo di investimento appositamente costituito V.F. Health Srl.

L'accordo con i due “anchor investor” scadrà alla prima data tra la scadenza del quinto anno di negoziazione all'Aim Italia (quindi il 5 ottobre 2021), oppure la data di eventuale inizio delle negoziazioni del titolo sul Mercato Telematico Azionario, possibilmente segmento Star, o ancora qualora uno dei due investitori scenda a una quota inferiore al 50% del numero di azioni Labomar di cui risultava titolare alla data di inizio delle negoziazioni all'Aim Italia.

Il gruppo potrebbe già considerare il passaggio al Mta

Per ora, nessuno dei due “anchor investor” ha ceduto azioni, e a valere sull'esercizio 2020 Master Lab ha ricevuto dividendi per circa 128.000 euro mentre Value First Health Srl per 55.000 euro; inoltre le quotazioni di Labomar sono attualmente vicine a 11 euro per azione contro un prezzo di Ipo di 6 euro, e pertanto l'investimento nella società si è rivelato decisamente profittevole.

Date le dimensioni aziendali, Labomar potrebbe già adesso essere una candidata al Mta, eccezion fatta per il basso flottante (che le preclude ancor più l'ingresso al segmento Star); vi sono poi alcuni ulteriori aspetti di governance da modificare, quali ad esempio la scarsa presenza femminile all'interno degli organi sociali (per ora limitata alla sola vice presidente Sabrina Gasparato), e nel caso di accesso al segmento Star, anche la diffusione dei risultati con cadenza trimestrale anziché, come attualmente avviene, solo semestrale.

Circostanze però a cui si può porre rimedio in tempi ragionevolmente brevi, come è dimostrato dal caso di Antares Vision, passata dall'Aim Italia al Mta Star il 14 maggio 2021.

Nello specifico settore di attività di Labomar (Cdmo), dovrebbe fare da apripista a tale translisting la bergamasca Fine Foods & Pharmaceuticals NTM, che ha presentato alla Consob domanda di ammissione al Mta (eventualmente Star) il 23 aprile 2021. La società evidenzia già un flottante superiore al 34% ed è quindi probabile che l'accesso al mercato principale di Borsa avvenga al segmento Star.

Certamente, Antares Vision e Fine Foods NTM evidenziano dimensioni molto superiori a quelle di Labomar (rispettivamente circa il doppio e il triplo in termini di ricavi); tuttavia la società trevigiana potrebbe beneficiare notevolmente del passaggio al mercato principale anche in termini di notorietà, soprattutto qualora decidesse di rivolgere i suoi prodotti direttamente al mercato retail.


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