Aim ai raggi X: come funziona il crowdfunding in Piazza Affari
CrowdFundMe, portale di crowdfunding italiano, è sbarcata all'Aim Italia il 25 marzo 2019. La società ha rivisto al ribasso le stime 2019 e 2020 rispetto a quanto indicato in sede di Ipo
di Valeria Novellini
5' di lettura
In un mercato come l'Aim Italia, acronimo di “Alternative Investment Market”, è normale che siano presenti società “alternative” contraddistinte da modelli di business innovativi e recente costituzione, che le assimila a start-up. Naturalmente sta al mercato valutare correttamente queste aziende per evitare la nascita di “unicorni” con capitalizzazioni ingiustificate come è avvenuto per Bio-On.
Tra le società contraddistinte da un modello di business innovativo vi è sicuramente CrowdFundMe, portale di crowdfunding italiano sbarcato all'Aim Italia il 25 marzo 2019.
Crowdfunding
Data l'attività svolta, non può stupire che l'ultima riga di bilancio sia ancora negativa e difatti nel primo semestre 2019, con ricavi pari a circa 183.000 euro, la perdita netta (quasi coincidente con la perdita operativa) ammontava a quasi 391.000 euro. Grazie ai proventi dell'Ipo però la società disponeva di una liquidità netta pari a 1,9 milioni. Il terzo trimestre 2019 è stato caratterizzato da una raccolta in crowdfunding pari a 4,2 milioni (3,5 milioni nell'intero primo semestre), con un investimento medio singolo passato da 1.600 a 3.500 euro.
CrowdFundMe rivede al ribasso le stime ma amplia le attività
Però, a seguito del rallentamento del mercato di riferimento e del ritardo nell'apertura di nuove linee di business, CrowdFundMe ha già rivisto al ribasso le stime 2019 e 2020 rispetto a quanto indicato in sede di Ipo. In particolare i ricavi nel 2019 dovrebbero essere compresi fra 0,4 e 0,5 milioni e nel 2020 fra 0,8 e 1 milione (il documento di ammissione indicava 1,2 milioni nel 2019 e quasi 2,3 milioni nel 2020). L'ebitda, negativo nel 2019 per circa 463.000 euro, avrebbe dovuto diventare positivo per 560.000 euro, e da una perdita netta di 777.000 euro si sarebbe dovuto passare a un utile netto di circa 119.000 euro.
Ma le nuove stime indicano per il 2019 e il 2020 un ebitda e un risultato netto sempre negativi: nel 2019 l'ebitda negativo dovrebbe essere compreso fra 0,7 e 0,8 milioni e la perdita netta fra 0,8 e 0,9 milioni, mentre nel 2020 l'ebitda dovrebbe essere negativo per 0,3 milioni e la perdita netta attestarsi a 0,5 milioni. La società dovrebbe però continuare a evidenziare una posizione finanziaria netta positiva. Il raggiungimento del break-even è previsto nel 2021.
Questi target non sono legati però solo all'aumento dell'attività “tradizionale” (campagne di crowdfunding), ma anche all'avvio di nuove aree di business, in quanto la società a fine ottobre è entrata nel registro dei listing sponsor del mercato ExtraMOT 3 (segmento obbligazionario di Borsa Italiana dedicato alle società non quotate per emissioni fino a 50 milioni ciascuna, vale a dire mini-bond). A tale proposito CrowdFundMe ha anche inviato alla Consob l'istanza integrativa per avviare l'attività di collocamento di titoli di debito tramite la propria piattaforma on-line ed ha siglato una partnership commerciale con il gruppo britannico Epsion Capital che selezionerà le migliori offerte di prodotti obbligazionari. Il mercato potenziale dei mini-bond è significativo (4,3 miliardi nel 2018), ma ovviamente bisogna conquistarsene una fetta.
Un altro nuovo settore di attività dal 2020 dovrebbe essere rappresentato dal Real Estate crowdfunding (investimenti tramite crowdfunding non in società, ma in immobili), per implementare il quale sono stati individuati alcuni partner del settore. In Italia sono peraltro già attivi tre portali di crowdfunding immobiliare: Re-Lender, Housers e Walliance. Nel 2019 queste piattaforme hanno raccolto 16,5 milioni di euro su un totale di 65,6 milioni dell'equity crowdfunding in Italia. Per ora i maggiori successi di CrowdFundMe (che nel 2019 si è classificata al secondo posto per raccolta con 10,2 milioni dopo Mamacrowd, con 13,8 milioni) sono stati rappresentati dalle operazioni di “crowdlisting”, vale a dire campagne di equity crowdfunding finalizzate alla successiva quotazione delle società che raccolgono i capitali.
Approdo all'Aim di CleanBnB e crowdlisting di i-RFK
La prima società ad approdare sul mercato dopo una raccolta di capitali in crowdfunding (proprio su CrowdFundMe) è stata CleanBnB, anch'essa un'azienda innovativa che offre servizi di property management per il mercato degli affitti a breve termine: presente all'Aim Italia dal 24 luglio 2019, aveva raccolto in equity crowdfunding 0,9 milioni ed altri 2,9 (al netto delle spese) sono stati ottenuti dall'Ipo. CleanBnB ha chiuso il primo semestre 2019 con ricavi pari a 1,3 milioni, un ebitda negativo per 266.000 euro e una perdita netta di 294.000 euro. Nei primi 9 mesi del 2019 gestiva oltre 700 appartamenti in Italia per complessivi 18.603 soggiorni.
La società ha indicato per l'intero 2019 ricavi pari a 2,76 milioni, un ebitda negativo per 1,08 milioni e una perdita netta di circa 868.000 euro; il raggiungimento del break-even in termini di utile netto è previsto nel 2021, ed anche in questo caso la società dovrebbe costantemente mantenere un livello di liquidità netta per effetto della gestione degli incassi anticipati dai clienti. Tale piano si basa su una forte crescita degli appartamenti gestiti, ma va rilevato che quelli al 30 settembre 2019 erano già superiori al target indicato da CleanBnB nel documento di ammissione.
Per il 2020 e il 2021 la società intende raddoppiare ogni anno gli appartamenti gestiti ampliando anche il numero delle località servite; il target è ambizioso ma, dato il numero di immobili sfitti di buona qualità presenti in Italia, non è impossibile da raggiungere.
La prima operazione di vero e proprio crowdlisting effettuata da CrowdFundMe ha riguardato Innovative-RFK (i-RFK), una società che investe in start-up e Pmi innovative (finora 6,5 milioni in 5 aziende), ed ha raccolto 2,5 milioni in crowdfunding che hanno contribuito all'elevato livello di raccolta di CrowdFundMe nel terzo trimestre 2019. I-RFK è sbarcata lo scorso 27 dicembre, al prezzo di 1,19 euro, non all'Aim Italia ma all'analogo mercato francese Euronext Access Paris.
i-RFK, da poco all'Euronext Access, è azionista di Websolute (Aim Italia)
Tuttavia, in un certo senso, i-RFK è entrata indirettamente all'Aim Italia: infatti una delle sue partecipate è Websolute, Pmi innovativa operante nella comunicazione digitale e nel web marketing che ha esordito nel nostro mercato “alternativo” il 30 settembre 2019. Non si tratta in questo caso di una start-up, e i risultati sono positivi, in quanto nel primo semestre 2019 Websolute, a fronte di ricavi in lieve discesa (-4% a circa 6,2 milioni), ha visto balzare l'ebit del 64% a 794.000 euro e l'utile netto è più che raddoppiato, passando da 231.000 a 478.000 euro.
Al 30 giugno 2019 Websolute evidenziava un indebitamento finanziario netto di 2,4 milioni, ma con l'Ipo ha raccolto un ammontare analogo (al netto di commissioni e spese), e potrà ora dedicarsi ai piani di sviluppo, che prevedono soprattutto l'ampliamento della struttura commerciale diretta e indiretta, partnership con agenzie di comunicazione, acquisizione di piccole digital agencies e assunzioni di personale tecnico e commerciale. La società è già diventata “famosa” tra i più piccoli, in quanto la sua controllata Dna Srl ha realizzato per il canale tematico gratuito Cartoonito (gruppo Mediaset) la serie animata in 22 puntate “Whiskey e i suoi amici” in onda quotidianamente dal 23 dicembre 2019.
I risultati già concreti di Websolute hanno convinto il mercato, e infatti le quotazioni del titolo sono attualmente superiori a 2,1 euro a fronte di un prezzo di offerta di 1,5 euro. CrowdFundMe, collocata a 9 euro, quota circa 6,3 euro, mentre CleanBnB, collocata a 2 euro, viene attualmente trattata a poco meno di 1,9 euro. Quotazioni che riflettono sia i risultati reddituali delle tre società, sia il grado di volatilità legato all'esecuzione dei rispettivi modelli di business e piani industriali.
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