PMI AD ALTO POTENZIALE

Aim ai raggi X: Intred, le connessioni veloci trainano i ricavi 2018

di Valeria Novellini

4' di lettura

Sarà il 2020 l'anno del vero sviluppo del 5G in Italia. Ma le aziende, soprattutto in considerazione del piano nazionale Industria 4.0, hanno sempre più bisogno di connessioni veloci e, secondo un recente sondaggio effettuato da Ericsson, il 75% delle società dichiarano che tale tecnologia potrebbe apportare grandi benefici al business. E sulle connessioni in fibra ottica si introduce Intred, azienda bresciana di telecomunicazioni che ha debuttato all'Aim Italia lo scorso 18 luglio e che nel 2018 ha evidenziato ricavi in crescita del 20% a 17,2 milioni, di cui 9,2 milioni derivanti dal segmento business (in crescita del 14%), 4,9 milioni dal segmento residenziale con il marchio Eir (+25%), 2,3 milioni dal wholesale (+31% grazie all'incremento di connessioni Fiber-To-The-Home per alcuni operatori nazionali) e 0,7 milioni dalla Pubblica Amministrazione (+29%).

Una rete in fibra ottica da 1.950 chilometri

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Il 95,4% dei ricavi deriva da canoni ricorrenti e il 46,5% del totale è riferito alle vendite di connessioni veloci in banda ultralarga Ftth e Fttc (Fiber-To-The-Cabinet, la cui velocità di punta è inferiore a quella del Ftth), che hanno evidenziato un balzo del 65% a 8 milioni, a cui si sono contrapposte lievi flessioni dei ricavi derivanti dalle connessioni con tecnologie più “datate” (Rdsl wireless e cavi in rame), a seguito della strategia della società a incentivare i clienti al passaggio alla fibra ottica in banda ultralarga. Ma soprattutto Intred, a fine 2018, disponeva di una rete in fibra ottica di 1.950 chilometri (+30% su base annua), ed evidenziava un “churn rate” sul fatturato solo del 3,5%, il che indica una notevole fidelizzazione della clientela. I clienti con linee dati sono passati dai 21.937 di fine 2017 a 26.268 al 31 dicembre 2018 (+20,3% quindi in linea con l'espansione del giro d'affari).

La società evidenzia alti margini e un basso indebitamento

Per i dati sulla redditività occorrerà attendere il 19 marzo ma, al 30 giugno 2018, a fronte di un fatturato pari a 8,2 milioni l'ebitda ammontava a 3,3 milioni, l'ebit a 2,1 milioni e l'utile netto a 1,5 milioni; l'indebitamento finanziario netto ammontava a 2,9 milioni (a fronte di 4,1 milioni a fine 2017 nonostante investimenti nel semestre pari a 3,1 milioni per lo sviluppo della rete in fibra ottica, che a fine giugno era di 1.700 chilometri) dando luogo a un rapporto Debt/Equity pari a 0,27 volte, quindi molto contenuto anche prima dell'introito dell'Ipo, pari a 10 milioni.

Per la mancata “attivazione” delle 1.714.500 price adjustment shares (non quotate) attribuite ai due azionisti di riferimento, Daniele Peli e Marisa Prati, sarà necessario che l'ebitda 2018 risulti pari a 6,5 milioni, ma dati i risultati del primo semestre l'obiettivo appare realistico. Il mancato raggiungimento comporterà una riduzione nel numero delle azioni con diritto di voto detenute dai due azionisti. Attualmente il flottante di Intred è abbastanza basso (19,55%), e oltre al 72,11% che fa capo a Daniele Peli e Marisa Prati vi è l'8,34% detenuto da Value First Sicaf (gruppo First Capital), che è entrata nel capitale di Intred in sede di Ipo in qualità di “anchor investor” e ha un rappresentante nel consiglio di amministrazione.

Per ampliare l'operatività al di fuori del bresciano servono forti investimenti

Certamente, data la natura dell'attività svolta, saranno necessari nuovi e significativi investimenti. Intred ha annunciato per il biennio 2019 – 2020 investimenti complessivi pari a 20 -25 milioni per i quali peraltro potrà far ricorso anche al cash flow operativo nonché, ovviamente, all'indebitamento bancario, verso il quale l'esposizione appare però di tutta tranquillità. A inizio novembre sono stati investiti 2 milioni per l'utilizzo di 500 chilometri di “fibra ottica spenta” di Telecom Italia per i prossimi 15 anni, di cui 200 saranno resi disponibili nel primo trimestre 2019 e i residui 300 entro fine anno, il che porterà la rete del gruppo a circa 3.000 chilometri complessivi includendo lo sviluppo “organico” previsto da Intred. Un altro milione sarà necessario per gli apparati di ultima generazione necessari per il funzionamento della rete acquisita.

La sfida di Intred per il 2019 e gli esercizi successivi passa proprio per l'ampliamento della rete che potrà consentirle, con la nuova acquisizione, di entrare in 90 Comuni lombardi nelle Province ad alta vocazione industriale di Milano, Monza e Brianza, Lecco e Bergamo. Per ora la presenza capillare della società è nella Valsabbia bresciana (25 Comuni) e in altre aree della provincia di Brescia nella quale, peraltro, il 35% dei Comuni è ancora sprovvisto di infrastrutture per la connessione veloce, in gran parte concentrati nell'Alta Valcamonica ma anche nelle zone limitrofe ai laghi di Garda e Iseo. Va però ricordato che ben 154 Comuni della provincia bresciana saranno coperti dalla statale Infratel Italia entro il 2020. Opportunità potranno però sorgere dalla progressiva digitalizzazione della Pubblica Amministrazione, e a tale scopo Intred si è fatta promotrice, ad esempio, della trasmissione in streaming delle sedute del consiglio comunale di Nave (BS), che con le numerose frazioni conta circa 10.800 abitanti.

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