Aim ai raggi X: Masi Agricola in recupero dopo la pandemia (ricavi su del 35%)
Dati del primo semestre 2021 incoraggianti. L'ebitda è balzato da 1,8 a 5,4 milioni. Si rafforza la partnership con Renzo Rosso (Diesel)
di Valeria Novellini
I punti chiave
5' di lettura
La vitivinicoltura si coniuga sempre più con la sostenibilità. È senz'altro il caso di Masi Agricola, quattordicesima società italiana del settore in base agli ettari di proprietà (329), che ha da tempo intrapreso il progetto “Masi Green” grazie al quale è fra l’altro passata all’autoproduzione di energia elettrica e termica. Il gruppo è inoltre stato fra le prime 7 cantine italiane (attualmente sono 95) aderenti al progetto Viva, “La sostenibilità della vitivinicoltura in Italia”, promosso sin dal 2014 dal ministero dell’Ambiente.
L’attenzione verso gli aspetti Esg non si è ancora tradotta in un vero e proprio bilancio di sostenibilità ma la strada è spianata (il 26 aprile 2021 è stato istituito il comitato controllo, rischi e sostenibilità) e, nel frattempo, si è fatto ricorso all’utilizzo di acque piovane per l'irrigazione, a sostanze naturali per la concimazione, a cassette in bambù per l'appassimento delle uve (metodo di vinificazione tipico del prodotto “core”, l'Amarone), al riciclo di carta siliconata per le etichette e all'impiego di bottiglie più leggere.
Naturalmente anche fra i prodotti sono presenti dei vini biologici, tra cui la nuova linea “Fresco di Masi” (un rosso e un bianco, entrambi Igt cioè a indicazione geografica tipica) e il prosecco Doc “Casa Canevel – Diesel”, a singola fermentazione, biologico ed extra brut, prodotto in edizione limitata e numerata.
La partnership con Renzo Rosso
E già dal nome di quest'ultimo vino si sottolinea la partnership recentemente avviata tra Masi Agricola e Renzo Rosso, patron della casa di moda Diesel, che attualmente detiene il 7,5% di Masi Agricola tramite Red Circle Investments Srl e ne è entrato nel consiglio di amministrazione lo scorso aprile.
L'imprenditore veneto non è nuovo al settore vitivinicolo, in cui ha investito da tempo mediante la “Diesel Farm” di Marostica (VI). Ma attenzione. Se quello di Renzo Rosso è sicuramente il nome più noto al grande pubblico, fra i nuovi consiglieri di Masi Agricola vi è anche Lorenzo Tersi, imprenditore cesenate fra i maggiori consulenti ed esperti nel mondo del vino con il suo gruppo LT Wine&Food Advisory (recentemente ha fra l'altro coordinato l'acquisizione del 75% della marchigiana Cantina La Monacesca da parte del Pastificio Luciana Mosconi).
Il gruppo ha quasi recuperato i risultati ante pandemia
Tutte iniziative interessanti: ma cosa dicono i numeri di bilancio? Nel primo semestre 2021 Masi Agricola ha messo a segno un forte rimbalzo rispetto all'annus horribilis della pandemia 2020, e difatti i ricavi sono aumentati ben del 34,9% a 29,3 milioni, trainati dalle Americhe (+32,5% a 11,1 milioni) e dall'Italia (+58,5% a 6,6 milioni anche grazie al roll-out della nuova strategia distributiva multicanale).
Soprattutto, però, l'ebitda è balzato da 1,8 a 5,4 milioni, da una perdita operativa di 198.000 euro si è passati a un utile operativo di 3,3 milioni e da una perdita netta di 552.000 euro a un utile netto di 2,1 milioni.
Il gruppo, per “depurare” il confronto dei dati di conto economico con un anno anomalo come il 2020, ha indicato anche i valori del primo semestre 2019. I ricavi erano ammontati a 29,7 milioni (su un valore quindi lievemente superiore a quello al 30/6/2021, per effetto delle vendite nell'area UE che ammontavano a 12,1 milioni contro i 10,2 milioni del primo semestre 2020, ancora penalizzati dal non completo recupero andamento dei canali Duty Free & Travel Retail).
Analogamente, al 30/6/2019 l'ebitda ammontava a 5,5 milioni, l'ebit a 3,7 milioni e l'utile netto a 1,7 milioni. Per quanto concerne quest'ultimo dato va sottolineato che nel primo semestre 2019 il saldo negativo della gestione finanziaria era pari a 966.000 euro e le imposte a 955.000 euro (tax rate del 35,6%), mentre nello stesso periodo del 2021 gli oneri finanziari netti sono diminuiti a 346.000 euro (grazie all'effetto cambi, che aveva pesato negativamente per 657.000 euro nel 2019 mentre è stato positivo per 515.000 euro nel 2021) e le imposte a 834.000 euro (tax rate pari al 28%).
Solidità patrimoniale e nuovo bond “Filiera del Vino” A livello finanziario, al 30/6/2021 l'indebitamento finanziario netto del gruppo ammontava a 6,3 milioni (dando luogo a un rapporto Debt/Equity trascurabile visto che il patrimonio netto era pari a 131,3 milioni); tale dato risulta in discesa sia rispetto ai 6,4 milioni di fine 2020 sia, soprattutto, ai 9,3 milioni al 30/6/2019 e agli 8,7 milioni di fine 2019.
Nel mese di marzo 2021 Masi Agricola è stata fra le tre aziende vinicole (le altre due sono l'altra veronese Pasqua Vigneti & Cantine e l'avellinese Feudi di San Gregorio Società Agricola) a partecipare alla prima emissione targata Cassa Depositi e Prestiti e UniCredit del “Basket Bond Vino”. Ciascuna delle tre società ha emesso singolarmente un minibond settennale per un controvalore complessivo di 21 milioni, e Masi Agricola ha fatto la parte del leone con 12 milioni al tasso fisso del 2,1%.
Data la solidità finanziaria dell'azienda tale emissione obbligazionaria potrebbe stupire, ma in tal modo Masi Agricola ha potuto cancellare il finanziamento ipotecario “Contratto di filiera – Terre del Vino” stipulato sempre con Cdp e UniCredit nel 2016 e mai utilizzato, che però comportava l'ipoteca su alcuni immobili che non vincola quindi più il gruppo veneto.
La maggiore flessibilità finanziaria potrà consentire fra l'altro a Masi Agricola di intraprendere nuove iniziative di partnership e sviluppo prodotti.
Per il futuro, secondo il recente report “Wine & Spirits” di Mediobanca i maggiori produttori di vino italiano si attendono una crescita complessiva del 3,5% (trainata dall'export con un +4,6%, ed i mercati più interessanti sono quelli extra-UE: Canada, Giappone e Cina).
La presenza di Masi Agricola nei mercati non-UE e Americhe è scarsa (4,8% dei ricavi al 30/6/2021), ma la società punta per il momento a recuperare il suo posizionamento a livello europeo.
Mix tra prodotto ed “esperienza vino”
A tale scopo, Masi Agricola sta facendo leva sulle sue peculiari caratteristiche: focus sui vini “premium” (prezzo a bottiglia tra 10 e 25 euro) che generano circa la metà dei ricavi del gruppo, incremento della quota dei ricavi da “top wines” (prezzo a bottiglia superiore a 25 euro), maggiore offerta di vini biologici (un recente studio dell'Università Cattolica, in collaborazione con le Università degli Studi di Milano e di Verona e la Texas A&M University, ha verificato che l'informazione al ristorante sulle minori emissioni climalteranti dei vini in carta ha portato a una preferenza da parte dei clienti nonostante il prezzo più elevato di questi vini) e l'arricchimento della “Masi Wine Experience” con apertura di selezionati locali enogastronomici in Italia ed Europa.
L'ottava inaugurazione, avvenuta a luglio 2021, è stata quella del “Masi Wine Bar Munich” di Monaco di Baviera. Il gruppo sta inoltre procedendo al completamento del “Masi Visitor Center” di Gargagnago (edificio multifunzionale con finalità produttive ed esperienziali) e nell'ampliamento della cantina di vinificazione e stoccaggio a Valgatara (entrambe località della Valpolicella).
Last but not least, non potranno mancare il potenziamento della comunicazione e il sempre maggior ricorso alle vendite on-line.
C'è ancora strada da fare: nel mese di luglio il brand Masi ha ancora scontato una ridotta propensione al riassortimento dei mercati oltreoceano (oltre a perduranti ritardi di spedizione per le difficoltà del sistema logistico internazionale), mentre il brand Canevel è andato molto bene. E sebbene siano stati recuperati quasi interamente i ricavi e margini reddituali del periodo ante-pandemia (primo semestre 2019), non va dimenticato che la redditività del primo semestre 2018 era ancora più elevata in quanto il 2019 aveva risentito negativamente degli effetti dell'iperinflazione argentina (dove il gruppo è storicamente presente con la cantina Masi Tupungato).
Infine, il flottante del titolo Masi Agricola è piuttosto basso (pari al 19%), e questo di conseguenza riduce il potenziale interesse da parte di analisti e investitori. Ma sono tutte problematiche superabili col tempo, anche grazie alla combinazione dell'expertise dei fondatori dell'azienda e dell'apporto delle competenze dei nuovi ingressi nel consiglio di amministrazione.
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