Pmi ad alto potenziale

Aim ai raggi X: Osai, un futuro nella E-mobility e nell’economia circolare

La torinese Osai Automation Systems si occupa di automazione e testing nel settore semiconduttori. E si sta attrezzando per le auto elettriche

di Valeria Novellini

(Bloomberg)

7' di lettura

Singolare o plurale? La domanda sorge spontanea osservando attentamente il logo di Osai Automation System, che riporta la dicitura “Osai Automation Systems” al plurale. In realtà nell’ambito del gruppo Osai ci sono alcune società declinate al singolare, come la capogruppo, e altre al plurale. Ma questo può anche dipendere dalle numerose attività svolte, tutte però nell’ambito della progettazione e produzione di macchine e linee complete per l’automazione e il testing su semiconduttori, tramite cinque divisioni: Automazione, Elettronica, Laser Applicato, Semiconduttori e Service (After Sales).

L’azienda torinese ha esordito all’Aim Italia il 3 novembre 2020, con un prezzo di offerta in Ipo di 1,5 euro per azione. Nel 2021 ha avviato un “gruppo di lavoro per la sostenibilità” che la porterà a redigere il primo Report di Sostenibilità 2021 e, del resto, nel suo progetto di crescita vuole anche rivolgersi al comparto “green/circular economy” tramite il progetto Re4M volto al riciclo e smaltimento di materiali elettronici (che prevede anch'esso un investimento di 5 milioni), ed ha già sviluppato un prototipo di macchina finalizzato al recupero delle terre rare, e dei metalli preziosi e al riutilizzo dei componenti.

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Come molte società operanti nella meccatronica, nel 2020 ha purtroppo risentito della pandemia, anche per una forzata riduzione della produzione per due mesi (marzo-aprile 2020): i ricavi sono infatti scesi del 20% a circa 30 milioni, ma in particolare i ricavi da vendita si sono ridotti solo del 9,4% a 31,9 milioni mentre quelli da produzione interna sono diminuiti dell'89,5% a soli 345.100 euro.

Considerando i soli ricavi da vendita, quelli del comparto Semiconduttori sono rimasti invariati a 16,2 milioni, mentre la divisione Automazione ha visto scendere il giro d'affari del 5,6% a 9,5 milioni e la divisione Elettronica ben del 68,4% a 2 milioni (il settore ha risentito dell'assenza della promozione tramite fiere internazionali).

Invece il comparto Service ha visto balzare i ricavi del 30,6% a 1,75 milioni e soprattutto il settore Laser li ha visti quasi raddoppiare da 1,25 a 2,48 milioni grazie a una maggiore attività nel settore trainante del Medicale.

Per quanto riguarda l'andamento del gruppo nelle diverse aree geografiche, i ricavi nella zona Euro sono scesi del 41,6% a 11,5 milioni, ma in Svizzera sono balzati da 283.000 euro a 1,8 milioni ed è presente anche la Gran Bretagna per 1,1 milioni. Nelle Americhe il giro d'affari è balzato da 1,7 a 7,7 milioni, mentre in Asia si è ridotto del 25,6% a circa 10 milioni (soprattutto per minori ricavi a Singapore e in Thailandia), e in Africa ben del 94,5% a soli 11.000 euro.

Il gruppo è riuscito a contenere i costi operativi, soprattutto quelli per servizi (-25,4% a 7,2 milioni, in particolare per minori costi per lavorazioni esterne e costi del personale esterno); ovviamente, date le restrizioni alla mobilità, sono scese anche le spese per trasferte nonché quelle destinate a pubblicità, fiere e comunicazione.

Nel 2020 la società non ha usato ammortizzatori sociali

Invece il costo del personale è salito del 7,5% a 11,4 milioni, in presenza di un numero di dipendenti passato da 182 a 184 unità: il gruppo ha scelto, a differenza di gran parte delle aziende quotate e non, di non far ricorso ad alcun ammortizzatore sociale nel corso dell'anno.

Ne è derivato un ebitda in flessione del 37,2% a 3,3 milioni, e l'ebit è sceso del 63,5% a 1,2 milioni anche per la presenza di una svalutazione della differenza di consolidamento (per 0,2 milioni) iscritta in fase di elisione della partecipazione in Osai Automation System GmbH.

Gli ammortamenti invece, passati da 2 1,6 milioni, hanno beneficiato della sospensione parziale degli ammortamenti delle immobilizzazioni materiali effettuata dalla capogruppo ai sensi del DL 14/8/2020 n. 104 (“Decreto Rilancio”).

L'utile netto si è infine attestato a 347.000 euro, l'81,7% in meno rispetto agli 1,9 milioni al 31/12/2019. Nessun dividendo ma, del resto, come deliberato dal CdA il 15/10/2020, la società si è impegnata a non effettuare distribuzioni di dividendi per gli esercizi 2020 – 2022. Al 31/12/2020 l'indebitamento finanziario netto ammontava a 11,4 milioni, in diminuzione rispetto ai 17,4 milioni di fine 2019 grazie ai proventi dell'Ipo, e dava luogo a un rapporto Debt/Equity pari a 0,86 volte, quindi su livelli fisiologici.

Nuova finanza grazie ai warrant e incremento flottante

Nuovi mezzi finanziari sono però derivati dalla conversione dei warrant. Osai ne ha emesse due tipologie: i warrant “short run” (assegnati gratuitamente in ragione di 1 ogni 5 azioni sottoscritte o acquistate in sede di Ipo), esercitabili solo nei 10 giorni successivi dall'approvazione del progetto di bilancio 2020, e i “warrant 2020 – 2025” in due tranches sempre assegnate gratuitamente, di cui la prima in ragione di 1 ogni 10 azioni sottoscritte e/o acquistate in sede di Ipo e la seconda, sempre con la medesima proporzione, ma considerando le azioni Osai detenute alla data del 3 maggio 2021.

Per quanto riguarda i warrant “short run”, ne sono stati esercitati 991.200 (su un totale di 1.033.200) a un prezzo di 2 euro per ogni nuova azione, per un controvalore complessivo di 1.982.400 euro.

Nel frattempo il 3 maggio 2021 sono stati assegnati 1.499.113 warrant della seconda tranche “2020 – 2025”, e nel mese di giugno ha avuto luogo il primo periodo di esercizio di questi warrant, sempre a 2 euro per nuova azione Osai.

Sono stati esercitati 917.024 warrant e sono state quindi assegnate altrettante azioni, per un controvalore complessivo di 1.834.048 euro. Che farà Osai con i mezzi raccolti in Ipo (5 milioni al netto di commissioni e spese) e i nuovi derivanti dall'esercizio dei warrant? In base a quanto dichiarato nel Documento di ammissione, 5 milioni saranno destinati alla crescita per linee esterne mediante piccole acquisizioni mirate nell'ambito di particolari nicchie di mercato (Laser applicato nell'ambito delle E-mobility e After Sales).

La società poi intende potenziare l'attività di ricerca e sviluppo per offrire macchine e sistemi di assemblaggio dedicati alle reti 5G, comunicazione, intelligenza artificiale, Smart Home ed E-Mobility; desidera poi sviluppare il comparto dei laser medicali ad alto tasso di crescita e sta collaborando con un importante operatore del settore dei semiconduttori per lo sviluppo di nuove macchine per l'assemblaggio e l'automazione di dispositivi in carburo di silicio, impiegabili con prestazioni maggiori nelle applicazioni per la mobilità elettrica e la guida assistita.

Tantissima carne al fuoco quindi e non può stupire che Osai abbia gradualmente incrementato il flottante, oggi altissimo per una società dell'Aim Italia (e non solo), pari al 48,11% del capitale sociale. Attenzione però: in gran parte si tratta di investitori istituzionali, in genere presenti fin dall'Ipo e che hanno recentemente rafforzato la propria quota mediante un “block trade” pari al 3,2% del capitale sociale a 4,15 euro per azione e un'ulteriore cessione dello 0,67% del capitale sociale a 4,3 euro per azione, operazioni entrambe condotte con deroga al lock-up biennale sottoscritto in sede di Ipo dall'azionista di riferimento Mirella Ferrero.

Deroga concessa allo scopo di confermare azionisti stabili e qualificati nella compagine sociale. Non solo: Mirella Ferrero ha anche ceduto, a 2,09 euro ciascuno, tutti gli 883.400 warrant “2020 – 2025” a Eiffel Investment Group, società di asset management francese focalizzata sul finanziamento dello sviluppo delle PMI europee, quotate e non. Eiffel ha dichiarato l'intenzione di esercitare almeno 750.000 di questi warrant entro il 30 giugno e dovrebbe quindi aver raggiunto una quota nel capitale Osai di circa il 4,76%. I residui warrant Osai “2020 – 2025” sono ancora esercitabili nei mesi di giugno e ottobre da qui fino al 2025 sempre a 2 euro per azione e, dato che il titolo veleggia attualmente ben sopra i 5 euro per azione, non vi è dubbio che per chi li abbia ricevuti gratuitamente vi sia un forte incentivo al loro esercizio.

Partnership e ordinativi nel settore della mobilità elettrica

Nel 2021 Osai, oltre alla prevista ripresa economica, potrà beneficiare del credito d'imposta per i costi sostenuti in sede di Ipo (nella misura massima concedibile di 500.000 euro), nonchè della sempre maggior attenzione verso il comparto della E-mobility (non a caso Stellantis ha dedicato un vero e proprio “EV Day”, l'8 luglio, alla strategia in tema di elettrificazione).

A fine 2020 ha già ricevuto un ordine (di importo non quantificato) da un primario operatore tedesco nel settore della green mobility, e ad aprile 2021 ha siglato una partnership con la multinazionale giapponese Fujikura Ltd allo scopo di sviluppare sistemi tailor-made nel mercato del powertrain elettrico; un'analoga collaborazione è stata intrapresa con un gruppo cinese produttore di tali sistemi, ed in particolare Osai svilupperà la saldatura laser ad alta velocità di contatti elettrici in rame e alluminio destinati alla produzione di motori elettrici, batterie e driver di potenza.

È possibile anche una collaborazione con Italvolt, azienda che dovrebbe realizzare nell'impianto ex-Olivetti di Scarmagno (TO) la prima “gigafactory” italiana dedicata alla produzione e allo stoccaggio di batterie a ioni di litio per veicoli elettrici. I lavori dovrebbero partire a giugno 2022 ed essere completati nel 2024 (l'impianto sarà progettato dalla divisione Architettura di Pininfarina), ma Italvolt sta ancora cercando investitori e sostegno politico; poiché però la gigafactory di Stellantis annunciata in occasione dell'EV Day sorgerà a Termoli (CB), non è da escludersi che i politici piemontesi decidano di sostenere il progetto Italvolt che potrebbe garantire di usufruire di fondi del PNRR.

Per la mobilità elettrica in Italia c'è ancora molta strada da fare: una recente ricerca dell'Acea (associazione dei costruttori europei di automobili) ha evidenziato che al momento in Europa la quota di auto elettriche vendute sul totale è relativamente elevata, compresa fra il 13,5% e il 32,2%, solo in 5 Paesi ad alto Pil pro-capite (in ordine decrescente Svezia, Paesi Bassi, Finlandia, Danimarca e Germania).

Il nostro Paese di trova nella parte bassa della classifica con una quota del 4,3%, non solo in considerazione della ricchezza media ma anche della relativamente scarsa disponibilità di colonnine di ricarica. Se tuttavia avrà successo il piano di Stellantis, che punta a rendere il costo totale di proprietà delle auto elettriche equivalente a quello dei veicoli con motore a combustione interna entro il 2026 e si pone l'obiettivo di portare entro il 2030 le auto elettriche al 70% del totale delle vetture vendute in Europa e al 40% di quelle vendute negli Usa, vi sono ottime prospettive anche per le altre società legate almeno in parte alla E-mobility come Osai.

In ogni caso Osai piace (lo dimostrano fra l'altro le quotazioni raggiunte rispetto al prezzo dell'Ipo): soprattutto agli investitori istituzionali, anche dato il modello di business non semplicissimo e dell'assenza di dividendi fino al 2022, ma trattandosi di una Pmi innovativa potrebbe attirare l'interesse anche del retail che potrebbero beneficiare dei relativi incentivi fiscali. Per ripartire definitivamente dopo la pandemia dovrà solo continuare a investire nell'innovazione, tenendo però sempre sotto controllo il debito, che in ogni caso non risulta attualmente su livelli critici. Un gruppo senz'altro “singolare” nell'approccio alla crescita, ma “plurale” per varietà di attività svolte.


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