Aim ai raggi X: la reazione di Unidata e Intred (tlc) al Covid-19
La romana Unidata ha esordito il 16 marzo a 13 euro e oggi viaggia oltre i 16. La bresciana Intred paga il dividendo e compra Qcom
di Valeria Novellini
5' di lettura
Dovevano essere almeno una ventina le Ipo all'Aim Italia nel 2020 secondo le indicazioni delineate da Borsa Italiana a inizio anno. Ma poi è arrivato il Covid-19 e tutte quante si sono tirate indietro, ad eccezione di Unidata, azienda romana operante non a caso nel settore delle telecomunicazioni, di cui c'è più che mai richiesta in questo momento critico. Unidata ha esordito all'Aim Italia il 16 marzo (già in piena emergenza coronavirus) e a fronte di un prezzo di offerta di 13 euro per azione (il minimo della forchetta indicativa) viaggia attualmente oltre i 16 euro, che rappresentava invece il limite superiore del range di prezzo previsto.
Il 2019 si è chiuso con un valore della produzione in crescita del 14,5% a 13,2 milioni e un ebitda in aumento del 20,9% a 4,6 milioni, dati pressoché in linea con le stime rispettivamente di 13,29 e 4,66 milioni indicate nel documento di ammissione all'Aim Italia. Non è stato reso noto per ora il dato relativo ai soli ricavi caratteristici che comunque, nel 2018, erano ammontati a 11,26 milioni a fronte di un valore della produzione di 11,54 milioni, con una differenza quindi trascurabile.
L'ebit è salito del 5,6% a 2,4 milioni e l'utile netto del 5,8% a 1,7 milioni (la crescita più contenuta della parte bassa del conto economico è dovuta ad ammortamenti in aumento da 1,5 a 2,2 milioni anche in relazione a investimenti industriali complessivi per 7,8 milioni). Al 31 dicembre 2019 (quindi ante Ipo) l'indebitamento finanziario netto ammontava a soli 0,6 milioni, dando luogo a un rapporto Debt/Equity molto basso (0,08 volte) e, nonostante gli investimenti effettuati, il debito netto era considerevolmente sceso rispetto agli 1,07 milioni di fine 2018.
Introiti dell'Ipo Unidata destinati alla rete e ad acquisizioni
Dall'Ipo all'Aim Italia Unidata ha ricavato 5,7 milioni lordi che, al netto delle spese e commissioni di collocamento, sono ammontati a 4,92 milioni che la società potrà destinare alla sua strategia di sviluppo (oltre agli 1,7 milioni di utile netto 2019 che, prudenzialmente, saranno destinati a riserve). Come è ovvio, Unidata non solo sta proseguendo la sua attività nell'attuale situazione di emergenza ma ha anche rilevato, nel mese di marzo 2020, un incremento del traffico Internet in download (dalla rete verso i clienti) fra il 40% e il 100% a seconda dell'orario considerato, mentre il traffico in upload è rimasto stabile.
Netflix e cavi in fibra nel Lazio
Unidata ospita nella sua rete un nodo di cache di Netflix, il cui traffico è pressoché raddoppiato. La strategia di crescita delineata nel documento di ammissione prevede l'ulteriore posa di nuovi cavi in fibra nel Lazio, l'ampliamento della struttura commerciale, la focalizzazione sui clienti business di primo livello (verso i quali sarà ampliata l'offerta di servizi Cloud e Hosting tramite il Data Center proprietario, e in futuro saranno anche offerti prodotti Smart City e Smart Home). Unidata però sta anche valutando acquisizioni di operatori nello stesso settore sia nel territorio di riferimento, sia in altre zone dell'Italia centrale, che siano in possesso di una rete in fibra e wireless proprietaria e un Data Center e abbiano conseguito nel 2018 ricavi almeno pari a 2 milioni.
Nel frattempo è stato siglato un accordo con l'azienda di misurazione energetica Zenner per lo sviluppo di soluzioni innovative di sub-metering da offrire inizialmente nelle città di Roma.
Anche Intred ha chiuso bene il 2019 e si espande tramite Qcom
Ma se nel centro Italia Unidata è alla riscossa, al Nord la “quasi gemella” bresciana Intred non è certo da meno. Ha chiuso il 2019 con ricavi in crescita del 21,1% a 20,8 milioni, un ebitda balzato del 27,9% a 8,7 milioni, e anche l'ebit e l'utile netto sono cresciuti rispettivamente del 37,4% a 5,8 milioni e del 34,8% a 4,3 milioni. Nel caso di Intred gli ammortamenti sono saliti “solo” da 2,6 a circa 3 milioni, nonostante investimenti per 7,2 milioni concentrati sullo sviluppo della rete. Va anche ricordato che i risultati 2018 scontavano oneri di quotazione all'Aim Italia per circa 888.000 euro, ovviamente non più presenti nel 2019. Al 31 dicembre 2019 Intred, nonostante i significativi investimenti, evidenziava inoltre una liquidità netta di 8,1 milioni in ulteriore aumento rispetto ai 6,6 milioni di fine 2018.
Anche per questo, a differenza di Unidata, Intred pagherà il prossimo 6 maggio un dividendo di 0,03 euro per azione, che darà luogo a un monte dividendi di 475.515 euro corrispondente, peraltro, a un pay-out molto prudenziale (11% dell'utile netto). Ovviamente anche Intred sta proseguendo la propria attività e ha visto nel mese di marzo 2020 un incremento del traffico dati sulla propria rete fra il 35% e il 50%.
Nel 2020 la società bresciana ha effettuato la sua prima acquisizione: Qcom (azienda attiva in Lombardia nella fornitura a oltre 4.000 clienti business di connettività a banda larga e ultra-larga, telefonia fissa, servizi di Data Center, servizi di sicurezza informatica e altri servizi digitali), che sarà prossimamente incorporata in Intred. L'operazione è stata impegnativa, con un esborso di 10,2 milioni di cui 8,3 già corrisposti e il residuo (soggetto ad aggiustamento) dopo l'approvazione del bilancio 2019 di Qcom che si dovrebbe essere chiuso con ricavi pari a 10,9 milioni, un ebitda rettificato di 1,8 milioni e una liquidità netta a fine anno di 0,8 milioni.
Per tale acquisizione Intred ha ottenuto da Intesa Sanpaolo un finanziamento da 6 milioni della durata di 6 anni, privo di covenant o garanzie, e a un tasso d'interesse “in linea con le migliori condizioni di mercato”. Oltre a questo, nel primo trimestre 2020 Fastweb ha consegnato a Intred (che ne ha acquisito il diritto d'uso tramite un accordo quadro) un primo lotto di circa 60 chilometri di fibra ottica spenta che consentirà di ampliare ulteriormente la copertura nelle province di Milano, Monza-Brianza, Lecco, Como e Bergamo, e tramite un accordo di “peering” con Sky Italia consentirà ai propri clienti broadband di sottoscrivere un abbonamento pay relativo all'offerta “Sky via Fibra”.
Buone prospettive per le due società specie per l'utenza business
Le prospettive di Intred e Unidata appaiono dunque brillanti, anche se secondo le rilevazioni dei principali operatori di settore il traffico Internet nel Nord Italia a partire dallo scoppio dell'emergenza coronavirus è cresciuto in misura più che doppia rispetto a quello del Centro Italia. Intred, operando in zone altamente industrializzate (insieme a Qcom la copertura delle province lombarde sarà quasi totale, con esclusione di Sondrio e Pavia), potrà beneficiare probabilmente in misura più accentuata del maggior ricorso allo smart working, anche se va ricordato che il 29,5% dei ricavi 2019 è stato generato dall'utenza residenziale che ha visto un incremento del 25,1% a 6,1 milioni (29,5% del totale ricavi) contro il +21,3%, a 11,2 milioni, di quella professionale. Per tale tipologia di utenza i servizi offerti da Intred prevedono anche connessioni telefoniche “tradizionali” in pacchetti commerciali di tipo “flat” con marchio dedicato EIR, pertanto con marginalità inferiore a quella delle connessioni FTTH e FTTC.
Unidata invece, in base ai dati al 31 dicembre 2019, genera oltre l'80% dei ricavi dall'utenza Business, mentre il Retail pesa solo per il 12% del totale. Ma mentre il 95% dei ricavi di Intred deriva da canoni ricorrenti, per Unidata tale percentuale scende al 66%, il che ne indica al momento una minore prevedibilità futura.
A fine 2019 la rete Intred era di 2.900 km. e gli utenti 32.000, contro 2.500 chilometri e oltre 6.500 chilometri per Unidata. La progressiva migrazione dell'utenza alle connessioni veloci in banda ultra-larga (FTTH soprattutto) e la crescente richiesta di servizi connessi (Cloud, Hosting) soprattutto da parte dell'utenza business continueranno a trainare i risultati delle due aziende anche nel 2020. E le Ipo all'Aim Italia di quest'anno? Forse non ce ne saranno altre e le rivedremo nel 2021. Ma considerando il successo di Unidata, almeno per alcuni settori di attività l'idea non sarebbe da escludere a priori.
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