Aim ai raggi X: Sirio e Longino&Cardenal, l’effetto pandemia sulla ristorazione
Due aziende e la loro capacità di resilienza. Le conseguenze provocate dal virus su un settore molto penalizzato (ristorazione alta gamma e in ambito ospedaliero e autostradale)
di Valeria Novellini
7' di lettura
Se vogliamo osservare sul campo l'effetto della pandemia da Covid-19 sul settore della ristorazione a livello nazionale abbiamo due esempi molto chiari all'interno del listino Aim Italia: Longino & Cardenal (che fornisce prodotti alimentari di qualità alla ristorazione di alta gamma) e Sirio (che gestisce punti di ristorazione prevalentemente nell'ambito ospedaliero ma anche in ambito aeroportuale, autostradale e cittadino oltre a essere franchisee di Burger King Europe per l'Italia).
Non a caso, i risultati al 30/6/2020 di entrambe le società non sono certo stati brillanti: Longino & Cardenal ha visto più che dimezzare i ricavi (-53,4% a 7,3 milioni), si è passati da un utile operativo di 468.600 euro a una perdita operativa di circa 1,5 milioni e da un utile netto di 318.400 euro a una perdita netta di quasi 1,4 milioni.
Sirio ha visto ridursi i ricavi operativi del 40,2% a 21,8 milioni (la diminuzione dei ricavi complessivi è stata del 32,6% a 24,8 milioni dato che nel primo semestre 2020 la società ha contabilizzato i benefici già accordati e attesi sulla riduzione temporanea dei canoni di affitto e di concessione richiesta a seguito del lockdown e pari a 2,9 milioni). Si è anche in questo caso passati da un utile operativo di 3,7 milioni a una perdita operativa di 8,6 milioni e da un utile netto di circa 972.000 euro a una perdita netta di 7,3 milioni.
Le differenze fra le due aziende
Situazione analoga per le due aziende dunque? A ben guardare una differenza c'è e si è manifestata nei conti aziendali ben prima del lockdown. Infatti, mentre Longino & Cardenal aveva chiuso l'esercizio 2019, in presenza di ricavi saliti del 5,2% a 33,7 milioni, con un utile netto di 938.800 euro (sebbene in flessione del 21,1% rispetto al 2018) e aveva anche annunciato un dividendo di 0,05 euro per azione (monte dividendi di 312.500 euro) che è stato però poi prudenzialmente sospeso in attesa di tempi migliori, per Sirio il 2019 si era già chiuso con una perdita netta di 3,4 milioni (utile netto di 1,3 milioni nel 2018) nonostante un incremento del giro d'affari complessivo pari al 12,1% a 72,2 milioni.
Forte incremento del debito per Sirio in relazione all'Ifrs 16
La ragione di una così elevata divergenza sull'ultima riga di bilancio apparentemente ha un nome preciso: principio contabile Ifrs 16. Sirio infatti dal 2019 redige i bilanci secondo i principi contabili internazionali mentre Longino & Cardenal adotta tuttora quelli nazionali. E il modello di business pesa: Sirio, in base all'Ifrs 16, ha dovuto imputare nel bilancio 2019 ammortamenti per diritti d'uso su contratti in concessione per ben 13,3 milioni nonché maggiori oneri finanziari per 1,2 milioni.
Però fra i costi per affitti e royalty non erano più presenti circa 14,7 milioni di canoni per concessioni che sarebbero stati rilevati secondo il precedente set di principi contabili. In sostanza il 2019 si sarebbe comunque chiuso in perdita, che anzi sarebbe stata lievemente superiore a quella con i nuovi principi contabili; ciò per effetto del timing delle 15 nuove aperture di punti vendita, di cui 9 hanno contribuito alla formazione dei ricavi solo per un semestre mentre altri 6 sostanzialmente non hanno generato ricavi (mentre sono stati sostenuti i costi di apertura) in quanto aperti a fine 2019.
L'effetto dell'Ifrs 16 sui conti Sirio è stato invece particolarmente accentuato con riferimento all'indebitamento finanziario netto che, al 31/12/2019, ammontava a ben 82,9 milioni (rapporto Debt/Equity di ben 6,56 volte) a fronte di 14,5 milioni a fine 2018. Non considerando l'Ifrs 16 l'indebitamento finanziario netto sarebbe stato pari a 20,6 milioni e il rapporto Debt/Equity a sole 1,63 volte.
Al 30/6/2020 l'indebitamento finanziario netto aveva raggiunto ben 120,1 milioni (26,1 milioni senza Ifrs 16) a fronte di un patrimonio netto che, anche in relazione alle perdite del periodo, si era ridotto a soli 2,9 milioni.
La situazione di Longino
Non così critica la situazione di Longino & Cardenal, che al 31/12/2019 disponeva di una liquidità netta pari a 1,4 milioni, anche se a fine giugno 2020 evidenziava invece un indebitamento finanziario netto di analogo ammontare; il lockdown ha portato la società a dover accendere finanziamenti e leasing per quasi 3,5 milioni allo scopo di poter onorare i propri impegni di pagamento pur in presenza di un flusso di incassi molto ridotto.
In ogni caso, al 30/6/2020 il patrimonio netto di Longino & Cardenal ammontava a quasi 6 milioni e di conseguenza il livello di indebitamento risultava sotto controllo. Dato il modello di business che non comporta un elevato ricorso al leasing, anche dopo l'adozione dei principi contabili Ifrs i conti di Longino & Cardenal non dovrebbero evidenziare significative variazioni.
Il giudizio di Bdo Italia
Per Sirio invece la situazione al 30/6/2020 ha dato luogo all'impossibilità di esprimere un giudizio sulla relazione semestrale da parte della società di revisione Bdo Italia. Quest'ultima ha dichiarato di non aver ricevuto copia del Business Plan 2020 – 2026 approvato il 22/9/2020, e pertanto di non poter valutare la recuperabilità di alcune voci di bilancio (altre attività immateriali, immobili e impianti e imposte differite attive), nonché di crediti commerciali e rimanenze.
Peraltro, al momento l'imputazione diretta a conto economico dei benefici derivanti dalla temporanea riduzione dei canoni di locazione non è ancora possibile in quanto il relativo emendamento al principio contabile Ifrs 16 non è stato omologato dall'Unione Europea.
Longino avvia l'e-commerce B2C, per Sirio nuove aperture
Che fare? Sin dall'inizio del lockdown Longino & Cardenal aveva lanciato un nuovo canale di vendita diretta B2C inizialmente denominato “#iorestoacasa con Longino” (oggi è un gruppo FB con oltre 2.400 membri), mentre a fine maggio è stato aperto il sito di e-commerce www.shoplongino.it il cui sviluppo è stato affidato al Digital & e-commerce director Vincenzo Cannata, manager con elevata esperienza nel web marketing.
Nel periodo luglio – settembre 2020 sono stati ricevuti 471 ordini per complessivi 3.464 prodotti e un controvalore di 58.000 euro; ovviamente si tratta ancora di numeri piccoli ma le possibilità di crescita ci sono, e va anche sottolineato che, in base a un recente studio condotto dall'Osservatorio Innovazione Digitale nelle Pmi del Politecnico di Milano, in Italia ben il 76% delle Pmi non effettua vendite on-line e solo il 15,8% ha sviluppato un proprio sito o app dedicati all'e-commerce, pertanto l'iniziativa di Longino & Cardenal è decisamente innovativa.
Da fine luglio è disponibile anche un magazine di cucina dedicato ai clienti del sito e da ottobre saranno messe on-line su Microsoft Teams 6 puntate della Food Academy “La cucina di Longino” per incrementare la conoscenza del pubblico sulle eccellenze enogastronomiche.
Tuttavia i nuovi provvedimenti di forte limitazione oraria del canale Ristorazione (e chiusura nelle zone rosse) non potranno che portare a un'ulteriore contrazione del “core business”, che solo in minima misura potrà essere compensata dai ricavi dell'e-commerce.
Dal punto di vista finanziario, nella seconda metà del 2020 Longino & Cardenal ha stipulato con Intesa Sanpaolo e Deutsche Bank due contratti di finanziamento a medio-lungo termine (5 e 6 anni) da complessivi 4 milioni a tassi molto contenuti e con garanzia di copertura al 90% da parte del Fondo Centrale di Garanzia delle Piccole e Medie Imprese; ciò è stato possibile grazie alla tranquilla situazione finanziaria al 30/6/2020, rafforzata dalla decisione di sospendere il dividendo 2019.
Il recupero di Sirio è un po' più problematico. Il Piano Industriale 2020 – 2026 non si sbilancia sul 2020 e il 2021, ma prevede nel 2022, per effetto dell'apertura di oltre 40 nuovi punti vendita, ricavi compresi fra i 120 e i 130 milioni e un ebitda margin fra il 10% e l'11% (rispettivamente 72,2 milioni e il 21,4% nel 2019, il che naturalmente indica una minor marginalità iniziale dei punti vendita di più recente apertura).
Al 30/6/2020 i punti vendita erano 95 a fronte dei 90 di fine 2019 e tutte le 5 aperture hanno riguardato il settore ospedaliero; che però non è stato esente dal lockdown, in quanto fra marzo e aprile solo 49 dei 66 punti vendita di fine 2019 sono rimasti aperti mentre a maggio le riaperture ospedaliere hanno raggiunto quota 63 e a giugno 68.
Nel secondo semestre 2020 Sirio si è aggiudicata la gara per la gestione di 11 aree food presso la stazione di Milano Porta Garibaldi e 3 presso quella di Torino Porta Susa; il contratto decennale dovrebbe portare a ricavi complessivi per l'intera durata pari a 140 milioni.
Oltre a questo è stato stipulato un contratto di servizio (sostenendo i soli costi delle materie prime e del personale) per gestire per 2 anni (con possibilità di proroga per 1) il Bistrot Carrefour all'interno del centro commerciale “Shopping Le Ville Gru” di Grugliasco (TO), con ricavi stimati di 2,5 milioni in un biennio, ed infine Sirio si è aggiudicata la gestione quadriennale del servizio bar e ristorazione presso l'Ospedale Ostetrico Ginecologico Sant'Anna di Torino. Qui i ricavi stimati ammontano a circa 1,2 milioni. Eccezion fatta però per il punto di ristorazione ospedaliero, quelli presso stazioni ferroviarie e centri commerciali stanno continuando a risentire delle durature restrizioni imposte a livello governativo per contenere la pandemia Covid-19.
Pertanto la prevista ripresa dei ricavi del gruppo a partire dal 2021 appare attualmente molto aleatoria, e di conseguenza l'intensificarsi di nuove aperture indicato dal Piano Industriale (sebbene in gran parte nel settore ospedaliero) potrebbe portare a un aggravio di costi senza effetti rilevanti sui ricavi, oltre a un ulteriore appesantimento della struttura finanziaria.
Una notevole sfida per il management del gruppo Sirio, che oltre all'ampliamento della rete punta sul controllo e l'efficientamento dei costi di struttura e di quelli relativi a materie prime e servizi, ma anche sull'ingresso in canali di business adiacenti all'attività “core” che al momento sono tutti da scoprire. A livello finanziario, con tutti i principali istituti bancari sono state negoziate ed ottenute moratorie ABI sui finanziamenti a medio-lungo termine, inclusi quelli per leasing.
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