Aim ai raggi X: i telescopi di Officina Stellare, da Padova a Tel Aviv
Il gruppo veneto sviluppa il 98% del fatturato all’estero e ha rafforzato i rapporti soprattutto con Israele. In Italia è entrata in due start up universitarie
di Valeria Novellini
I punti chiave
7' di lettura
Il settore della Space Economy, secondo la Space Foundation (associazione statunitense che riunisce esponenti e imprese del sistema di difesa, industriale e militare) ha un valore complessivo di oltre 400 miliardi di dollari e, in base a un recente report di Morgan Stanley, entro il 2040 raggiungerà 1.000 miliardi di dollari (addirittura 2.700 miliardi secondo Merrill Lynch). E in Italia? L'Agenzia Aerospaziale Italiana dispone di un budget annuo di 1 miliardo di euro e il Pnrr destina 1,29 miliardi alle tecnologie satellitari e l’economia spaziale.
Le aziende italiane
Il nostro Paese conta in questo settore aziende leader a livello europeo come Leonardo (tramite Thales Alenia Space e Telespazio, joint-venture reciproche con la francese Thales) e Avio, ma anche molte società di minori dimensioni, alcune delle quali anche negoziate all'Euronext Growth Milan.
La prima è stata Officina Stellare, che ha esordito alle quotazioni il 26 giugno 2019.Da allora il gruppo vicentino, operante nella progettazione e produzione di strumentazione optomeccanica nei settori dell'aerospazio, della ricerca astronomica e della difesa, ne ha fatta di strada.
Nel primo semestre 2021 ha evidenziato una contrazione dei ricavi pari al 6,5% a circa 2,2 milioni, ma attenzione: lavorando prevalentemente su commessa, le voci rilevanti includono le variazioni dei lavori in corso su ordinazione (balzate da circa 54.000 euro a 1,26 milioni) e gli incrementi di immobilizzazioni su lavori interni (passati da 506.000 a 901.000 euro). E tenendo anche conto delle variazioni delle rimanenze di prodotti in corso di lavorazione (per contro scese da 598.000 a soli 16.000 euro), dei contributi in conto esercizio saliti da 160.000 a 214.000 euro e di altri proventi quasi raddoppiati da 57.000 a 101.000 euro (in gran parte, attenzione, riferiti a contributi sull'energia prodotta dall'impianto fotovoltaico di cui Officina Stellare si serve per le sue esigenze energetiche), il valore della produzione è complessivamente balzato del 25,9% a 4,68 milioni.
Il fatturato del gruppo proviene per il 98% dall’estero
Di questi, il 52% è stato conseguito in America, il 30% nell'area Asia-Pacific, il 16% nell'area Emea (esclusa Italia) e solo il 2% in Italia. Vocazione pienamente internazionale dunque, come è logico visto il settore di appartenenza, in questo caso specificamente dedicato ai segmenti di mercato dell'Earth Observation (telescopi per l'osservazione della Terra dallo spazio), la Laser Comm (telescopi per comunicazione ottica Terra-Spazio e Spazio-Spazio) e lo Ssa/Sst (Space Situation Awareness e Space Surveillance and Tracking, vale a dire telescopi installati a terra e dediti al monitoraggio della posizione dei satelliti e dei detriti spaziali potenzialmente pericolosi).
La contrazione dei ricavi nel primo semestre 2021 è stata determinata dalla spedizione dopo il 30 giugno di alcune commesse già completate nel settore Difesa ma, in quanto tali, ancora soggette ad autorizzazione alla spedizione da parte delle autorità ministeriali in base alla Legge 9/7/1990 n. 185.
In particolare il giro d'affari in America è sceso del 35% a 1,1 milioni, ma è stato in gran parte controbilanciato dalla crescita nelle aree Asia-Pacific (+93,7% a 655.000 euro) ed Emea (più che raddoppiata da 155.000 a 341.000 euro). Per contro, il balzo della variazione dei lavori in corso su ordinazione e degli incrementi di immobilizzazioni su lavori interni sono stati determinati dal completamento di alcune commesse in corso (tra cui una groundstation per applicazioni Laser Comm all'Agenzia Spaziale Indian per 0,5 milioni, un gruppo correttore per il progetto Moons all'Uk Research and Innovation per 0,3 milioni e un gruppo optomeccanico per il progetto Scorpio al Southwest Research Institute per 0,8 milioni), ma soprattutto dall'avvio di alcune importanti commesse che hanno anche dato luogo all'accelerazione delle attività ingegneristiche.
Tra queste i Laser-Launch Telescopes per il progetto Gemini North Adaptive Optics (del valore complessivo di oltre 2 milioni di dollari) e alcune piattaforme di tracking ottico per la Chinese Academy of Science (del valore complessivo di oltre 2 milioni di euro).
E i margini reddituali? L'ebitda è pressochè raddoppiato da 894.000 euro a 1,75 milioni, l'ebit è balzato da 366.000 euro a oltre 1,1 milioni e l'utile netto da 281.000 a 948.000 euro. Questo nonostante un costo del lavoro salito del 36,9% a 867.000 euro per il rafforzamento della struttura (i dipendenti sono passati da 42 a 49 unità) e un'incidenza fiscale salita dall'8,4% al 19,6%.
Al 30/6/2021 l'indebitamento finanziario netto ammontava a 4,5 milioni (dando luogo a un rapporto Debt/Equity pari a 0,47 volte, pertanto su livelli fisiologici), in aumento rispetto ai 4,1 milioni di fine 2020, ma nel frattempo sono stati effettuati investimenti per ben 1,8 milioni, per lo più destinati alla realizzazione della “Space Factory” del gruppo, che consentirà un incremento della capacità produttiva oltre all'ampliamento del range di prodotti, ed in particolare la completa realizzazione in-house delle nuove ground-station destinate ad applicazioni di Laser Comm e payload spaziali per applicazioni di Earth Observation ad altissima risoluzione (50 cm/pixel).
Ingresso in due start-up di origine universitaria
Però Officina Stellare non si è limitata al capex produttivo. Dopo l'acquisizione a fine 2020 del 55% della start-up innovativa Dynamic Optics Srl (spin-off del CNR e dell'Università di Padova) con un investimento complessivo di 300.000 euro), a maggio 2021 ha investito altri 300.000 euro per acquisire il 50,5% di ThinkQuantum Srl, altra start-up innovativa spin-off dell'Università di Padova.
La prima si occupa di sviluppo e implementazione delle tecnologie di Ottica Adattiva (specchi e lenti deformabili, sensori di fronte d'onda e relativi controller), mentre la seconda svilupperà e commercializzerà sistemi di sicurezza e comunicazione avanzati basati su tecnologie quantistiche.
In più, Officina Stellare e Start Cube (incubatore di Galileo Visionary District, il Parco Scientifico e Tecnologico Galileo di Padova), hanno aderito al bando “Esa Business Incubation Center Italy” per lo sviluppo di start-up che forniscono prodotti e servizi per il settore spaziale e di applicazioni che, facendo leva su tecnologie, dati e infrastrutture spaziali, possano contribuire alla crescita di altri settori industriali.
A tale iniziativa l'Esa ha destinato un finanziamento a fondo perduto per le start-up di 625.000 euro. Quanto siano interessanti le start-up in ambito Space Economy lo dimostra la costituzione, un anno fa, di un fondo di Venture Capital specializzato, Primo Space, che ha finora raccolto 85 milioni ed ha già effettuato 6 round di investimento (per complessivi 8,1 milioni) in altrettante società: Aiko Space, Leaf Space, Pangea Aerospace, Astrocast (ora quotata alla Borsa di Oslo nel segmento Euronext Growth), Caracol e Sidereus Space Dynamics.
Ma non solo. Il fondo Primo Space ha lanciato una call, in partnership con G-nous (società di consulenza specializzata nella Space Economy) per avviare un percorso di mentoring per altre sei start-up del settore. Delle due start-up in cui ha investito Officina Stellare, Dynamic Optics Srl ha già attirato l'attenzione di un altro fondo specializzato, Progress Tech Transfer costituito a inizio 2021 con una dotazione iniziale di 40 milioni, che ha investito 200.000 euro nel suo progetto “Smartglasses”, con l'obiettivo di sviluppare lenti speciali che, cambiando forma (ottiche deformabili), possano supplire alla presbiopia.
Non solo spazio quindi, ma anche applicazioni per la vita di tutti i giorni.Commessa in Israele e accordo con Thales Alenia SpaceDopo la conclusione del primo semestre, Officina Stellare si è aggiudicata una commessa del valore di circa 1 milione da parte della società israeliana ImageSat International per la fornitura di un innovativo payload ottico multispettrale destinato alla ripresa ad altissima risoluzione della Terra dall'orbita bassa (altitudine compresa tra l’atmosfera e le fasce di van Allen, ossia tra 300 e 1000 km.). La consegna dello strumento è prevista per il quarto trimestre 2022, e va sottolineato che ImageSat International è una dei protagonisti degli ambiziosi programmi israeliani finalizzati al controllo dello spazio e delle future “star wars”, ed è un partner privilegiato delle industrie militari e dell'Agenzia Spaziale Italiana.
Oltre a questo Officina Stellare ha siglato un importante accordo di collaborazione industriale e di sviluppo tecnologico e commerciale con il colosso Thales Alenia Space (67% Thales, 33% Leonardo), che riguarderà in particolare le applicazioni e i prodotti per le future infrastrutture di comunicazione ottica Terra-Spazio e Spazio-Spazio, il segmento strategico della Quantum Cryptography (e qui entra in gioco ThinkQuantum Srl), le applicazioni di Space Situational Awareness e più in generale le attività in Italia nell'ambito delle infrastrutture spaziali basate su tecnologie ottiche.
Prospettive, perciò, in un certo senso “spaziali”. Al 30/6/2021 il portafoglio ordini acquisito dalla società ammontava a circa 12 milioni (di cui 5,7 riferiti alla Ricerca, 3,5 all'Aerospazio e 2,8 alla Difesa, tutti da clienti esteri), oltre a circa 2,5 milioni di progetti per conto delle agenzie spaziali Esa ed Asi in corso di contrattualizzazione. E le trattative in corso superavano 62,3 milioni (di cui 23,3 riferiti a gare internazionali, 23,8 a offerte dirette a clienti e 15,2 a trattative in via di consolidamento).
Nel breve termine va però ricordato che nella seconda parte del 2021 è previsto un ulteriore incremento del costo del lavoro a seguito dell'entrata in servizio di nuove figure manageriali provenienti da multinazionali aerospaziali, oltre ad alcuni rallentamenti produttivi derivanti dal trasferimento del laboratorio ottico di Occhiobello (RO) nella sede di Sarcedo (VI) e dai lavori di ampliamento della sede stessa, che in parte hanno reso indisponibili in modo discontinuo le macchine di produzione ottica, le camere bianche e gli spazi di metrologia e integrazione.
Tuttavia tali inconvenienti dovrebbero essere limitati dall'incremento delle attività di ingegneria e progettazione. In realtà, il principale “limite” di Officina Stellare, come avviene per molte società dell'Euronext Growth Milan, è rappresentato dal basso flottante, attualmente pari al 17,57% del capitale sociale e che inevitabilmente ne limita il potenziale interesse da parte di analisti e investitori.
I warrant
Nella seconda metà di maggio 2022 avrà luogo il terzo ed ultimo periodo di esercizio dei “Warrant Officina Stellare 2019 – 2022”, al prezzo di 7,99 euro per azione (il titolo quota attualmente oltre 14 euro e pertanto il warrant è ampiamente “in the money”). Nel secondo periodo di esercizio, a maggio 2021, sono stati esercitati 74.685 warrant corrispondenti ad altrettante nuove azioni, per un controvalore complessivo di circa 542.000 euro. Ma il flottante è salito solo dal 16,47% all'attuale 17,57%. Rimangono ancora da esercitare 359.729 warrant.
Gli altri progetti
In ottica futura, Officina Stellare intende, una volta completata la “Space Factory”, focalizzarsi sui principali temi di sviluppo nell'ambito spaziale: relazione crescente tra spazio e cambiamento climatico, coinvolgimento nei grandi progetti delle istituzioni governative, mitigazione dei detriti orbitali, spazio e sicurezza e telecomunicazioni (quest'ultimo quale focus a breve termine).
Dato infine il crescente incremento di attacchi informatici a scopo di ricatto (ransomware) verso aziende di ogni dimensione, va sottolineato l'impegno verso la cybersecurity del gruppo vicentino, che da anni collabora con società leader del settore e svolge in via continuativa campagne informative al personale riguardanti le principali minacce del mondo cyber. Perfettamente in linea con quanto indicato dal colosso della cybersecurity Kaspersky nel suo recente report “Cyberthreat profile of space infrastructure”, elaborato in collaborazione con la Zayed University di Dubai.
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