Air Berlin in bancarotta, prestito del Governo. «Evitato disastro nazionale». Etihad, 2 miliardi in fumo
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La compagnia aerea Air Berlin, la seconda in Germania, ha dichiarato bancarotta ma otterrà un prestito per garantire i voli per il momento. Lo ha reso noto il governo tedesco. La compagnia è in fallimento dopo che Etihad, il suo azionista di maggioranza con il 29,2%, ha annunciato di non avere più intenzione di finanziare la compagnia. Ma il ministro dell'Economia tedesco ha assicurato che il governo garantirà un prestito di 150 milioni di euro per proseguire i voli per il momento.
«Siamo in un momento - ha detto - in cui decine di migliaia di viaggiatori e turisti si trovano i molteplici luoghi di vacanza in tutto il mondo. I voli di ritorno di questi viaggiatori in Germania con Air Berlin non sarebbero stati altrimenti possibili». La compagnia ha dichiarato che con la chiusura dei fondi da parte di Etihad non c'è altra possibilità per il futuro di Air Berlin.
Merkel: «Rischio basso per i contribuenti»
Per Angela Merkel è «relativamente basso» il rischio che corrono i contribuenti tedeschi a causa dell'insolvenza di Air Berlin. La cancelliera lo ha detto rispondendo a una domanda nel corso di un'intervista rilasciata su YouTube. «Con forte probabilità i contribuenti non saranno coinvolti», ha spiegato. Merkel ha anche difeso il credito concesso dal suo governo alla compagnia aerea: «Non si potevano piantare in asso migliaia di turisti in viaggio».
L’interesse di Lufthansa e altre compagnie
«Ci sono soggetti interessati come Lufthansa, Condor e altre compagnie aeree che sono pronte a diventare partner di Air Berlin o di rilevare delle parti», dell'aviolinea. Lo ha detto il vice ministro dell'economia tedesco Matthias Machnig ad Ard Tv, secondo quanto riporta l'agenzia Bloomberg. Machnig ha anche detto di considerare il prestito ponte del Governo tedesco (da 150 milioni) «ammissibile».
Il ceo: «Colpevoli ritardi del nuovo aeroporto di Berlino»
Il ceo di Air Berlin, Thomas Winkelmann, in un’intervista a Die Zeit ha attribuito buona parte delle responsabilità ai gravi ritardi nell’apertura del nuovo aeroporto di Berlino, la cui inaugurazione era attesa nel 2011. «Abbiamo Berlino nel nostro nome - ha dichiarato Winkelmann - è tutti i nostri piani erano basati sull’apertura del nuovo aeroporto, cosa non fattibile con le strutture attuali, come hanno sperimentato anche i miei predecessori. Siamo vittime di questi continui rinvii». Winkelmann sostiene di voler mantenere gran parte dei posti di lavoro, nonostante l'insolvenza. «Credo di poter raggiungere il mio obiettivo di garantire la maggior parte dei posti di lavoro», ha affermato. Winkelmann ha ringraziato il governo per la rapida messa a punto di un prestito ponte che, ha detto, «ha evitato un disastro nazionale».
Etihad, sviluppo vicenda «estremamente deludente»
«Siamo stati informati che AirBerlin ha fatto domanda di amministrazione controllata. Questo sviluppo è estremamente deludente per tutte le parti in causa, in particolare per Etihad che ha fornito ampio supporto a Airberlin per affrontare le precedenti sfide di liquidità e gli sforzi di ristrutturazione nel corso degli ultimi sei anni». Così Etihad commenta in una nota la notizia che la sua controllata AirBerlin ha portato i libri in tribunale chiedendo la protezione dai creditori. «In aprile - continua la nota - Etihad ha fornito ulteriori fondi per 250 milioni ad Airberlin oltre ad aiutarla esplorare opzioni strategiche per le sue attività. Tuttavia le attività di Airberlin sono deteriorate a un ritmo senza precedenti, impedendole di superare le grandi sfide che la attendevano e di impletare soluzioni strategiche alternative».
«Ci attendiamo che le operazioni di Airberlin continuino durante l'amministrazione controllata - conclude la nota di Etihad -. Abbiamo una relazione commerciale con Airberlin che si estende in varie aree, incluse le operazione di codeshare, e sosterremo il management di Airberlin durante questi tempi difficili. La Germania è un mercato importante per Etihad e per Abu Dhabi e rimaniamo impegnati a fornire estesi collegamenti aerei come elemento chiave per rafforzare commercio e turismo».
Due miliardi in fumo
Oltre due miliardi di euro andati in fumo per Etihad per gli investimenti fatti in Alitalia ed Airberlin. È un conto salato quello che pagato dalla compagnia degli Emirati Arabi negli ultimi cinque anni per risollevare le sorti delle due compagnie europee che però, a distanza di tre mesi l'una dall'altra, si sono viste costrette a dichiarare il fallimento. Con Alitalia, in amministrazione straordinaria dal maggio scorso, Etihad ha firmato nel 2014 un accordo da 1,758 miliardi, di cui 560 tra iniezioni di liquidità, acquisti di asset e altre linee e accordi, per rilanciare la compagnia entrando con una quota del 49%. Per Air Berlin, invece, nel conto vanno messi i 73 milioni che sono serviti ad Etihad a salire nel 2012 dal 2,99% al 29,21%, i 300 milioni dell'acquisto di un bond convertibile nel 2014, l'acquisto del 70% del programma “frequent flyer” per 184,4 milioni, i 250 milioni di fondi aggiuntivi forniti nell'aprile scorso come ultimo tentativo per salvare la compagnia.
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