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Airbnb, inflazione e fallimenti bancari spaventano i vacanzieri. Giù le azioni

La società californiana ha presentato risultati record per il primo trimestre di quest’anno, ma sono le previsioni a preoccupare

di Biagio Simonetta

Reuters

2' di lettura

Previsioni di fatturato troppo caute e crollo a Wall Street: è quanto è successo ad Airbnb, dopo che la società californiana ha rilasciato i dati trimestrali, suggerendo che l’aumento dei prezzi e le incertezze economiche stanno cominciando a pesare sulla voglia di viaggiare dei consumatori.

L’azienda con sede a San Francisco si aspetta un fatturato fra i 2,35 miliardi e 2,45 miliardi di dollari nei tre mesi che finiscono a giugno. Numeri che rappresentano un aumento dal 12% al 16% rispetto all’anno precedente. Ciononostante, si tratta del tasso di crescita più lento finora.

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L’inflazione frena i viaggi

Va detto che Airbnb, negli ultimi tre anni, aveva beneficiato dei cambiamenti nel mondo del lavoro (si legga smart working, ndr) e nello stile di vita dovuti alla pandemia. Ora la corsa post-Covid verso i viaggi sta perdendo slancio e alcuni consumatori stanno frenando i budget per il tempo libero a causa dell’inflazione persistente e dell’instabilità economica.

Airbnb ha dichiarato che il numero di notti ed esperienze prenotate nel periodo attuale è sfavorevole rispetto a un anno fa, quando c’è stato un boom della domanda. Di conseguenza, l’azienda si aspetta che la crescita anno su anno delle notti e delle esperienze prenotate aumenti a un ritmo più lento nel secondo trimestre rispetto al fatturato.

Tutte considerazioni che hanno spinto le azioni verso il basso. Il titolo ha perso oltre il 13% nel premarket. E va detto che fino alla data di ieri, 9 maggio, le azioni di Airbnb erano aumentate di quasi del 50% quest’anno.

Il primo trimestre record

La previsione più opaca del previsto è arrivata dopo un trimestre che ha stabilito record in diverse metriche. Il fatturato nei tre mesi terminati il 31 marzo è aumentato del 20% a 1,82 miliardi di dollari, il più alto mai registrato da Airbnb per quel periodo. L’utile è stato di 262 milioni, meglio delle stime di Wall Street e anche questo ha fatto registrare un record per il primo trimestre. L’utile per azione è stato di 18 centesimi, mentre gli analisti si aspettavano 17 centesimi.

Ora ci si attende una frenata abbastanza importante. Le aziende del settore turistico, dalle compagnie aeree agli hotel, hanno aumentato i prezzi seguendo di fatto l’inflazione. Ed è per questo che le persone ora potrebbero iniziare a valutare con maggiore attenzione le spese per i viaggi: i fallimenti bancari, l’aumento dell’inflazione e un mercato del lavoro in affanno, soprattutto nei settori ad alto reddito come quello tecnologico, sono tutti fattori che spingono verso la stretta.


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